1. BASTERÀ LA TESTA DEL CAPO DI GABINETTO PER SALVARE ALFANO DALLA TEMPESTA? TUTTO IL GOVERNO TREMA, FINO AL QUIRINALE, PER LA PRIMA VOLTA STRANAMENTE SILENZIOSO 2. GLI EX TITOLARI DELL’INTERNO ALL’ATTACCO. A PARTIRE DALLA VENDETTA, TREMENDA VENDETTA DI SCAJOLA CONTRO ANGELINO, MINISTRO A SUA INSAPUTA: “COME FACEVA A NON ESSERE INFORMATO? IO VEDEVO IL CAPO DI GABINETTO TRE VOLTE AL GIORNO…” 3. MARONI CROCIFISSO SULL’ORANGO PADANO CALDEROLI RIGIRA IL VIMINALE NELLA PIAGA: “NON DO' GIUDIZI, MA DAVVERO DIFFICILE CHE NON SAPESSE, CI SONO TROPPI MISTERI” 4. LA REVOCA DELL’ESPULSIONE PER FARE CHIAREZZA? MACCHÉ! L’ACCUSA DELL’AVVOCATO DELLA SHALABAYEVA: “RITIRATO IL PROVVEDIMENTO, NON POSSIAMO PIÙ ACCEDERE AGLI ATTI”. L’UNICO ATTO PUBBLICO SARÀ LA RELAZIONE DEL CAPO DELLA POLIZIA PANSA

1 - KAZAKHSTAN: MARONI, NON DO' GIUDIZI MA DIFFICILE CHE ALFANO NON SAPESSE
(Adnkronos) - ''Non faccio valutazioni ma dico solo, da ex ministro dell'Interno, che cose del genere erano gestite dalla struttura con il coinvolgimento di tutti e quindi, ovviamente,
anche del ministro. Mi pare quindi difficile che un'operazione cosi' complessa, rapida e spettacolare, sia stata fatta senza che il governo fosse informato''. Cosi' il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, commenta l'operazione della polizia che ha estradato nel Kazakhstan la moglie e la figlia del dissidente Ablyazov.

''Il governo ha detto che non era informato - ha sottolineato Maroni - e i funzionari dei ministeri degli esteri hanno detto di non sapere nulla sullo status di posizione diplomatica della signora. Io - ha sottolineato Maroni - penso che il governo sapesse e per questo mi sembra ci siano tanti misteri che vanno chiariti, ma penso che in questi giorni saranno chiariti. ''Certo e' che da cittadino - ha concluso Maroni - pensare di vivere in uno Stato dove qualcuno puo' venirti a prendere e portarti via, mi preccupa molto''.

2 - KAZAKISTAN. EPIFANI: SE ALFANO SAPEVA DEVE DIMETTERSI
(DIRE) - Un caso di "straordinaria gravita'". Cosi' Guglielmo Epifani, a Repubblica.it, commenta la vicenda che ha al centro Alma Shalabayeva. A chi gli chiede se il ministro Angelino Alfano debba dimettersi, Epifani spiega: "Vediamo cosa il governo decide di fare. Ho impressione che ci saranno delle decisioni. Ci sono sicuramente delle responsabilita' funzionali, ma quella politica va acclarata. Anche se c'e' sempre una responsabilita' politica, anche solo per omissione". Ma se il ministro degli Interni sapeva si deve dimettere? "Va da se'", risponde Epifani. E se non sapeva? "Mi domando, perche' e' stata fatto a sua insaputa. Sarebbe una ricostruzione forse ancora piu' inquietante".

3 - SHALABAYEVA: DIMISSIONI PROCACCINI PRESENTATE IERI SERA AD ALFANO (AGI)
- Il capo di Gabinetto del ministero dell'Interno, Giuseppe Procaccini, ha rassegnato le sue dimissioni ieri sera. E' quanto si apprende da fonti del Viminale.

4 - CASO ABLYAZOV: AVV.ALMA, CON REVOCA ESPULSIONE NO ACCESSO ATTI

(ANSA) - Ieri sera ''alle 22.32, abbiamo ricevuto nei nostri uffici un fax in cui ci viene comunicato che in sostanza, essendo stato revocato il provvedimento di espulsione, non c'e' piu' ragione per accedere agli atti'' relativi al caso si Alma Shalabayeva. Lo ha riferito uno dei legali della donna, Riccardo Olibo, in un'audizione al Senato.

5 - KAZAKHSTAN: AVV. OLIVO, NON ABBIAMO AVUTO VERO ACCESSO AGLI ATTI E' FATTO GRAVE
(Adnkronos) - "Non abbiamo avuto un vero accesso agli atti e questo e' un fatto grave". Lo afferma l'avvocato di Alma Shalabayeva Riccardo Olivo, spiegando nel corso di un'audizione in Commissione Diritti Umani al Senato la difficolta' di ricostruire tutta la vicenda dell'espulsione della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov.
"Dopo l'audizione che ebbi qui da voi ci arrivarono comunicazioni secondo cui il fascicolo era a nostra disposizione presso l'ufficio immigrazione della Questura: siamo andati, alcune copie e' stato possibile acquisirle altre no, inspiegabilmente. Allora abbiamo formalizzato la nostra istanza", spiega Olivo annunciando poi di aver ricevuto "alle 22.32 di ieri sera la notifica del decreto di revoca del provvedimento di espulsione".

6 - CASO ABLYAZOV: FRANCESCHINI, RELAZIONE PANSA PUBBLICA
(ANSA) - ''Su questa vicenda nell'interesse di tutti serve la massima trasparenza per questo il governo ha chiesto che la relazione del Capo della Polizia fosse resa pubblica dal ministro dell'Interno''. Lo ha detto il ministro Dario Franceschini a margine della capigruppo del Senato.

7. SCAJOLA: A SUA INSAPUTA? NO, ALFANO NON POTEVA NON SAPERE
Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"

Pronto, onorevole Claudio Scajola. "Mi dica, cosa butta di nuovo? Io, l'uomo a sua insaputa, sono ancora di moda?"

Il mezzanino al Colosseo non c'entra nulla.
Quanto ho sofferto. Ho aspettato tre anni per sapere che davvero non sapevo: in udienza, e giuravano, le sorelle Papa e l'architetto Zampolini hanno negato le accuse. Ammetto, mi è scesa una lacrimuccia.

Angelino Alfano, a buon diritto, è un uomo a sua insaputa?
Che devo rispondere? La questione kazaka è delicata. Io parlo, voi cosa scrivete?

Ascoltiamo.
Io conosco il Viminale, non vi faccio perdere tempo.

Quante stanze separano l'ufficio del ministro e quello del capo di gabinetto?

Non più di tre, pochi metri, pochi passi.

Giuseppe Procaccini riceve i diplomatici kazaki, vogliono cacciare un dissidente: come fa il ministro a essere informato?
Aspetti.

Cosa?
La formulazione è sbagliata. Come fa un ministro a non essere informato?

Fatta la domanda, si dia una risposta.
Procediamo per esclusione ed esperienza. I due non si possono incontrare per caso, per esempio non possono ritrovarsi in bagno.

Perché?
Il ministro ha uno spazio riservato, non condivide questo tipo di bisogni. Però, per dire, il capo di gabinetto è il filtro per i dipartimenti e, viceversa, il ministro non può che compulsare questo filtro.

Al giorno, quante volte?
Io ricevevo il capo di gabinetto ogni mattina entro le 8: leggevo la posta privata, fissavo l'agenda e lui mi aggiornava sui fatti accaduti di notte. Poi ci vedevamo prima di pranzo per capire gli appuntamenti e le pratiche più urgenti.

Non lasciavo il ministero, a tarda sera, se non avevo l'ultimo colloquio che faceva il punto conclusivo. Se non ci vedevamo di persona, era tassativo sentirci al telefono.

Conosce Procaccini?
Era il vice del mio capo di gabinetto, non avevo rapporti diretti con lui. Ma al Viminale conoscono la gerarchia e la fanno rispettare.

Perché un prefetto dovrebbe assumersi una responsabilità che va oltre i suoi poteri e mettere ai margini il ministro?
La gerarchia, le ripeto, la gerarchia è fondamentale.

I kazaki vanno al Viminale, la polizia organizza l'irruzione, la donna viene trasportata in un centro di accoglienza per immigrati e poi viene espulsa assieme a una bambina di sei anni. Passano 48 ore. Come può restare all'oscuro un ministro?
La sceneggiatura è ottima, convincente. Mi consenta, e utilizzo un'espressione berlusconiana, di fare una citazione. Diceva il mio maestro, ex ministro al Viminale, Paolo Emilio Tavani: Quando ti accorgi di non avere la fiducia dei tuoi sottoposti, vattene via.

Alfano o sapeva e ha agito male oppure non sapeva e non controlla il ministero.
Concordo. Non ci sono spiegazioni alternative.

In sintesi: il vicepremier non è all'altezza per essere un erede di Taviani al Viminale?
Sì. Però le abitudini sono fondamentali. Io mi comportavo così, vedevo regolarmente il capo di gabinetto e i miei predecessori - da Cossiga a Taviani - mi hanno insegnato questo atteggiamento, non saprei onestamente valutare la gestione moderna di Angelino... Io me lo ricordo per la sua attività politica.

Che deve fare, ora, Alfano?
Io me ne sono andato per un errore a mia insaputa, ma non posso suggerire una reazione di Angelino. Vengo da tre anni durissimi, botte da destra e sinistra, soprattutto da destra sì.

Quanto conta il Kazakistan per l'Italia?
Tantissimo. Al Viminale non ho avuto contatti, però allo Sviluppo Economico, era il 2009, ci fu un bilaterale con numerosi diplomatici. La nostra Eni ha investito somme ingenti in quel paese, c'è un giro d'affari molto importante. Mi creda: molto importante.

 

 

ROBERTO MARONI ABLYAZOV moglie figliaablyazovCALDEROLI CON la maglietta contro MaomettoALMA SHALABAYEVA KAZAKHSTAN ABLYAZOV LESPULSIONE DI ALMA SHALABAYEVA epifani-cadutaGIUSEPPE PROCACCINI jpegMukhtar Ablyazov Franceschini, Quagliariello e Letta

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HA VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…