giuseppe condorelli

TORRONCINO DI TRAVERSO PER I CLAN – I CARABINIERI DI CATANIA HANNO ARRESTATO 40 PERSONE LEGATE AL CLAN SANTAPAOLA-ERCOLANO DOPO LA DENUNCIA DI GIUSEPPE CONDORELLI, A CAPO DELL’INDUSTRIA DOLCIARIA - L’IMPRENDITORE SI È RIFIUTATO DI PAGARE IL PIZZO ANCHE DOPO AVER RICEVUTO UN PACCO CON UNA BOTTIGLIA INCENDIARIA CON UN MESSAGGIO: "METTITI A POSTO O TI FACCIAMO SALTARE IN ARIA CERCATI UN AMICO"  IL BOSS INCARCERATO CHE COMANDAVA DURANTE I PERMESSI PREMIO E

Salvo Fallica per "www.corriere.it"

 

giuseppe condorelli 1

L’azienda dolciaria Condorelli, nota per la produzione dei torroncini e dolci di Sicilia, era da tempo nel mirino delle cosche del pizzo legate al clan Santapaola-Ercolano. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, negli anni la Condorelli aveva ricevuto minacce e richieste di denaro, cui però l’azienda aveva resistito, fino alla decisione di denunciare.

 

Quella denuncia ha fornito una ulteriore spinta all’inchiesta «Sotto scacco», avviata nell’ottobre 2017 grazie alle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia — che oggi ha portato a 40 arresti, dieci dei quali ai domiciliari, tra Catania, Siracusa, Cosenza e Bologna. Gli investigatori del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, coordinati dalla Dda, hanno anche chiarito che tra le attività criminali condotte dai gruppi mafiosi riconducibili alla famiglia Santapaola-Ercolano, operanti in provincia di Catania, c’era anche il progetto di far arrivare ingenti carichi di cocaina dall’Ecuador occultata in container contenenti banane.

carabinieri

 

Il tentativo di estorsione

Gli investigatori di Paternò hanno ricostruito il tentativo di estorsione aggravata all’industria dolciaria — una delle più famose d’Italia, con sede a Belpasso, alle pendici dell’Etna — guidata dal cavalier Giuseppe Condorelli, erede del fondatore, Francesco. Nel 2019 i mafiosi avevano recapitato un pacco con un biglietto con la scritta «mettiti a posto ho (sic) ti facciamo saltare in aria cercati un amico» e una bottiglia incendiaria.

 

giuseppe condorelli 2

Condorelli aveva denunciato il tentativo di estorsione ai carabinieri, che stavano già indagando sul clan e che, a quel punto, avevano intercettato una telefonata tra due affiliati Barbaro Stimoli e Daniele Licciardello. Nella conversazione — ora agli atti dell’inchiesta — i due parlavano dei rischi che si posso corre al tentativo di estorcere denaro ad un personaggio di rilievo nazionale come il produttore dei torroncini: così la mafia dell’hinterland pedemontano dell’Etna aveva cambiato strategia e abbandonato l’idea di continuare a tentare l’estorsione.

 

Il boss che comandava durante i permessi premio

L’operazione antimafia ha permesso di ricostruire gli organigrammi di gruppi mafiosi della famiglia Santapaola-Ercolano a Paternò e Belpasso (importanti centri della provincia etnea). Secondo l’accusa, gestivano un fiorente traffico di stupefacenti, in particolare marjuana e cocaina, ma anche estorsioni, riciclaggio, ricettazione, creando una situazione di grave condizionamento del tessuto economico locale.

 

DIA - 3

Tra gli elementi di vertice, ricostruisce la Dda, c’era il boss Santo Alleruzzo che, nonostante una condanna all’ergastolo per duplice omicidio, mafia e traffico di droga che sta scontando detenuto a Rossano (Cosenza), approfittava dei permessi premio per ritornare nel paese d’origine, Paternò, dove durante dei summit mafiosi continuava ad impartire ordini e direttive per la gestione degli affari del clan.

 

L’estorsione ad altri imprenditori

L’operazione del Comando dei carabinieri di Catania — guidato dal colonnello Coppola — ha fatto emergere «una situazione di grave inquinamento mafioso del tessuto economico locale, come dimostra l’individuazione di diversi imprenditori che consapevolmente favorivano le illecite attività del clan». Secondo le accuse il titolare di una ditta di commercio di prodotti ortofrutticoli otteneva la protezione della mafia per imporsi sulla concorrenza e gestire eventuali «problemi» con i creditori versando ai vertici della cosca una percentuale degli utili di impresa e consentendo loro di concludere affari.

giuseppe condorelli

 

Ed ancora, un proprietario di importanti gioiellerie — secondo gli inquirenti — «consentiva al capo del clan di operare compravendite in contanti di diamanti, orologi e gioielli, senza rendicontazione fiscale, permettendogli di riciclare denaro “sporco”».

 

Le indennità di disoccupazione

Dalle indagini è emerso anche un ulteriore canale di finanziamento delle casse del clan: l’indebita percezione dell’indennità di disoccupazione agricola. Secondo l’accusa, attraverso una rete di ditte compiacenti, consulenti del lavoro disponibili e soggetti che si prestavano a fungere da falsi braccianti, l’organizzazione predisponeva tutta la documentazione necessaria ed inoltrava all’Inps le domande per l’indennità.

 

condorelli 1condorelliDIA - 1DIAcarabiniericarabinierigiuseppe condorelli 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…