matteo salvini gianni letta guido crosetto giorgia meloni

C'E' UN ALTRO CENTRODESTRA - NEL SUO VIAGGIO VERSO UNA DESTRA LIBERALE EPURATA DAL SOVRANISMO DEL CARROCCIO, GIORGIA MELONI È STATA ABILISSIMA A CONVINCERE BERLUSCONI DI EVITARE DI FARE LA CLAQUE A CONTE: SIAMO IN ASCESA NEI SONDAGGI, PARTECIPANDO NOI CI INDEBOLIAMO DAL PUNTO DI VISTA POLITICO - E QUEL PAROLAIO DI SALVINI CHE AVEVA DICHIARATO “QUANDO ARRIVERÀ L’INVITO, CI PENSERÒ”, RIMASTO ISOLATO, HA RINCULATO. A OTTOBRE, IL CAPITONE FINIRA' A TAVOLA...

1 – DAGOREPORT

guido crosetto giorgia meloni

Se il centrodestra diserterà gli Stati generali è solo perché Giorgia Meloni, grazie ai consigli di Guido Crosetto, ha sviluppato più fiuto politico di Salvini. Nel suo viaggio verso una destra liberale, “Io sono Giorgia” è stata abilissima a convincere Berlusconi di evitare di fare la claque a Conte: ora che siamo in ascesa nei sondaggi, partecipando noi ci indeboliamo dal punto di vista politico. E quel parolaio di Salvini che aveva dichiarato “quando arriverà l’invito, ci penserò”, è rimasto isolato e ha rinculato.

 

Il duplex Meloni-Crosetto e Letta-Berlusconi, più solido che mai dopo la candidatura, in barba alla Lega, di Raffaele Fitto in Puglia, sta lavorando per creare un centrodestra liberale, epurato dal populismo del Carroccio.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

 

E Salvini? Per ridimensionarlo si aspettano le regionali. L’ex Truce ha già preso una scoppola in Emilia Romagna, con la candidatura di Lucia Borgonzoni. In Toscana, dove corre Susanna Ceccardi, altra scelta demente di Salvini, il centrodestra è sotto nei sondaggi. Se Fratelli d’Italia vincesse in Puglia e nelle Marche con i propri candidati e Zaia trionfasse ancora in Veneto il “Capitone” sarebbe servito a tavola.

 

 

2 - CENTRODESTRA: NO AL PREMIER PASSA LA LINEA DELLA MELONI

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

IL FOTOMONTAGGIO DI SALVINI MELONI E TAJANI CON UN MALATO DI CORONAVIRUS

«Non andiamo a inaugurare il partito di Conte». Lega, FI e Fdi litigano sulle regionali ma sul no all'iniziativa del premier sugli Stati generali tutti e tre i partiti hanno alzato il muro. Attendista Salvini che aveva fatto sapere di voler valutare «le richieste» del governo, aperturista Tajani sulla linea del dialogo di Berlusconi, nettamente contraria la Meloni: alla fine ha prevalso la strategia del sì ad un incontro a palazzo Chigi e il niet alle «passerelle» a villa Pamphilj

 

letta berlusconi

Alla riunione questa volta era presente anche il vice segretario della Lega Giorgetti si è discusso subito dell'atteggiamento da tenere sulla kermesse. Con l'obiettivo di evitare una spaccatura nella coalizione. L'sms della convocazione era arrivato a Salvini nella tarda serata di martedì. La presidente di Fdi invece è stata contattata direttamente dal capo dell'esecutivo. «Ma dobbiamo discutere del dl rilancio? Di come vanno spesi i soldi?», la domanda della Meloni al premier.

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

 

Quando però si è capito che non c'era alcuna possibilità di incidere sui provvedimenti sul tavolo le perplessità anche di chi era disposto ad un confronto, come FI e Lega, sono aumentate. «E allora che veniamo a fare?», la risposta. Conte ha insistito, spiegato che villa Pamphilj è da considerarsi a tutti gli effetti una sede istituzionale. E se a palazzo Chigi il gran rifiuto' è stato accolto come la prova che dell'opposizione non c'è da fidarsi, nel centrodestra si ridimensiona la portata degli Stati generali.

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

 

«Si tratta di un numero incredibile di sigle e non c'è neanche la sponda del Quirinale. E' uno schiaffo al metodo di Conte, non agli appelli del presidente della Repubblica», il refrain. Il leader del partito di via Bellerio attacca frontalmente: «Gli italiani non hanno bisogno di altri show e di archistar, c'è bisogno subito della cassa integrazione per milioni di lavoratori, soldi veri per imprenditori e famiglie, scuole aperte e sicure. La discussione deve avvenire in Parlamento». Se Conte cambiasse toni e luogo del confronto se ne potrebbe anche riparlare, dicono i leghisti.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI COME ALEXANDRA GRANT E KEANU REEVES – BY LUGHINO

 

«Abbiamo sempre risposto positivamente agli appelli. Se il premier ci chiama nella sede del governo ci andiamo», dice Tajani. «Gli Stati generali per noi sono il Parlamento della Repubblica», incalza la Meloni mentre il Capitano' accusa il premier di voler oscurare il piano Colao per avere i riflettori su di sé. La decisione di disertare l'appuntamento è la pietra tombale sull'ipotesi di collaborazione tra maggioranza e opposizione. Il Pd ha fatto pressing per un ampio coinvolgimento, ma la strategia di Salvini e Meloni è quella di lasciare che Conte venga accerchiato, isolato. «Lasciamo che venga logorato», l'alt di Salvini e Meloni.

 

Sulle candidature alla prossima tornata elettorale, invece, i due non hanno ancora trovato la quadra. Sia in Fdi che nella Lega si parla di «clima buono», ma nei fatti il punto di caduta non c'è. Salvini si è presentato al tavolo chiedendo di resettare tutto. Ponendo una pregiudiziale anche «etica» sulla Campania, dopo l'inchiesta che ha coinvolto la famiglia Cesaro, invocando nomi nuovi, provenienti dalla società civile.

 

 

salvini giorgetti

FI per ora resiste su Caldoro ma non si esclude che possa virare sull'alternativa Martusciello. Il partito di via Bellerio ha chiesto a Berlusconi di replicare il modello Santelli' utilizzato in Calabria. Il Capitano punta ad essere il federatore della coalizione ma di fatto teme che dalle regionali possa essere uscire sconfitto anche qualora vincesse il centrodestra.

 

CALDORO CON LA BENDA SULL OCCHIO

La posizione dei lumbard la riassume un big': «Se Fdi vincesse in Puglia e nelle Marche con i propri candidati e Zaia in Veneto tutti parlerebbero di ridimensionamento di Matteo». Da qui la rivendicazione o delle Marche per replicare il laboratorio' Umbria, oppure di un rimescolamento delle carte. «E poi osserva lo stesso dirigente Fdi avrà due esponenti nelle Authority, Agcom e Privacy, e il questore alla Camera». La Meloni, però, di passi indietro neanche a parlarne: «Ora la devono risolvere Lega e FI. Noi abbiamo già ceduto in passato. Basta». La partita è stata allargata anche ad altre elezioni. Il Lazio potrebbe toccare al Carroccio, ma l'intesa ancora non c'è.

 

raffaele fitto ursula von der leyen

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