1- FERMI TUTTI! LA SINISTRA HA TROVATO IL SUO CANDIDATO AL COLLE: NAPOLITANO BIS! 2- “L'ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON PUO' ESSERE OGGETTO DI TRATTATIVE IMPROPRIE”, SCRIVONO LE RIVISTE ‘’MONDOPERAIO’’ E ‘’RESET’’ IN UN APPELLO CHE STA PER ESSERE LANCIATO. AL DOCUMENTO HANNO LAVORATO, TRA GLI ALTRI, I SENATORI DEL PD MORANDO E TONINI, DUE DEI PIÙ STRENUI DIFENSORI DELL’”AGENDA MONTI” 3- ECCO PERCHE’ IL COLLE SI STA MUOVENDO A SPRON BATTUTO CON LA CONSULTA PER ELIMINARE QUALSIASI “TRACCIA” DELLE FAMIGERATE TELEFONATE TRA RE GIORGIO E MANCINO

Tommaso Labate per "Pubblico"

C'è un foglietto di carta che, tra qualche giorno, potrebbe attrarre su di sé l'attenzione di tutta la politica italiana. Un foglietto che, finora, hanno visto in pochissimi. Un foglietto in cui, tra le altre cose, c'è scritto che in questo momento di emergenza per il Paese «l'unico punto di equilibrio è rappresentato dalla Presidenza della Repubblica».

E soprattutto che «l'elezione del nuovo presidente della Repubblica non potrà essere oggetto di trattative oblique e improprie». Un foglio di carta in cui è impresso nero su bianco che l'attuale inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano, s'è contraddistinto per la sua «personalità», per la sua «prudenza», per il suo «coraggio».

L'unica cosa che non c'è scritta, in questo foglietto, rimanda alle possibili intenzioni di chi lo sta già promuovendo. E a quello che potrebbe essere l'obiettivo degli esponenti del mondo politico e della cultura che, su quello stesso foglietto, hanno già avviato una raccolta di firme. E cioè l'inizio di un dibattito sull'ipotesi del «Napolitano bis».

Premessa. Il capo dello Stato l'ha manifestata più volte, soprattutto in privato ma anche in pubblico, la sua indisponibilità a inserirsi in qualsiasi discussione possa alimentare le voci di una sua permanenza al Quirinale dopo la fine del settennato. E l'intenzione di concludere la sua esperienza al Colle con l'avvento della primavera del 2013 sono sincere.

Tra l'altro sono stati proprio i suoi uomini, nelle ultime settimane, a far trapelare la ferma volontà di Napolitano di sciogliere le Camere - nel pieno rispetto della Costituzione - non prima della fine di febbraio. In modo che le elezioni politiche si svolgano non prima dell'inizio di aprile, ovviamente. E che sia il suo successore, e non lui stesso, a nominare il prossimo presidente del Consiglio.

Eppure quel foglietto di carta è venuto fuori lo stesso. Ed è stato partorito all'interno di un'area politico-culturale popolata da personalità che Napolitano lo conoscono benissimo. Da sempre. L'appello a preservare «l'elezione del prossimo presidente della Repubblica» da «trattative obblique e improprie» sarà lanciato tra qualche giorno da due delle riviste principali del panorama culturale della sinistra italiana. E cioè da «Mondoperaio», direttore Luigi Covatta. E da «Reset», fondato e a tutt'oggi diretto da Giancarlo Bosetti.

«In questo momento non posso dire nulla», conferma Covatta rispondendo a «Pubblico». «Soprattutto perché, come immagina, si tratta di una questione molto delicata», aggiunge il direttore di «Mondoperaio». Che, prima di chiudere la conversazione, aggiunge soltanto un dettaglio: «Le posso soltanto dire che quest'appello lo stiamo sottoponendo ad alcuni politici e intellettuali che stanno soprattutto nel centrosinistra. Ma anche, in qualche caso, nel centrodestra».

Impossibile sapere di più. Ma, stando a quando risulta a «Pubblico», il testo dell'appello - prima di arrivare all'ultima e decisiva versione - è stato oggetto di una grande opera di mediazione. Che va avanti da almeno una settimana. Al documento hanno lavorato, tra gli altri, i senatori del Pd Enrico Morando e Giorgio Tonini, due dei più strenui difensori dell'«agenda Monti».

E alla stesura del testo hanno dato un loro contributo anche gli esponenti del «gruppo dei quindici» democrat che a luglio, dalle colonne del «Corriere della Sera», chiesero al Pd di continuare il lavoro avviato dai Professori «nella prossima legislatura»: da Claudia Mancina a Magda Negri, passando per il giuslavorista Pietro Ichino.

Rino Formica fu il primo, un anno e mezzo fa , a scriverlo senza giri di parole sul «Riformista» diretto da Emanuele Macaluso. «Se in questo biennio non si ritrova una soluzione di pacificazione istituzionale», annotò l'ex ministro socialista, «occorre prevedere sin da oggi la rielezione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano».

Difficile stabilire se l'avvento del governo Monti, voluto dal Quirinale, abbia certificato oltre ragionevole dubbio l'esistenza della «pacificazione istituzionale». Ovviamente, tra un «sì» e un «no», è forse più la seconda che la prima. «Certo», dice Formica a «Pubblico», «da allora a oggi sembra passata una vita.

E l'operazione di Napolitano che ha portato al governo Monti è ancora sub judice. Certo, un dibattito sulla rielezione dell'attuale capo dello Stato, che a mio avviso rimane l'uomo migliore per quel ruolo, non può essere fatto senza il suo assenso». Ma la raccolta delle firme, quella sì. Partirà lo stesso.

 

 

GIORGIO NAPOLITANO Giorgio Napolitano da giovaneGIORGIO NAPOLITANOGIANCARLO BOSETTI EMMA BONINO - COPYRIGHT PIZZIQUIRINALE jpeg luigi covattaENRICO MORANDO

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...