mussolini donne mirella serri

QUANDO C'ERA LUI LE DONNE STAVANO AL LORO POSTO - NEL SUO NUOVO SAGGIO MIRELLA SERRI RICOSTRUISCE LA VICENDA SENTIMENTALE DEL DUCE (DALLE AMANTI DELLA GIOVINEZZA ALLE AVVENTURE CON UN PAIO DI ANARCHICHE) MA ANCHE IL SUO RAPPORTO CON IL MONDO FEMMINISTA – E CERCA DI CAPIRE IN CHE MODO GLI STEREOTIPI DI GENERE ELABORATI NEL VENTENNIO SONO ARRIVATI FINO A NOI...

Estratto dall'articolo di Daria Galateria per “la Repubblica”

mirella serri mussolini ha fatto tanto per le donne!

 

Mussolini e le femministe: è l'argomento, fecondo di utili riflessioni e a tratti anche dilettevole, dell'ultimo saggio di Mirella Serri, la storica di fortunati e informatissimi saggi su momenti puntuali della nostra storia recente, specie del Ventennio. Il titolo è ironico - Mussolini ha fatto tanto per le donne! (Longanesi, pp. 270); ma il sottotitolo apre un problema più vasto, "Le radici fasciste del maschilismo italiano".

 

Gli stereotipi di genere elaborati nel Ventennio - duri a morire - hanno poi segnato gli anni della nascita della Repubblica, protraendosi fino a noi?

 

Il saggio si apre, a sorpresa, il 14 novembre 1947, quando i Padri Costituenti iniziano a discutere sul Titolo IV, "La magistratura". Giovanni Leone argomenta che le donne debbano «stare lontano dalle più alte magistrature, dove occorre resistere all'eccesso di apporti sentimentali»; solo gli uomini hanno «l'equilibrio e la preparazione» per tali funzioni: «così emotive», le donne potrebbero essere utili semmai nel Tribunale dei minorenni.

 

mussolini con un gruppo di sarte

Il repubblicano Giovanni Conti, oppositore di Mussolini dal 1922, giudica imprudente accettare le donne in magistratura «per la loro subordinazione fisiologica ci sia consentito il dirlo, in certi periodi sono assolutamente intrattabili». […]

 

Eppure il movimento femminista negli anni Dieci del secolo scorso era attivo e forte; Mussolini ne ha incrociato, sfruttato, tradito e perseguitato molte esponenti. Il 2 dicembre 1912, direttore dell'Avanti!, Mussolini, «con un cappotto proletario col bavero rialzato» è ricevuto da Anna Kuliscioff, medica delle febbri puerperali e "Zarina del socialismo", nella sua elegante casa milanese a piazza Duomo.

 

mirella serri foto di bacco

Mussolini intende giustificarsi per aver allontanato dalle colonne del giornale un protetto della Kuliscioff e del suo compagno Turati: il giornalista ebreo Claudio Treves.

 

Ma le parla invece del suo nome: lo hanno chiamato Amilcare, per ricordare Cipriani, leader della Comune di Parigi, e poi Benito, in ricordo di Benito Juarez, indio messicano che aveva combattuto nel 1860 contro gli invasori francesi; e per terzo nome ha Andrea, in onore di Andrea Costa.

 

L'anarchico Andrea Costa era stato amante della Kuliscioff, e padre di sua figlia: Mussolini fa insomma alla Kuliscioff «buonissima impressione», anche se rileva: «non l'è mica per niente un socialista». Per strada, Mussolini incrocia l'avvocato Sarfatti, e sua moglie Margherita, che escono da un aperitivo al Caffè Savini e vanno, anche loro, dalla Kuliscioff.

 

sarfatti

Margherita, geniale critica d'arte e elegante salottiera di Milano, ha ottenuto dalla "Zarina" una collaborazione all'Avanti! - ma la ha irritata con un articolo su Duilio Cambellotti che le è sembrato poco impegnato.

 

Margherita invita subito il direttore a uno dei suoi mercoledì - lui comperò un abito apposito coi revers di raso, e affrontò, coi suoi occhi "spiritati" e le ghette, palazzo Serbelloni, dove la padrona di casa in velluto nero chiacchierava intensamente con Umberto Boccioni, "zazzeruto come un mugik"; verso mezzanotte arrivò chiassoso Marinetti coi suoi futuristi - Margherita combinò un più quieto appuntamento all'Avanti!.

 

Da lì si avviò, col tempo, una relazione di lungo e storico corso - intanto il posto di Treves era stato affidato dal direttore a un'amante, la minuta Angelica Balabanoff, sedicesima figlia di abbienti ucraini ebrei - «traditore e puttano» lo definirà lei, all'epoca dei rivolgimenti ideologici del "Mascellone".

anna kuliscioff

 

Così, tra grande e minuta storia, la Serri ricostruisce la vicenda sentimentale di Mussolini, dalle amanti della giovinezza - malmenate, morse, accoltellate, sfruttate, forzate, rinchiuse in manicomio - e le anarchiche come Leda Rafanelli, Bianca Ceccato.

 

Sono decine di vivissimi ritratti, incrociati con la prima vicenda politica - i voltafaccia, dall'interventismo alle posizioni del Popolo d'Italia: «Le donne fasciste non devono occuparsi di politica e di azioni la cui energia meglio si attaglia ai maschi»; l'allontanamento dalle pubbliche amministrazioni delle donne reclutate durante la guerra, il limite alle assunzioni femminili posto al dieci per cento, e altre più perniciose iniziative; scorre intanto nel ricchissimo testo la storia dell'associazionismo femminista e le sue martiri.

luigi siciliani tra benito mussolini e margherita sarfatti

 

Il maschilismo in Italia è una piaga patriarcale; ma, chiede dunque la Serri, quanto è stato rafforzato dal Ventennio?

mirella serri

mussolini saluto romanoBENITO MUSSOLINI i mussolini i mussolini al mare rachele e benito mussolini con i primi quattro figli edda, bruno, vittorio e romano mussolini

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)