mohammed bin salman joe biden naftali bennett

GLI STATI UNITI STANNO TENTANDO UNA MEDIAZIONE TRA ARABIA SAUDITA, ISRAELE ED EGITTO PER IL TRASFERIMENTO DI DUE ISOLE STRATEGICHE DEL MAR ROSSO, TIRAN E SANAFIR, DAL CAIRO A RIAD - LA NOTIZIA, DIFFUSA DA "AXIOS, E' CLAMOROSA PERCHE', SE L'ACCORDO SARA' FINALIZZATO, POTREBBE RAPPRESENTARE IL PRIMO PASSO SULLA STRADA DELLA NORMALIZZAZIONE DELLE RELAZIONI TRA I SAUDITI E ISRAELE - BIDEN VUOLE CHIUDERE L'ACCORDO PRIMA DEL SUO VIAGGIO IN MEDIO ORIENTE, A FINE GIUGNO...

Da agenzianova.com

 

Isole Tiran e Sanafir nel mar Rosso

L’amministrazione degli Stati Uniti sarebbe tentando una mediazione tra Arabia Saudita, Israele ed Egitto per finalizzare il trasferimento delle due isole strategiche del Mar Rosso, Tiran e Sanafir, dal Cairo a Riad. Secondo quanto riportato dal sito statunitense “Axios”, la finalizzazione dell’accordo, annunciato per la prima volta nel 2016 durante una visita del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi a Riad, potrebbe rappresentare un primo passo sulla strada della normalizzazione delle relazioni tra Arabia Saudita e Israele.

 

Fonti statunitensi e israeliane hanno affermato ad “Axios” che l’accordo non è completo e che i delicati negoziati sono ancora in corso. L’obiettivo di Washington sarebbe quello di ottenere un accordo prima del viaggio di Biden in Medio Oriente, previsto a fine giugno, che dovrebbe prevedere una tappa in Arabia Saudita, la prima visita nel Paese del Golfo del presidente Usa dall’inizio della sua amministrazione nel 2021.

joe biden intervistato da lester holt per nbc

 

Secondo i media arabi, il viaggio dovrebbe includere anche un vertice dei leader con i leader di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Oman, Qatar, Kuwait, Egitto, Giordania e Iraq.

 

L’amministrazione Biden ritiene che la conclusione di un accordo potrebbe creare fiducia tra le parti e creare un’apertura per future relazioni tra Israele e Arabia Saudita, che non hanno relazioni diplomatiche ufficiali. In caso di successo, l’accordo sarebbe il risultato più significativo della politica estera statunitense in Medio Oriente dopo gli Accordi di Abramo tra Israele, Emirati, Bahrein e Marocco raggiunti nel 2020 sotto l’amministrazione di Donald Trump.

 

mohammed bin salman

Nel 2020, l’Arabia Saudita ha sostenuto gli Accordi di Abramo, ma all’epoca ha chiarito che non avrebbe comunque normalizzato le relazioni con Israele a meno di seri progressi nel processo di pace israelo-palestinese.

 

L’accordo con Israele ed Egitto sarebbe stato uno dei temi discussi durante le recenti visite separate a Washington del ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, e del viceministro della Difesa saudita, Khalid bin Salman, ex ambasciatore di Riad negli Stati Uniti e fratello dell’erede al trono Mohammed bin Salman. Durante la loro permanenza a Washington sia Gantz che Khalid bin Salman hanno avuto colloqui con il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, Jake Sullivan.

 

joe biden

All’incontro tra Sullivan e Khalid bin Salman avrebbe partecipato inoltre il coordinatore della Casa Bianca per il Medio Oriente Brett McGurk, che secondo “Axios” sarebbe la persona di riferimento dell’amministrazione Biden negli attuali sforzi di mediazione tra Arabia Saudita e Israele.

 

Pur avendo accettato in linea di principio il trasferimento della sovranità delle Isole all’Arabia Saudita, Israele vuole anche che Riad adotti alcuni passi nell’ambito di sforzi più ampi per raggiungere un accordo su diverse questioni ancora irrisolte, tra cui la concessione alle compagnie aeree israeliane di attraversare tutto lo spazio aereo saudita anche per i voli commerciali, riducendo drasticamente i tempi dei voli verso i Paesi dell’Asia orientale.

 

naftali bennett

Dopo l’annuncio degli Accordi di Abramo, l’Arabia Saudita ha iniziato a consentire alle compagnie aeree israeliane di attraversare parte del proprio spazio aereo orientale, ma solo per i voli verso gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, Paesi firmatari degli Accordi. Inoltre, Israele chiede che i sauditi consentano voli diretti da Tel Aviv agli aeroporti del Paesi del Golfo per i musulmani israeliani che intraprendono il pellegrinaggio alla Mecca e Medina.

 

L’accordo sulla demarcazione dei confini marittimi, siglato alla presenza del presidente Abdel Fatah al Sisi e del re saudita Salman nell’aprile del 2016, aveva suscitato forti proteste in tutto il Paese: centinaia di attivisti erano scesi in piazza per chiederne l’annullamento. L’intesa per la cessione delle isole Tiran e Sanafir, nel Mar Rosso, all’imbocco del Golfo di Aqaba, tocca anche Israele, perché andrebbe a modificare l’accordo di pace tra il Cairo e Gerusalemme del 1979. L’isola di Tiran è infatti fondamentale per l’accesso di Israele al Mar Rosso. Il blocco navale degli stretti di Tiran, davanti alle coste di Sharm el Sheikh, è considerato ancora oggi il “casus belli” che segnò l’inizio della Guerra dei sei giorni del 1967.

 

jack sullivan

Le due isole furono occupate da Israele nel 1967 durante la Guerra dei sei giorni, prima di essere restituite all’Egitto nel 1982, in base agli accordi di pace di Camp David del 1978. La proprietà delle isole disabitate all’imbocco del Golfo di Aqaba è stato a lungo contesa sia dal Cairo che da Riad. Un tempo Tiran e Sanafir formavano il confine tra l’Impero ottomano e la colonia britannica egiziana. La loro importanza strategica deriva dal fatto che si trovano sulla rotta marittima che collega il porto giordano di Aqaba e quello israeliano di Eilat al Mar Rosso.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...