luca morisi matteo salvini umberto bossi lega

DAL CELODURISMO AI FESTINI CON DROGA E ESCORT ROMENI - COSA NE PENSA LA PRIMA LEGA RUSPANTE DI BOSSI DI QUESTA DERIVA “MORISIANA” DELLA BESTA DI SALVINI? A GEMONIO, NELLA SUA CASA IN PROVINCIA DI VARESE, IL SENATÙR NON PARLA, MA IL SUO SILENZIO IMBARAZZATO RICORDA COME I RAPPORTI COL “CAPITONE” SIANO SEMPRE STATI COMPLICATI - IL SINDACO DEL PAESE: “IL CARROCCIO È DIVENTATO UN PARTITO VIRTUALE, LA POLITICA LA FA SUI SOCIAL, NON SUL TERRITORIO”

Alberto Mattioli per "La Stampa"

 

UMBERTO BOSSI

Che cosa Umberto Bossi pensi della situazione della Lega è facile immaginarlo. Lui, però, non lo dice. I giornalisti che suonano al cancello della villa di Gemonio vengono rimbalzati dal fedelissimo autista Diego, gentile ma inflessibile: il senatore proprio non vuol parlare.

 

Sta bene, però. Fatica a camminare, ma legge i giornali, è lucido, informato, e riceve circa duecento mail al giorno dai vecchi leghisti: una media molto aumentata in questi giorni in cui il partito sembra stritolato nella tenaglia delle risse interne e del caso Morisi.

 

UMBERTO BOSSI CE L HA DURO

I rapporti di Bossi con Salvini sono sempre stati complicati, specie negli ultimi anni. Uno degli ordini di scuderia di Morisi alla Bestia era quello di non nominare mai il Fondatore, in effetti desaparecido a parte i rituali auguri per compleanni e altre feste comandate.

 

E certo, per il vecchio celodurismo della Lega popolare e popolana quelle dei festini del guru a base di marchettari romeni e droghe varie sono cronache marziane. E tuttavia Bossi tace. L'ottantesimo compleanno l'ha festeggiato in famiglia, in un ristorante di Gemonio, unico leghista presente il senatore Armando Valli detto “Mandell".

 

LUCA MORISI MATTEO SALVINI UMBERTO BOSSI

E le ultime dichiarazioni pubbliche sono state per altri compleanni, quelli di ragazzi con cui ha spesso litigato ma che stima. Dunque «sinceri auguri e amichevole partecipazione» per gli 85 anni di Berlusconi, idem per i 70 di Pier Luigi Bersani, con tanto di chiosa: «un uomo che stimo».

 

Però esce pochissimo, e i compaesani non lo vedono da un pezzo in giro per le stradine dove passa ogni tanto il furgone del Trota, che adesso fa l'agricoltore e un paio di paesini più in là ha una tenuta dal nome inequivocabilmente bossiano: «Terra libera».

 

matteo salvini e umberto bossi

Gemonio, la Gerusalemme della Lega del Senatùr, è un lindo e verdissimo paese di meno di tremila abitanti dove, ironia della sorte, c'è anche un museo dedicato a Salvini, non Matteo ma il pittore locale Innocente (1889-1979).

 

RENZO E UMBERTO BOSSI

Con qualche rimpianto ma anche un certo sollievo, è tornato al torpore abituale dopo anni in cui era diventato una capitalina della politica italiana, quando era tutto un via vai di soliti noti, troupe televisive e giornalisti.

 

matteo salvini umberto bossi

«Un anno dovemmo fare una riunione per chiedere che almeno ci liberassero la piazza per la processione della Settimana Santa», ricorda il parroco romanziere, don Silvio. Adesso ha chiuso perfino la sede della Lega, a poche centinaia di metri da casa Bossi.

 

Salvatore Palazzo è la sua memoria storica: «Eravamo una famiglia, un gruppo di amici. Bossi rientrava dai suoi comizi tardissimo e si faceva ancora più tardi a discutere e ridere insieme. Quando era potente, qui c'era la sfilata per venirlo a riverire, quando non lo è stato più, l'hanno dimenticato», accusa con un accento non esattamente lumbard.

 

UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI

«Per forza, vengo dalla provincia di Frosinone. Ma sono leghista da sempre». Tuttora bossiano? «Il primo amore non si scorda mai». E Salvini? «Resto leghista, è il mio segretario. Questa storia di Morisi mi sembra sospetta, montata ad arte per distruggerlo. E poi saranno affari suoi, che c'entra la Lega?».

 

UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 3

Ammette che sì, la nostalgia c'è, per quella Lega ruspante e magari folkloristica, ma bene ancorata alle sue valli. E forse non sono soltanto nostalgie.

 

UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 2

Analizza Samuel Lucchini, il giovane sindaco di Gemonio, alla testa di una lista civica vagamente di centrosinistra: «La Lega è stato l'ultimo partito ad avere qui una sezione, che era diventata anche un centro di aggregazione. Ma è scomparso tutto con Bossi. Con lui è terminata un'epoca e anche un certo modo di vivere la politica. Dopo, la Lega è diventata un partito virtuale, che la politica la fa sui social, non sul territorio». Salvo poi scoprire che la Belva azzanna anche chi l'ha nutrita troppo a lungo.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…