lavoratori della gianetti ruote

SI FA PRESTO A DIRE "LICENZIARE PER RIPARTIRE": METTETEVI NEI PANNI DEI 152 DIPENDENTI DELLA "GIANETTI RUOTE" DI MONZA MANDATI A CASA, A FINE TURNO, CON UNA MAIL! - I LAVORATORI HANNO ORGANIZZATO DELLE RONDE PER EVITARE CHE LA PROPRIETÀ PORTI VIA I MACCHINARI: "SIAMO ALLA BARBARIE SEMBRA CHE ASPETTASSERO SOLO QUESTO VIA LIBERA PER MANDARE TUTTI A CASA" - LO SCORSO ANNO L'AZIENDA E' STATA CONDANNATA PER COMPORTAMENTO ANTISINDACALE POICHÉ NON RICONOSCEVA AGLI INTERINALI GLI ACCORDI DI SECONDO LIVELLO, NEGANDO MIGLIORAMENTI SALARIALI E NORMATIVI…

Rosella Redaelli per il "Corriere della Sera - Edizione Lombardia"

 

LAVORATORI DELLA GIANETTI RUOTE

I lavoratori lo hanno saputo con una e-mail sabato, alla fine del turno. La Gianetti Ruote, azienda storica fondata nel 1880, leader nella produzione di ruote in acciaio per veicoli, camion, autobus e rimorchi con clienti del calibro di Iveco, Daimler, Volvo chiude la fabbrica di via degli stabilimenti a Ceriano laghetto e per 152 operai significa la perdita del posto di lavoro. «Crisi» è la giustificazione addotta per la chiusura, «aggravata dalla pandemia» - si legge nel messaggio inviato dal Fondo Quantum Capital Partner che detiene la proprietà.

 

LAVORATORI DELLA GIANETTI RUOTE

Una notizia che nessuno si aspettava, la fine di un marchio storico, un simbolo per il territorio. L' azienda era stata fondata nel 1880 a Saronno da Giulio Gianetti, ferramenta e venditore di profili in ferro e acciaio. Inizia a produrre cerchi e assali per carri e carrozze, in particolare qui nascono i primi cerchioni in ferro da applicare alle ruote in legno.

 

Nel 1913 apre la fabbrica di Ceriano Laghetto e la produzione si espande alle macchine agricole e motociclette. Nel 1959 l' azienda passa di mano, prima al gruppo Fergat di Torino, poi al gruppo Cln Magnetto che festeggia nel 2013 il centenario dello stabilimento, a seguire (2015) al gruppo Accuride e, infine, nel 2018, al Fondo Quantum che ha deciso di mandare tutti i dipendenti in ferie e poi in permesso retribuito fino alla chiusura.

LAVORATORI DELLA GIANETTI RUOTE

 

Ricevuta la mail tra i dipendenti il passaparola è stato immediato: si sono ritrovati tutti davanti ai cancelli dell' azienda di via Stabilimenti per una riunione dall' esito scontato. Sui loro volti c' è sgomento, rabbia, preoccupazione per il loro futuro. È stata subito decisa la mobilitazione generale e già nella notte tra sabato e domenica sono state organizzate delle ronde «per evitare che la proprietà porti via i macchinari», spiegano i lavoratori. «Siamo alla barbarie - commenta Pietro Occhiuto, Segretario Generale Fiom Cgil Brianza - niente faceva presagire un epilogo di questo tipo. Da oggi saremo in assemblea permanente, presidieremo i cancelli, difenderemo i posti di lavoro».

 

GIANETTI RUOTE

Quello della Gianetti Ruote è il primo caso eclatante a livello nazionale di chiusura di una azienda al termine del blocco dei licenziamenti: «Sembra che aspettassero solo questo via libera per mandare tutti a casa - prosegue Occhiuto - Confindustria dice di non esserne stata informata, ma non ne abbiamo certezza. Noi ci rivolgeremo a tutte le istituzioni anche perché non capiamo perché l' azienda non voglia ricorrere agli ammortizzatori sociali».

Questa mattina gli operai si presenteranno davanti ai cancelli ad inizio turno per un nuovo presidio.

 

«È una situazione inaccettabile - prosegue Occhiuto - lasciano a casa 152 persone e non si parla nemmeno di cassa integrazione, eppure Palazzo Chigi ha assicurato altre 13 settimane gratis di ammortizzatori sociali alle aziende, ma alla Gianetti se ne fregano. Sarà una lunga estate».

 

LAVORATORI DELLA GIANETTI RUOTE

Le relazioni interne non erano buone da tempo, lo scorso anno l' azienda era stata condannata dal Tribunale di Monza per comportamento antisindacale poiché non riconosceva agli interinali gli accordi di secondo livello, negando miglioramenti salariali e normativi.

 

Solidarietà ai lavoratori è arrivata da tanti rappresentati politici del territorio: «Ho già avvisato l' assessorato al Welfare di Regione Lombardia - spiega Andrea Monti, vicepresidente del Carroccio in Regione - già domani (oggi per chi legge, ndr ) convocherà le parti interessate e ci metteremo da subito al lavoro per valutare la situazione. Sebbene ci fossero stati dei segnali negativi prima del Covid, l' azienda non aveva mai comunicato nulla e i dipendenti sono stati tenuti sino all' ultimo all' oscuro della decisione. Cercheremo dunque di capire se ci sono margini di trattativa, quali le ragioni di questa scelta improvvisa e soprattutto quale sarà futuro di queste 152 famiglie, che sono la nostra preoccupazione principale, oltre a quella di comprendere perché si rischi di perdere un' azienda storica».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…