STARE A CASA NON È LA SCELTA PIÙ SICURA PER TUTTI – A PADOVA UN 58ENNE DI ORIGINE MACEDONE HA MASSACRATO A COLPI DI MARTELLO LA COMPAGNA DI DIECI ANNI PIÙ GIOVANE DURANTE UNA LITE PER MOTIVI BANALI: A SALVARE LA DONNA SONO STATI I VICINI DI CASA CHE, SENTITE LE URLA, HANNO CHIAMATO I CARABINIERI…

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Cesare Arcolini e Marina Lucchin per "www.ilmessaggero.it"

 

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Il coronavirus non ferma la violenza sulle donne che anzi in queste settimane, confinate fra le pareti domestiche, rischiano di essere ancora più sole e in pericolo. Com'è successo l'altra sera quando una donna è stata massacrata a colpi di martello dal compagno alla fine di una lite nata per motivi banalissimi e alimentata dalla convivenza sotto lo stesso tetto 24 ore su 24, sette giorni su 7. La vittima si è salvata solo grazie al tempestivo intervento dei carabinieri allertati dai vicini di casa che hanno sentito le urla disperate di lei.

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Il tutto è avvenuto l'altro giorno subito dopo pranzo in un'abitazione dell'alta padovana. Altri due colpi di martello e si sarebbe contato il primo femminicidio ai tempi della quarantena per l'emergenza coronavirus. Protagonisti della vicenda sono marito e moglie di origine macedone, lui 58 anni, lei 10 di meno, il cui rapporto  sempre stato particolarmente turbolento.

 

Così anche domenica a pranzo si è accesa l'ennesima lite violenta. Pare che entrambi fossero insofferenti dall'idea di dover stare in casa per via del decreto del premier Conte. E un rapporto d'amore ormai logoro ha fatto il resto, scatenando l'inferno.

 

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Sta di fatto che dalle parole, l'aggressore è passato ben presto alle vie di fatto. Ha brandito un mattarello di legno e ha inseguito la moglie per tutta la casa. Quando è riuscita a bloccarla, il 58enne le ha sferrato un primo colpo in faccia, spaccandole il sopracciglio. La vittima istintivamente si è coperta il volto, dove il sangue ha iniziato a colare copioso dalla vistosa ferita, con le braccia, che sono state colpite dalle successive mazzate sferrate dall'uomo che le hanno provocato la rottura dell'arto in più punti.

 

All'arrivo dei carabinieri del maresciallo Claudio Girolimetto la donna era a terra ridotta a una maschera di sangue. L'aggressore non ha opposto alcuna resistenza ed è stato accomapgnato in caserma. Il personale medico del Suem ha preso in cura la donna e l'ha trasportata al vicino ospedale di Camposampiero. E' stata giudicata guaribile in 45 giorni. 

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Accurati accertamenti hanno scongiurato traumi interni provocati dalle botte patite. L'uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. E' stato accompagnato a casa di un familiare in un altro comune di residenza in regime di arresti domiciliari, mentre la moglie è potuta tornare nella sua abitazione, ora finalmente libera dalla violenza del marito. E' il primo caso di maltrattamenti in famiglia che emerge da quando sono scattate le limitazioni per arginare il diffondersi dei positivi al Coronavirus.

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Vista la situazione e il pericolo aumentato dalla quarantena che corrono molte donne, crescono le iniziative di solidarietà su internet, a partire da semplici ma spesso fondamentali piattaforme di ascolto e condivisione di esperienze di donne vittime di violenza domestica e di genere, come rilanciato dal collettivo Non Una di Meno. Un servizio che può fornire un primo aiuto, una consulenza o anche semplicemente un canale di sfogo è quello fornito dal Telefono Rosa al numero 1522.

 

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Una linea telefonica gratuita attiva 24 ore su 24 che raccoglie le richieste d'aiuto di donne vittime di violenza e di stalking. Tantissime anche le iniziative social che vogliono far sentire le donne meno sole. Chat e piattaforme dove condividere la propria esperienza di abuso, chiedere un parere, invocare aiuto o anche semplicemente ascoltare le storie delle altre donne.

 

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Fra queste, la campagna Tutte a casa - Donne, Lavoro, Relazioni ai tempi del Covid-19, la pagina Facebook che invita le donne a condividere il vissuto quotidiano dell'isolamento in casa in un vero e proprio documentario collettivo. Il Telefono Rosa ricorda anche gli altri servizi di supporto, come le Case Rifugio che sono aperte anche in emergenza Coronavirus, il Centro regionale e la Casa Internazionale dei Diritti Umani delle donne.

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