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UNO STUPRO TIRA L’ALTRO – UNA LUNGA SERIE DI VIOLENZE SESSUALI TRA GIOVANISSIMI STA SCONVOLGENDO REGGIO EMILIA: PRIMA UNA RAGAZZA HA DENUNCIATO DI AVER SUBITO UN'AGGRESSIONE DURANTE UNA FESTA. PRIMA DI LEI UNA 15ENNE È STATA ABUSATA DA TRE COMPAGNI, UNA 14ENNE È STATA MOLESTATA SU UN TRENO DA UN 24ENNE E UNA 13ENNE È STATA VIOLENTATA DA UN MAGGIORENNE – GLI ABITANTI NON SONO PIÙ CONVINTI DI VIVERE IN “UN’ISOLA FELICE” E IL SINDACO HA…

Cristiana Mangani per "il Messaggero"

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Alle 19 del fine settimana il camper con la sigla Up gira per la città. Up sta per Unità di prossimità ed è parte del progetto Chance, un sistema di servizio socio educativo, con in testa l'amministrazione comunale di Reggio Emilia. Luca, Daniela, Marco e molti altri, sono gli educatori assoldati per cercare di incrociare le vite dei giovani e, soprattutto, i loro disagi. Ma che sta succedendo in questa città dalle mille iniziative, dal benessere e dal welfare tra i migliori d'Italia? Qui non ci sono banlieue, la periferia è quasi sempre residenziale.

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Eppure quando si parla con commercianti, ristoratori, comuni cittadini, la prima cosa che dicono è: «Se vieni a Reggio metti il giubbotto antiproiettili». E in effetti, il comune emiliano si ritrova da qualche giorno al centro di brutte storie di violenza sessuale. Una dopo l'altra, come se improvvisamente tra i 13 e i 17 anni fossero tutti impazziti e avessero perso la bussola. Una ragazza ha denunciato di aver subito un'aggressione durante una festa tra giovani, nella notte fra sabato e domenica.

 

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La vittima è da poco maggiorenne e ha spiegato che, nell'appartamento, c'erano almeno altri due coetanei. Prima di lei, una 15enne che, sempre durante una festa, ha raccontato di aver subito violenza da tre compagni di classe, uno dei quali è ora agli arresti domiciliari e gli altri due indagati a piede libero. E ancora una 14enne molestata su un treno da un giovane di dieci anni più grande Mentre la storia che sta facendo più clamore è quella emersa dalla denuncia di una 13enne abusata da un maggiorenne a fine 2021, durante un pigiama party.

 

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IL WELFARE Praticamente un bollettino di guerra che impone una riflessione, proprio perché è cresciuto in una città considerata tra le migliori d'Italia per politiche giovanili e condizioni di vita. Se si cerca Reggio Emilia sul web viene subito fuori: Ha gli asili più belli d'Italia. Anche se la cronaca del momento parla di violenze, baby gang, aggressioni. Allora si capisce perché il sindaco Luca Vecchi, in carica dal 2014, una laurea in Economia, stia spingendo affinché il progetto Chance continui ad andare avanti sempre con maggiore energia. Perché lavora affinché la situazione non peggiori.

 

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«Quanto successo in questi giorni - dice - sono fatti gravi che, sebbene accadano ovunque, non vanno sottovalutati. In particolare gli episodi di violenza sessuale che hanno bisogno di fermezza». Il centro della questione - a suo dire - resta sempre la pandemia, il lockdown, «che ha portato a un facile abbandono della scuola, al non ingresso nel sistema lavorativo, e ha fatto crescere disagi e manifestato difficoltà inclusive». «Nella vita della città ci sono problemi come questo - spiega il primo cittadino - Problemi grossi che hanno bisogno del respiro del maratoneta. Siamo consapevoli che dobbiamo andare incontro a una generazione con spirito di costruzione».

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«Non voglio champagne ma voglio una chance», è il ritornello della canzone del trapper Gani nel video girato lo scorso anno a Reggio Emilia. Ed è proprio da quel video che prende il nome il progetto del Comune dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 18 anni. In campo 400 operatori e risorse per 2,5 milioni di euro. «Abbiamo messo in campo tante energie - aggiunge il sindaco -. I nostri servizi sociali hanno in carica 8 mila famiglie, al momento.

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Teniamo aperte 50 scuole anche nel pomeriggio, in modo da offrire luoghi alternativialla strada. Finora hanno aderito alle iniziative proposte circa un centinaio di ragazzi. Bisogna costruire un ponte di fiducia - ammette Vecchi - E questo è un tema che dovrebbe riguardare l'intero paese. Reggio Emilia è una città di eccellenze nel welfare, ma ha gli stessi problemi di tutte le altre città europee».

 

LA LETTERA In una lettera aperta ai cittadini, l'assessora alle pari opportunità, Annalisa Rabitti, è intervenuta sulle violenze avvenute nelle ultime settimane, come esponente dell'amministrazione ma anche come mamma. «La realtà ci dice che c'è ancora tanto da lavorare su tutti i fronti afferma - dall'ambito familiare, a quello educativo e sociale. È come uno schiaffo sonante. Le istituzioni hanno dei doveri che, oltre a dover essere espressi in modo esplicito e fermo, vanno messi in pratica.

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Dobbiamo portare, in un numero sempre maggiore di scuole, l'educazione all'affettività ed alla sessualità, per contrastare quel vuoto che viene riempito da una pornografia che purtroppo oggi è alla portata di tutti e che, quasi sempre, porta in scena stereotipi sessisti, violenti e profondamente sbagliati per i nostri ragazzi. La città deve stringersi intorno alla ragazza (che ha subito la violenza, ndr) e alla sua famiglia: è il contesto che deve cambiare per far sì che la ragazza non si senta vittima una seconda volta».

 

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IL CONTEST Crede meno alle conseguenze generate dalla pandemia, Fabio Salati, presidente dell'Associazione Papa Giovanni XXIII. «Viene utilizzata come pretesto - dichiara - ma io ritengo che il problema arrivi da lontano. Dal mio punto di vista è la fase di contrapposizione alle regole e all'autorità che è forte nei ragazzi tra i 13 e i 16 anni. C'è la totale omologazione al gruppo dei pari che trascina oltre il limite. C'è un società che ti chiede di essere il più giusto sempre.

 

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E poi ci sono i vuoti da riempire, mancano le figure di riferimento: famiglia, scuola, società. Dobbiamo cercare di coinvolgere più giovani possibile - ammette Salati -, dobbiamo comunicare con la loro stessa voce e, per questo, si sta organizzando per settembre prossimo un contest musicale sul trap, il genere più seguito dai giovani, che avrà luogo in alcuni quartieri della città. Ci saranno a disposizione sale di registrazione, spazi per suonare. C'è ancora tanto lavoro da fare».

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