1. ATTENTI! L’ACCORDO TRA BERLUSCONI E MARONI CAMBIA LO SCENARIO DEL DOPO ELEZIONI 2. DOPO AVER FATTO ALCUNI SEMPLICI CONTI CHE DANNO LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA A CAVALLO DEL 30%, LA VERA SFIDA NON È PIÙ QUELLA DI FAR ARRIVARE IL TERZO POLO AL QUARTO POSTO, MA È MOLTO PIÙ AMBIZIOSA E COSTITUISCE L’OBIETTIVO VERO DEL FIDANZATO DI FRANCESCA PASCALE: FAR SÌ CHE QUELLO DA LUI STESSO DENOMINATO “TRIO SCIAGURA”, FORMATO COME È NOTO DA MOSÈ MONTI, PIERFURBY CASINI E GIANFRY FINI IN TULLIANI, FERMI LA SUA CORSA AL 9.9 PER CENTO DEI CONSENSI ELETTORALI 3. CON UN RISULTATO CLAMOROSO, SE CIÒ AVVENISSE: IL TRIO SAREBBE FUORI DALLA CAMERA, VISTO CHE LA LEGGE ELETTORALE FISSA AL 10% LO SBARRAMENTO PER LE COALIZIONI 4. NON SOLO: L’ONDA PIÙ LUNGA DEL CENTRODESTRA ALLONTANA LA CISL DI BONANNI DALLE SIRENE ORMAI SFIATATE DI MONTI E SI AVVICINA A BERSANI

DAGOREPORT
L'accordo tra Berlusconi e Maroni, dipinto sinora in tono minore perché appariva come una scelta obbligata e comunque difensiva di una ex coalizione sicura perdente, in realtà cambia lo scenario del dopo elezioni, ha riflessi non solo al Nord ma in Italia e anche in Europa. Ecco gli elementi di cui tener conto, dopo aver fatto alcuni semplici conti che danno la coalizione di centro destra a cavallo del 30 per cento (20% Pdl, 55,5-6% Lega, Storace al 2,5", La Russa, Crosetto e Meloni al 2%, Grande Sud all'1,5%).

Il ricompattamento interno al centro destra. L'accordo rimotiva sia i quadri sul territorio sia i protagonisti e ferma la fuga degli incerti, poiché non appare più come una battaglia di sola retroguardia a difesa degli interessi stretti di Berlusconi. Il quale rinunciando a candidarsi premier, si è posto come il federatore del centro destra rilanciando sia Alfano sia Tremonti, del quale già si è vista la capacità di presenza televisiva con la questione Imu e i ricorsi alla Corte Costituzionale.

La vera sfida a questo punto non è più quella di far arrivare il Terzo Polo al quarto posto, ma è molto più ambiziosa e costituisce l'obiettivo vero del fidanzato di Francesca Pascale: far sì che quello da lui stesso denominato "Trio Sciagura", formato come è noto da Mosè Monti, Casini Pierfurby e Gianfranco Fini in Tulliani, fermi la sua corsa al 9.9 per cento dei consensi elettorali. Con un risultato clamoroso, se ciò avvenisse: Udc, Scelta Civica per Monti e Fli fuori dalla Camera dei Deputati, visto che la legge elettorale fissa al 10 per cento lo sbarramento per le coalizioni.

D'altra parte, qualche puzza di bruciato si era già avvertita nei paraggi di Mosè Monti quando una serie di personaggi come Bonanni, Passera, Riccardi, lo stesso Catricalà si defilava evitando di candidarsi. Senza contare lo stesso Montezemolo, pago di aver fornito a Mosè la zattera per attraversare il Mar Rosso nel caso non si aprisse al solo comparire di Monti Mosè.

Alcuni di questi signori danno la colpa a Casini di aver strumentalizzato oltre ogni pudore il nome di Monti. Non a caso, lo stesso Casini si tiene lontano dalla Camera non solo perché punta ad essere eletto al Senato per diventarne il presidente e si candida capolista nelle circoscrizioni del Sud dove l'Udc ha maggiore radicamento.

L'ultima conferma della deriva al ribasso del Terzo Polo è nelle candidature: Scelta Civica, al di là delle migliaia di curriculum che Bondi il censore starebbe esaminando, fa fatica a indicare candidati di peso oltre a partire dal numero tre della lista stessa, perché la dura realtà della politica comporta il rischio di non essere eletti e molti, soprattutto gli imprenditori, non se la sentono di esporsi a figuracce. Ci potrà anche essere qualche candidato di nome, capolista in Lombardia ad esempio, ma finisce lì e non è un antidoto sicuro ad evitare di finire sotto il 10 per cento, eventualità che sinora non era nemmeno stata presa in considerazione.

Se Berlusconi Silvio non è candidato premier il Ppe ci ripenserà. Se nessuno, tanto meno Mosè Monti potrà occupare lo spazio italiano del Ppe perché questo resterà appannaggio dell'attuale proiezione del centrodestra al 30 per cento, i maggiorenti europei che hanno aperto la porta a Mose' Monti ci ripenseranno subito come fecero già con lo stesso Berlusconi nel 1998.

Anche allora il fidanzato della Pascale conteso dalla Knetzevic era inviso in Europa, considerato un parvenu e un pericoloso populista quando in auge era il post franchista Aznar, grande amico politico di Casini. E chi ha lampi di memoria ricorda che fu Francesco Cossiga ad andare a Helmut Kohl a perorare la causa dell'allora Ccd di Mastella e Pierfurby in contrapposizione a Forza Italia. Ma Kohl disse di no, disse che per il Ppe come per i socialisti europei contavano i voti e i seggi e che Forza Italia era più forte e aveva maggiore avvenire del Ccd.

Dopo il 24 febbraio sarà Martens a spiegare alla signora Merkel i medesimi concetti e la Cancelliera non si potrà permettere il lusso di perdere terreno in seno alle istituzioni europee rispetto ai socialisti e abbraccerà di nuovo Berlusconi, che non sarà più premier e non avrà più di tre fidanzate ufficiali. Cosi funziona in Europa, anche Moavero dovrebbe, in teoria, saperlo.

L'onda più lunga del centrodestra aiuta Bersani via Cisl. La navigazione tranquilla del segretario del Pd continua nel frattempo ma con una novità importante legata proprio all'effetto acqua bassa intorno a Mosè Monti e ai suoi: alcuni candidati significativi che la Cisl stava destinando all'ex Terzo Polo stanno per essere messi in lista da Bersani Pierluigi, a cominciare dal segretario generale aggiunto Giorgio Santini, il quale ha abbandonato all'ultimo momento la posizione di capolista in Veneto per Scelta Civica di Mosè Monti, a seguito dell'accordo Cisl-Pd. Un colpo da non sottovalutare, dopo aver trattenuto Renzi Matteo (a cui alla fine riconoscerà tutto ciò che deve) e i malpancisti alla Fioroni.

 

ALFANO BERLUSCONI E MARONI BERLUSCONI E MARONI A MONTECITORIO Casini e FiniFini Bocchino e Casini ai tropici da Libero Bossi CAsini Tremonti Fini Berlusconi Far West da Libero Benny MARIO MONTI CON IL SUO PETTINEMARIO MONTI CON IL SUO PETTINEMONTI BY VINCINOMONTI IN CHIESA PARLA AL TELEFONINOSIMBOLO LISTA CON MONTI PER L'ITALIA SCELTA CIVICAsegretario CISL raffaele bonanni lap

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...