claudio descalzi matteo salvini giovanni nistri

BOIARDO CHI MOLLA – IL PROSSIMO GOVERNO HA UN BEL BOTTINO DI NOMINE DA FARE: CIRCA 500 POLTRONE TRA CONSIGLI E ALTRI INCARICHI NELLE PARTECIPATE,I VERTICI DELLA SICUREZZA NAZIONALE E POI OVVIAMENTE IL SUCCESSORE DI MATTARELLA NEL 2022 – IL PROSSIMO ANNO AD ESEMPIO SCADONO IL BOARD DI ENI, QUELLO DI POSTE E LEONARDO. NEL 2021 TOCCHERÀ A ENEL E AI VERTICI DELL’ARMA DEI CARABINIERI E DEI SERVIZI. POI C’È IL MONTE DEI PASCHI – CHI VINCE PRENDE TUTTO

 

 

Rino Moretti per www.formiche.net

 

DI MAIO SALVINI CONTE

Il piatto è di quelli ricchi. Qualunque governo uscirà dalle urne di ottobre dovrà gestire un flusso di potere importante: i consigli di amministrazione di alcune delle principali società partecipate dallo Stato, molte delle quali quotate e strategiche per l’economia del Paese. Si tratta di circa 500 poltrone tra consigli e altri incarichi, senza considerare che tra le 40 società ad alta partecipazione azionaria che compongono il listino principale di Borsa, quasi un quarto è a controllo pubblico e che da solo somma circa 160 miliardi di capitalizzazione. In più ci saranno da decidere delicati avvicendamenti ai vertici della sicurezza nazionale.

sergio mattarella

 

Senza considerare che il nuovo parlamento sarà chiamato con ogni probabilità ad eleggere il successore di Sergio Mattarella. Il mandato dell’attuale Capo dello Stato scade nel 2022 e se non ci saranno nuove elezioni anzitempo, sarà proprio il prossimo parlamento a scegliere il nuovo inquilino del Colle.

 

EMMA MARCEGAGLIA CLAUDIO DESCALZI

IL RISIKO DELLA PARTECIPATE

Nel 2020 scadrà per esempio i board di Eni, la principale società italiana per capitalizzazione di Borsa. Gli attuali vertici, il ceo Claudio Descalzi ed Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, sono stati infatti riconfermati nel 2017 dall’allora governo Gentiloni. Sempre il prossimo anno ci saranno altri due rinnovi importanti. Quello relativo a Poste Italiane, attualmente guidata dall’ex ceo di Terna, Matteo Del Fante e Leonardo, affidata ad Alessandro Profumo ex ceo di Unicredit e presidente del Monte dei Paschi.

 

matteo del fante poste italiane 2alessandro profumo

Non è finita. Nel 2021 toccherà anche all’Enel, oggi affidata alle cure del ceo Francesco Starace mentre a marzo del prossimo anno, in occasione dell’approvazione dei risultati 2019 scadrà il board di Terna, oggi guidata dall’ad Luigi Ferraris, ex cfo di Poste. Stesso schema per Enav, l’ente per l’aviazione civile affidato a Roberta Neri e che proprio pochi giorni fa ha approvato la relazione semestrale, in cui spicca un utile netto superiore ai 34 milioni di euro. Ancora, Mps. Tra il 2020 e il 2021 il Tesoro, oggi azionista al 68% dopo il salvataggio del 2017, dovrà restituire la banca al mercato ed uscire dal capitale con possibili movimenti sul management.

francesco starace

 

Ancora, tra le partite che il nuovo esecutivo dovrà gestire ci saranno anche due consociate Rai, controllata dal Tesoro, come Rai Cinema e Rai Way e Invitalia. Sempre nel 2020 scadrà il vertice del Gse, il Gestore dei servizi, società del ministero dell’Economia e delle Finanze che ricopre un ruolo centrale nella promozione e nel monitoraggio dello sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia. Attualmente il presidente è Francesco Vetrò, già a capo del Comitato di gestione della Cassa per il settore elettrico, mentre ad è stato nominato Roberto Moneta. 

 

giovanni nistri

A fine del prossimo anno andrà in scadenza uno dei vertici più importanti, quello di Anas, oggi guidata dal tandem Claudio Andrea Gemmee Massimo Simonini (i manager però resteranno in carica fino all’assemblea che approverà il bilancio 2020). A sua volta la nuova Anas,  dovrà procedere al rinnovo di otto consociate, tra cui Autostrade del Lazio e Concessioni venete

 

MARIO PARENTE

LA SICUREZZA E LE FORZE ARMATE

L’altra grande partita riguarda i vertici della nostra sicurezza. Nel gennaio 2021 scadrà il mandato dell’attuale comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri mentre poco prima bisognerà nominare i vertici dell’Aisi, l’Agenzia per l’informazione e la sicurezza della Repubblica, oggi diretta dal Prefetto Mario Parente. Il prossimo governo dovrà poi occuparsi della nomina del sostituto di Enrico Savio, numero 2 del Dis, recentemente passato a Leonardo, anche se forse sarà necessario indicarlo prima delle elezioni di ottobre. Inoltre andrà in pensione il vice-direttore Aisi Valerio Blenginimentre il vice-direttore dell’Aise Giuseppe Caputo andrà ad occupare una posizione di rilievo per la sicurezza di una importante banca italiana. C’è poi la possibilità che i vice-direttori del Dis, il generale Carmine Masiello ed il professor Roberto Baldoni (capo della Cyber), possano andare a ricoprire altri ruoli.

 

gennaro vecchione annalisa chirico foto di bacco

Lo stesso dg del Dis il prefetto Gennaro Vecchione ha un mandato di due anni e quindi il nuovo governo si troverebbe a decidere l’eventuale sostituto. Il vertice della polizia non ha una scadenza precisa ma non c’è dubbio che la tentazione di un ricambio generale nel comparto sicurezza potrebbe esserci con una nuova compagine di governo. Nel 2021 poi ci sarà la scadenza naturale anche del mandato del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ezio Vecciarelli. Sempre in quell’anno scadranno Salvatore Farina, capo di Stato maggiore dell’Esercito, Alberto Rosso, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e Nicolò Falsaperna, segretario generale della Difesa.

luigi di maio stefano buffagni riccardo fraccaro danilo toninelli barbara lezzimatteo salvini al papeetematteo salvini con arrigo sacchi al papeeteSTEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO matteo salvini deejay al papeete 1

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"