1. BOOM! VODAFONE INFRANGE IL MURO DI OMERTÀ DELLE COMPAGNIE TELEFONICHE E AMMETTE L’ESISTENZA DI UNA RETE DI CAVI SEGRETI CHE PERMETTE AI SERVIZI SEGRETI DI ALCUNI GOVERNI DI ASCOLTARE TUTTE LE CONVERSAZIONI SUI NETWORK TELEFONICI 2. QUESTA STRUTTURA E’ AMPIAMENTE USATA DA ALCUNI DEI PAESI - DI CUI NON E’ STATA CONSEGNATA LA LISTA PER MOTIVI DI SICUREZZA - IN EUROPA E NEL MONDO 3. L’ITALIA E’ IL PAESE DA DOVE ARRIVANO PIÙ RICHIESTE DI INFORMAZIONI SULLE COMUNICAZIONI DA PARTE DI GOVERNO, POLIZIA O MAGISTRATURA: 606 MILA RICHIESTE DI METADATI 4. LA VODAFONE SOSTIENE CHE ANCHE ALTRI OPERATORI DI TELEFONIA MOBILE (QUALI?) VENGONO SOTTOPOSTI A INDISCRIMINATI CONTROLLI DI MASSA ATTRAVERSO CAVI SEGRETI COLLEGATI AI LORO SISTEMI E CHIEDE CHE TUTTI I CAVI DI ACCESSO DIRETTO AL PROPRIO NETWORK DI COMUNICAZIONI INSTALLATI DA SERVIZI DI SPIONAGGIO SIANO RIMOSSI

1 - RIVELAZIONE-SHOCK DI VODAFONE “CONTROLLO DIRETTO DEI GOVERNI SULLE TELEFONATE DEGLI UTENTI”

VodafoneVodafone

Enrico Franceschini per “la Repubblica”

Esiste una rete di cavi segreti che permettono ai servizi di intelligence di alcuni governi di ascoltare tutte le conversazioni sui network telefonici. Lo ha rivelato ieri il Guardian di Londra, anticipando di qualche ora uno straordinario comunicato della Vodafone, la multinazionale dei telefonini che ha deciso di denunciare volontariamente l’esistenza della rete di spionaggio sovrapposta ai sistemi di comunicazione.

COLAO COLAO

In sostanza, la Vodafone afferma che i cavi, sia per ascoltare il contenuto di chiamate, sia per localizzarne la provenienza, sono ampiamente usati da alcuni dei 29 paesi in cui la società telefonica opera in Europa e altrove: ma pur rompendo il silenzio, ha deciso, almeno per il momento, di non rivelare di quali paesi si tratta, se non altro per motivi di sicurezza. Il quotidiano britannico pubblica inoltre una mappa delle richieste specifiche avanzate dai governi, dalle forze di polizia o dalla magistratura per avere informazioni sulle comunicazioni.

spionaggio russo spionaggio russo

L’Italia è il paese dove ne arrivano di più, per un totale di 606 mila richieste legali di “metadati”, cioè di indicazioni sulla localizzazione di un apparecchio, sugli orari e le date delle chiamate, e sui soggetti con cui è in comunicazione. Un livello di intrusione decisamente alto che il Guardian attribuisce in particolare alle esigenze della lotta alla mafia e alle altre cosche di criminalità organizzata.

Nel suo rapporto la Vodafone chiede che tutti i cavi di accesso diretto al proprio network di comunicazioni installati da servizi di spionaggio vengano rimossi e propone che siano cambiate le legislazioni che in vari paesi rendono legale un simile apparato di controllo di massa.

STAZIONE DI SPIONAGGIO STAZIONE DI SPIONAGGIO

«È un sistema di intercettazioni spaventoso e senza precedenti », commenta Shami Chakrabarti, direttrice dell’associazione per la difesa dei diritti civili britannica Liberty. «Il Datagate portato alla luce della rivelazioni di Edward Snowden aveva già rivelato le dimensioni dello spionaggio digitale. Questo rapporto conferma che occorre una radicale modifica delle leggi in materia per tutelare i cittadini». Senza fare nomi, la Vodafone sostiene che anche altri operatori di telefonia mobile vengono sottoposti a indiscriminati controlli di massa attraverso cavi segreti collegati ai loro sistemi.

SPIONAGGIO STATI UNITI SPIONAGGIO STATI UNITI

«Si tratta di un’ammissione coraggiosa», da parte dell’azienda guidata da Vittorio Colao, osserva Gus Hosein, direttore di Privacy International, un’associazione che ha avviato cause giudiziarie contro il governo britannico per il programma di intercettazioni svelato da Snowden, augurandosi che anche altre compagnie di telecomunicazioni rivelino quello che sanno. Deutsche Telekom, che aveva già pubblicato dati parziali, ha già annunciato che lo farà «per tutti i paesi in cui sia permesso».

«A partire dal Datagate sta emergendo a livello globale l’assoluta necessità di ripensare e riequilibrare il rapporto tra sicurezza e privacy, spostando il baricentro verso il rispetto della persona, della sua libertà e dignità», protesta il garante della Privacy, Antonello Soro.

2 - QUELLE 605MILA RICHIESTE FATTE DAI NOSTRI GIUDICI E LE “ORECCHIE” STRANIERE

Paolo G. Brera per “la Repubblica”

intercettazioni-telefoniche-fotogramma-258.jpegintercettazioni-telefoniche-fotogramma-258.jpeg

Nessuno più di noi: nell’ultimo anno dalle procure e dalle forze dell’ordine italiane sono piovute su Vodafone 605.601 richieste di dati e “metadati” sulle nostre utenze, senza contare le intercettazioni vere e proprie. Non abbiamo rivali, non ci sono magistrature e investigatori più curiosi in tutta Europa, anzi in tutti i 29 paesi del mondo in cui opera il gigante delle telecomunicazioni inglese.

«Colpa della mafia», suggerisce il Guardian che ha rivelato il rapporto sulla trasparenza di Vodafone. Ma non è necessariamente una cattiva notizia: se ci limitiamo a chiamare numeri italiani abbiamo quantomeno una serie di garanzie giuridiche che passano attraverso la richiesta di un pm e l’autorizzazione di un gip. Il guaio è che a volte non lo facciamo, e neppure lo sappiamo.

intercettazioniintercettazioni

Volete contattare Alitalia? Avete qualche guaio da risolvere con la stessa Vodafone? Probabilmente state parlando con un call center albanese, un paese che a differenza dell’Italia non permette agli operatori telefonici di fornire dettagli sulle richieste di dati telefonici.

Molti call center “ italiani” e centri di stoccaggio dei nostri dati riservati sono in paesi come la Turchia: quasi certamente è uno di quelli in cui, denuncia il rapporto di Vodafone senza fare nomi, «le agenzie e i governi hanno accesso diretto ai dati immagazzinati nei network degli operatori telefonici». Lì si spia senza passare da alcun magistrato, senza avere nessuna autorizzazione e senza alcun controllo. Un grande fratello di cui non sapevi neppure l’esistenza saprà chi sei e ciò che hai comunicato.

SPECIALE LUGLIO I PERSONAGGI PI RAPPRESENTATIVI DEGLI USA EDWARD SNOWDEN SPECIALE LUGLIO I PERSONAGGI PI RAPPRESENTATIVI DEGLI USA EDWARD SNOWDEN

Lungo le dorsali su cui corrono i dati, nei nodi dei paesi impiccioni di cui Vodafone non può fornire i nomi per il legittimo e inquietante timore di ritorsioni sui suoi operatori, i governi e i servizi segreti vanno a pesca di dati e informazioni con la rete a strascico. Gli operatori telefonici non possono nulla: è la legge, bellezza. Anzi, nel rapporto di Vodafone c’è più di un’esortazione per i governi ficcanaso ad «adeguare i loro servizi e le loro agenzie all’era di internet». Ma è un’esortazione, appunto.

In Italia, invece, tutto ciò «è impossibile». Anzi, lo è in tutta Europa, secondo il commissario per la Giustizia Viviane Reding: «Nella Ue deve essere un giudice ad autorizzare l’accesso ai dati personali dei cittadini, e questa regola si applica in tutti i paesi dell’Unione». Partiamo dai numeri: Vodafone Italia sottolinea che il nostro record non è così rilevante, perché «i dati sono stati raccolti in maniera molto diversa nei vari Paesi», in considerazione dei diversi sistemi e delle differenti normative. E va bene. Ma 605mila e rotti contro i “2” del Belgio e i “3” della Francia fai una certa qual fatica a spiegarli con sistemi e normative.

datagate INTERNET GRANDE FRATELLO datagate INTERNET GRANDE FRATELLO

Ripartiamo dai numeri: di quelle 605mila «richieste di metadati », i cosiddetti “tabulati” (i dati riferibili a un’utenza che elencano numero chiamato o numero chiamante, ora della chiamata e durata della conversazione) sono 84mila. Occorre che un pm abbia ottenuto l’autorizzazione del Gip, e non ci sono scorciatoie né alternative.

Le altre 521mila richieste sono invece “identificazioni anagrafiche”: richieste di attribuire un nome e cognome a un numero di telefono. In questo caso, la richiesta può arrivare direttamente da polizia, carabinieri, guardia di finanza... Le compagnie telefoniche concedono loro i codici per effettuare direttamente le verifiche. Resta da aggiungere la quota Vodafone, che nel suo rapporto l’azienda non ha scorporato, delle 140mila richieste di intercettazione effettuate lo scorso anno in Italia. I contenuti, non i dati: e anche qui serve l’autorizzazione del gip.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…