trump afghanistan

AMERICA FATTA A MAGLIE - IL DISCORSO DI TRUMP SULL’AFGHANISTAN RACCHIUDE IL VERO MOTIVO DELL’USCITA DI BANNON: ALTRO CHE CAZZATE SUL FASCISMO, IL PUNTO È L’ISOLAZIONISMO. IL PRESIDENTE HA SCELTO DI ASCOLTARE I GENERALI E FARE IL COMMANDER IN CHIEF. BASTERANNO 5MILA UOMINI IN PIÙ IN UN PAESE CHE NE HA AVUTI 140MILA? NO, MA TRUMP SAREBBE STATO CONVINTO DA QUESTA FOTO SU KABUL PRIMA DEI TALEBANI

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

“L'istinto era quello di ritirarsi, andare via Di solito tengo a seguire i miei istinti, ma per tutta la vita ho sentito dire che le decisioni sono diverse quando ti siedi alla scrivania dell'ufficio Ovale”. Seguono i punti principali della nuova dottrina sull'Afghanistan.

trump eclisse senza occhialitrump eclisse senza occhiali

Il Pakistan deve cambiare atteggiamento e aiutare gli Stati Uniti a combattere il terrorismo smettendo di dargli invece asilo.

 

Gli Stati Uniti non forniscono date con numeri sull'impegno e le scadenze perché già in passato è stato commesso l'errore marchiano di dare informazioni al nemico.

L'approccio va sotto il nome di principled realism, che e’ poi lo stesso termine usato nel discorso ai Paesi arabi e all'Arabia Saudita per chiarire cosa l'Amministrazione intende per politica da usare verso dei regimi repressori delle libertà.

 

Gli Stati Uniti combattono per vincere ed è per questo che sono state tolte tutte le restrizioni sugli ingaggi imposte all'esercito dall'amministrazione Obama.

 

Basterà per cambiare verso alla sorte di un Paese nel quale oggi, con tutte le truppe presenti, si vive nel terrore, i talebani controllano buona parte del territorio, tutte le ambasciate sono chiuse, i programmi civili fermi, l'incertezza sul futuro terribile? Che cosa di concreto possono fare 5mila soldati in più, che al massimo faranno 15mila in tutto, in un'area nella quale un tempo ce ne sono stati 130/ 140mila e non sono riusciti a vincere?

famiglia trump eclisse con occhialifamiglia trump eclisse con occhiali

 

Toccherà a un presidente che già combatte come un leone nell'arena nazionale vedersi arrivare le bare avvolte nella bandiera? Solo ottimismo della volontà o davvero gli americani e i militari importanti che circondano il presidente ormai hanno in mente una strategia nuova che non sia solamente prendere un po' a calci quei mascalzoni del Pakistan?

 

Superata anche la giornata di eclissi totale del sole, 200 milioni di americani impazziti e anche la Guardia Nazionale abbastanza in crisi, Trump si è tolto gli occhiali da sole un po' tardivamente indossati per guardare il fenomeno strepitoso ed è andato ad Arlington in Virginia dai militari, per il discorso che secondo i suoi critici segna l'ennesima giravolta e tradimento delle promesse della campagna elettorale, ma tanto i suoi critici qualcosa da dire contro la trovano sempre, si sarebbero altrettanto indignati del contrario,e lo fanno ogni volta che quelle promesse elettorali vengono invece mantenute e rivendicate.

 

afghanistan  prima  dei talebaniafghanistan prima dei talebani

Di certo Donald Trump ha deciso che quella in Afghanistan diventa la sua guerra e che la combatterà a modo suo, cambiando completamente metodo. È una cosa naturalmente più facile a dirsi che a farsi.

 

 Come? Il presidente ha spiegato perche’ ha cambiato idea rispetto al 2016, quando diceva “basta buttare soldi e perdere vite, dobbiamo ricostruire l'America,” e che andare via dall'Afghanistan non è né’ praticabile né’ sensato, quel che è sensato e’ di starci per vincere, per uccidere i terroristi.

 

Il presidente non ha perso l'occasione per ricordare il fallimento della presidenza Obama e i risultati disastrosi del preavviso di ritiro graziosamente inviato in Iraq in un momento in cui i fondamentalisti stavano perdendo la guerra, ma anche di un impegno profuso della cosiddetta guerra giusta e l'Afghanistan senza alcun risultato se non quasi 3000 morti americani.

 

afghanistan  prima e dopo i talebaniafghanistan prima e dopo i talebani

Il New York Post di Murdoch, che appoggia la presidenza, ma da lontano e criticamente, lo giudica un grande discorso, con ragione, fatto col cuore e con la testa, in nome di un principled realism, un realismo che si riempie di principi, che agli americani stanchi di guerra e di ingerenza da superpotenza a cui non corrisponde successo, illustra un altro modo di essere, diverso dei fallimenti di Obama ma anche dalle pretese di George W Bush, con un occhio agli ideali americani e una profonda e ferma consapevolezza delle condizioni attuali del mondo.

 

Nessuna pretesa di nation-building, non si andrà mai più in terre lontane a tentare di esportare il modello virgola gli afghani saranno lasciati libere di decidersi la forma di governo che vorranno, ma solo dopo che il terrorismo sarà stato eliminato, perché il terrorismo, che sia dei talebani, che sia di al-Qaeda che sia di Isis, riguarda l'America e riguarda la sicurezza del mondo.

 

afghanistan  prima dei talebaniafghanistan prima dei talebani

 Ne sono responsabili vicini come il Pakistan, che Donald Trump, in un cambio secco di strategia della politica estera americana, ha attaccato con grande durezza, dicendo chiaramente che o smettono di dare asilo e difesa ai terroristi o lo scontro sarà inevitabile e avere il nucleare non li proteggerà, ma devono fare di più anche gli alleati della NATO e soprattutto l'India virgola basta chiamarsi fuori.

 

Il progetto afgano andava avanti già da mesi, ostacolato, fra le tante chiacchiere questa è vera, da Steve Bannon, il consigliere che se n'è andato qualche giorno fa, convinto della necessità di un sano periodo di isolazionismo americano. Ma era una convinzione destinata a fallire, non è questo il destino degli Stati Uniti d'America, soprattutto non è questa la realtà praticabile. Non è neanche una mera e banale questione di scontro tra militari e civili, tra moderati ed estremisti, è piuttosto una ridefinizione del ruolo della superpotenza che sta prendendo corpo.

 

AFGHANISTAN PRIMA DEI TALEBANIAFGHANISTAN PRIMA DEI TALEBANI

Tra i rumors che accompagnano la decisione del commander-in-chief una pubblicata dal Washington Post circola soprattutto.

 

A convincere definitivamente Trump all'impegno rinnovato in Afghanistan sarebbe stata una fotografia, giovani donne afghane in minigonna che camminano per le strade di Kabul nel 1972. McMaster, consigliere per la sicurezza nazionale, l'avrebbe utilizzata per provare al presidente che un tempo non lontano l'Afghanistan era un Paese moderno e vicino alla cultura occidentale, e che così potrebbe tornare.

COMBATTENTI TALEBANI NELLEST DELLAFGHANISTAN COMBATTENTI TALEBANI NELLEST DELLAFGHANISTAN

 

 È tutto vero naturalmente, stupisce che costituisca una sorpresa, e sarebbe una storia lunga da raccontare, con le grandi pesanti responsabilità di alcune potenze occidentali, l'Inghilterra in primo luogo. Fu fatto fuori ed esiliato un grande re modernizzatore come Amanullah, e oggi procura grande dolore pensare che le donne erano laureate prima di quelle europee in Afghanistan, che facevano il medico e l'insegnante, che erano libere; ma ancora più doloroso e’ immaginare che 16 anni di guerra, con le potenze occidentali presenti in Afghanistan, non abbiano restituito a quelle donne un minimo di libertà, non abbiano potuto o voluto far nulla per restituire dignità al popolo oppresso, neanche un minimo di fiducia nel futuro.

 

È un dolore analogo a quello che si prova pensando oggi all'involuzione rapida e violenta della Turchia, che il grande Ataturk, non a caso amico e pupillo dell'afgano Amanullah, aveva creduto di salvare definitivamente dal pericolo dell'oscurantismo islamico.

uomini in burqa a kabuluomini in burqa a kabul

Vedremo. Stasera il Commander in chief torna a fare il presidente in perenne campagna elettorale e va in Arizona a Phoenix per un grande rally che promette furore con l'arrivo in massa di sostenitori e contestatori.

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