nassiriya

''COME SI FERMA UN KAMIKAZE SU UN CAMION CON 4 TONNELLATE DI ESPLOSIVO?'' - IL GENERALE BRUNO STANO CONDANNATO IN CASSAZIONE: DOVRÀ RISARCIRE LE FAMIGLIE DELLE VITTIME DI NASSIRIYA. ERA LUI AL COMANDO DELLA BRIGATA SASSARI E PER I GIUDICI AVEVA IGNORATO GLI ALLARMI CONCRETI DI UN ATTENTATO. LUI RISPETTA LA SENTENZA MA SPIEGA LE SUE RAGIONI

Grazia Longo per www.ilsecoloxix.it

 

 

bruno stano Nassirya

«Le sentenze si accettano e non si commentano. Ma no, in verità non mi sento in colpa per la strage di Nassiriya. Cosa avrei potuto fare io per arginare un kamikaze su un camion con 4 tonnellate di esplosivo? ». Bruno Stano, generale dell’Esercito in pensione ma ancora collaboratore delle Forze armate, è stato condannato dalla Corte di cassazione civile a risarcire le famiglie delle vittime della strage di Nassiriya, avvenuta il 12 novembre 2003, nella quale morirono 19 italiani. Era lui al comando della Brigata Sassari durante la missione italiana in Iraq, quando alle 10. 40 del 12 novembre 2003 un’autocisterna guidata da un terrorista di Al Qaeda piena zeppa di esplosivo si infilò nella base Maestrale. La deflagrazione fu infernale: morirono 28 persone, crollò un edificio e venne danneggiata la palazzina del comando.

 

Il comandante condannato

«Poiché pur essendo pensionato partecipo a un progetto dell’Esercito non posso rilasciare interviste senza essere autorizzato – prosegue l’alto ufficiale, che negli anni è stato promosso fino a diventare generale di corpo d’armata –. Ma vorrei ricordare che quella era una missione umanitaria. La base militare era in mezzo alla comunità locale. E dunque io come primo gesto umanitario avrei dovuto fare evacuare le case? Non era quello il nostro obiettivo». Assolto in via definitiva in sede penale, il generale Bruno Stano dovrà invece rispondere civilmente per gli errori commessi. Gli Ermellini sono infatti convinti che abbia sottovalutato il pericolo in cui si trovavano i militari all’interno del quartier generale italiano a Nassiriya in caso di un attentato «puntuale e prossimo» alla base e per la «complessiva insufficienza delle misure di sicurezza».

nassirya_2

 

La sentenza

I giudici della Terza sezione civile della Corte Suprema hanno invece confermato l’assoluzione per l’allora colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli, attualmente generale e all’epoca responsabile della base Maestrale. Secondo quanto emerso dai processi, Di Pauli tentò di far salire il livello di guardia e di protezione ma i superiori non gli diedero retta. A partire da Bruno Stano che avrebbe sottovalutato il pericolo in cui si trovavano i militari italiani e per questo era stato già condannato dalla Corte d’Appello di Roma a risarcire le famiglie delle vittime.

 

nassirya2

L’avvocato Rino Battocletti, legale di una quindicina di feriti scampati alla strage di Nassiriya accoglie favorevolmente il giudizio: «La sentenza pone fine a un iter giudiziario lunghissimo e molto articolato e accerta, in maniera definitiva, l’obbligo risarcitorio del generale Spano. Da questo punto di vista non si può che esprimere soddisfazione rispetto a una vicenda che avrebbe dovuto trovare già una soluzione soddisfacente per i feriti e i familiari delle vittime». L’avvocato precisa inoltre che «l’entità dei danni dovrà essere quantificata in sede civile».

 

Allarmi sottovalutati

nassirya3

 

A convincere i giudici della Cassazione ad annullare la sentenza di appello che scagionava Bruno Stano da ogni responsabilità civile ci sono alcune considerazioni. Innanzitutto il fatto che, dalle indagini è emerso come il generale avesse ignorato gli allarmi del Sismi (i servizi segreti esteri attualmente definiti Aise) che riferivano di un imminente attentato alle nostre forze a Nassiriya. L’intelligence infatti, il 23 ottobre, segnalò «un attacco in preparazione al massimo entro due settimane».

 

Il 25 ottobre lanciò l’allarme di «un camion di fabbricazione russa con cabina più scura del resto» e il 5 novembre avvertì che «un gruppo di terroristi di nazionalità siriana e yemenita si sarebbe trasferito a Nassiriya». Il generale Stano, non avrebbe, inoltre messo in atto le strategie necessarie a difendere la base Maestrale. C’è tuttavia da ricordare che prese servizio l’8 ottobre 2003, mentre la base era stata allestita il giugno precedente.

funerale Nassiryavittime nassirya

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO