umberto bossi

BOSSI DI SEPPIA: QUANDO UMBERTO FACEVA IL POETA - PRIMA DI BUTTARSI IN POLITICA, IL SENATUR COMPONEVA VERSI IN DIALETTO LOMBARDO SU ECOLOGIA E DANNI DA SMOG. QUI LE TROVATE TUTTE, PUBBLICATE DA 'RADIO RADICALE' CON TRADUZIONE IN ITALIANO. LA NONNA SINDACALISTA E ANTIFASCISTA, LE MALATTIE, IL PAESAGGIO...

 

1. A QUESTO LINK TROVATE TUTTE LE POESIE DI UMBERTO BOSSI https://www.radioradicale.it/sites/www.radioradicale.it/files/schede/allegati/2016/12/poesie_umberto_bossi.pdf

 

 

umberto bossi sul palco allestito in piazza maggiore 4umberto bossi sul palco allestito in piazza maggiore 4

Il sito di "Radio Radicale" pubblica le poesie scritte da Umberto Bossi in dialetto lombardo (con traduzione italiana) tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80.

 

Si tratta senza dubbio di una testimonianza importante.

 

Queste poesie sono state composte dal leader della Lega in una fase cruciale del suo percorso politico: nel 1979 Bossi si avvicina ai movimenti autonomisti, fondando il primo soggetto politico autonomista lombardo: l'Unione Nord Occidentale Lombarda per l'Autonomia (U.N.O.L.P.A.).

 

La poesia è stato il prologo e l'esordio di questo impegno politico, che in questa intervista il leader storico della Lega Nord racconta in esclusiva a "Radio Radicale".

 

I temi toccati da queste composizioni sono l'ambiente, la famiglia, i lavoro, l'amore e la vita agricola.

 

 

2. IL POETA BOSSI PARLAVA COME CELENTANO - PRIMA DI BUTTARSI IN POLITICA, UMBERTO COMPONEVA VERSI SU ECOLOGIA E DANNI DA SMOG. SENZA DIMENTICARE LA LOTTA DI CLASSE

Enrico Paoli per Libero Quotidiano

UMBERTO BOSSI E BELSITO UMBERTO BOSSI E BELSITO

 

Certo, non saranno «Bossi di seppia», ovvero rime degne di passare alla storia della letteratura italiana. E non avranno nemmeno la «profondità arcoriana» del Sandro Bondi del periodo azzurro, inteso come Forza Italia e non certo per un riferimento a Picasso, dato che l' oggetto era Silvio Berlusconi. Ma le poesie di Umberto Bossi, prima che diventasse «il Senatur», meritano comunque un po' di attenzione. Se non altro per capire se è stata la politica a guadagnare un leader o la poesia a perdere un rimatore.

 

UMBERTO BOSSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL UMBERTO BOSSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL

Tra la fine degli anni Settanta e l' inizio degli Ottanta, ovvero alla vigilia della carriera politica dell' Umberto da Giussano, il fondatore della Lega Nord ha scritto versi che sono stati ricordati dal sito di Radio Radicale. L' ambientalismo, le figure femminili, le lotte di classe i temi dominanti dell' universo bossiano, compreso fra il Po e le Alpi. Già cantautore col nome d' arte di Donato negli anni Sessanta, alla soglia dei quarant' anni, Bossi lascia la chitarra e impugna la penna per dedicarsi alle rime baciate.

Racconta della «terra verde una volta», consumata e seccata dalla fabbriche «come cent' anni di pane raffermo».

 

UMBERTO BOSSI E BOBO MARONI UMBERTO BOSSI E BOBO MARONI

E poi dei boschi minacciati: «Li spianeranno tutti come sempre, i padroni». Del lago inquinato da barattoli, stracci e macchie d' olio: «Hanno ucciso il lago, la nostra acqua». E poi talpe, querce, fiumi, neve, vacche e cascine. Un po' artista naif e un po' Celentano. Un po' ambientalista e un po' socialista.

 

Queste poesie, si legge sul sito della radio, «sono state composte dal leader della Lega in una fase cruciale del suo percorso politico. Nel 1979 Bossi si avvicina ai movimenti autonomisti, fondando il primo soggetto politico autonomista lombardo: l' Unione nord occidentale lombarda per l' autonomia (nota come Unolpa). La poesia altro non sarebbe stato che il prologo dell' esordio politico di Bossi». Una visione sentimentale del Senatur che mal si sposa con il politico aggressivo e dirompente che lancia la Lega contro il sistema. Un modo, quello scelto da Radio Radicale, per enfatizzare l' animo ribelle del Senatur, più che la vena poetica, esauritasi molto presto.

UMBERTO BOSSI CON L AMPOLLA DEL PO jpegUMBERTO BOSSI CON L AMPOLLA DEL PO jpeg

 

Anche perché le poesie dell' Umberto sono scritte in dialetto lombardo e, come spiega lo stesso fondatore della Lega, raccontano «un momento in cui il mondo agricolo veniva messo da parte, il momento della vittoria del mondo industriale con i prezzi da pagare». Nella poesia "Terra" Bossi scriveva: «Ho visto le sirene degli stabilimenti diventare siringhe. E i seni delle ragazze diventare mazzi di tumori». Oggi, spiega, «è la distruzione della natura, le conseguenze da pagare: inquinamento, malattie».

UMBERTO BOSSI SUONA LA TROMBA jpegUMBERTO BOSSI SUONA LA TROMBA jpeg

 

Ma negli stessi anni in cui l' esponente politico scrive poesie, il futuro leader del Carroccio matura l' idea della politica, pur continuando a studiare medicina a Pavia. Nelle corsie d' ospedale, durante il praticantato al Pronto soccorso, Bossi trova l' ispirazione per scrivere "Signora Maria", storia di una donna col tumore al seno in fase avanzata, prossima alla morte. «Chissà se il padre eterno capisce quelli come te», si chiede retoricamente Bossi nei versi da lui scritti, «che credono ai miracoli. E quelli come me che si domandano perché la religione non l' hanno lasciata crescere».

UMBERTO BOSSI CON MANUELA MARRONE jpegUMBERTO BOSSI CON MANUELA MARRONE jpeg

 

"Sciopero alla Bassetti", invece, «è il ricordo di mia nonna Celesta», spiega il Senatur, «una sindacalista socialista che al tempo del fascismo fu perseguitata. In casa, dietro a un quadro della Madonna, aveva una fotografia di Matteotti. La scoprirono i fascisti e la portarono in una sala di tortura, se n' è ricordata fino a novant' anni».

 

Frammenti, tasselli, a tratti anche brandelli, di un' Italia contadina e arcaica che non c' è più e della quale Bossi tratteggia gli elementi caratterizzanti, come hanno fatto molti scrittori del nord, che attraversato il passaggio dalla società rurale a quella industriale con rabbia e dolore. Lo stesso che fondatore della Lega prova a condensare nelle sue poesie.

UMBERTO BOSSI A PONTIDA NEL 1990UMBERTO BOSSI A PONTIDA NEL 1990

 

Per molti, i quelle rime bossiane, c' è la storia. Per altri c' è solo il tentativo di esaltare una normalità superata dalla storia.

E la normalità è fatta di piccole cose. Nella poesia "Una nonnetta" Bossi scrive di un' anziana che «sta facendo un maglione per il nipotino, che vede due volte all' anno.

silvio berlsuconi e umberto bossi anni silvio berlsuconi e umberto bossi anni

E si consumano con la lana anche i ricordi dei suoi figli, della sua vita e del marito. Sepolto in un paese per lei tanto lontano».

 

Umberto Bossi - foto di Stefano CavicchiUmberto Bossi - foto di Stefano Cavicchi

In altri versi emerge forte la lotta di classe, la contrapposizione tra lavoratori e padroni, come in "Domani vado a casa". «Appoggiato al vetro guardo il cielo», scrive Bossi, «la luna è dall' altra parte, e dev' essere piena, dal bianco che diffonde sulle piante. Domani vado a casa e appena posso vado in stabilimento a licenziarmi. Crepino i padroni. Io di gomma non ne faccio più. Voglio vivere di terra, di boschi, d' erba il tempo che mi resta ancora».

 

Invece è finito a Roma, a vivere di politica, Parlamento e governo, maggioranza e opposizione. Di Carroccio e auto blu. Per fortuna dai «Bossi di seppia» si è salvata la scontata citazione: com' era verde la mia valle. Sarebbe stato davvero troppo.

Umberto BossiUmberto Bossi

 

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?