nello musumeci giorgia meloni roberto lagalla francesco cascio matteo salvini silvio berlusconi

CENTRODESTRA ALLO SBANDO! - LA COALIZIONE SI SPACCA IN SICILIA: NON CI SARÀ NESSUN TAVOLO NAZIONALE NÉ UN CANDIDATO SINDACO UNITARIO A PALERMO, E PROBABILMENTE LO STESSO AVVERRÀ PER LE REGIONALI. FORZA ITALIA E LEGA LANCIANO PER IL CAPOLUOGO L’AZZURRO FRANCESCO CASCIO, MENTRE GIORGIA MELONI CONVERGE SUL CENTRISTA ROBERTO LAGALLA, EX ASSESSORE DI NELLO MUSUMECI. SCELTA CHE APRE ALLA RICANDIDATURA DEL GOVERNATORE

francesco cascio 2

1 - CENTRODESTRA MALDESTRO! - IL VERTICE TRA SALVINI, MELONI E BERLUSCONI E’ UNO SPARTIACQUE: O SI TROVA UN ACCORDO SULLE ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA O SALTA LA COALIZIONE

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/centrodestra-maldestro-vertice-salvini-meloni-berlusconi-308138.htm

 

2 - IL CENTRODESTRA DIVISO A PALERMO NON AVRÀ UN CANDIDATO SINDACO UNITARIO

roberto lagalla

AGI - Nessun tavolo nazionale del centrodestra, nessun candidato sindaco unitario a Palermo.

 

La coalizione si spacca come una mela nel capoluogo siciliano, a poche settimane dal voto del 12 giugno. Una svolta che sembra potere disegnare il medesimo scenario in vista delle Regionali d'autunno.

 

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

Da una parte FI e Lega che lanciano per Palazzo delle Aquile l'azzurro Francesco Cascio; dall'altra il partito di Giorgia Meloni che ha deciso oggi di convergere sul centrista ed ex assessore del governo Musumeci, Roberto Lagalla, e che in questo modo prepara senza più indugi la ricandidatura dell'uscente capo dell'esecutivo siciliano.

 

A ridosso dell'ora di pranzo tocca alla candidata della destra, la deputata Carolina Varchi, annunciare il passo indietro: "Prendo atto delle perduranti divisioni interne al centrodestra che aumentano il rischio di ritrovare di nuovo la sinistra ad amministrare la città. Per tale ragione, ringraziando Giorgia Meloni, il partito e i cittadini tutti che hanno manifestato apprezzamento e fiducia nella mia candidatura, ritengo opportuno eliminare ostacoli che allontanano dal traguardo di una vittoria del centrodestra a Palermo e rimettere la disponibilità nelle mani del partito, certa che sarà l'occasione per trovare convergenze più ampie alle quali stiamo già lavorando".

francesco cascio

 

Poi Giampiero Cannella, coordinatore regionale per la Sicilia occidentale di Fratelli d'Italia, prende atto della frammentazione del centrodestra e del fatto che sia sfumata la possibilità di un vertice nazionale "richiesto ripetutamente da noi".

 

MICCICHE BERLUSCONI

Così l'invito "a tutti i partiti e alle liste di centrodestra alternative alla sinistra" a convergere sul nome "del professore Roberto Lagalla, con il quale oltre a un rapporto di grande stima, abbiamo gia' stabilito una totale convergenza sui temi del centrodestra".

 

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

Un passaggio che porta dritti alle Regionali e alla ricandidatura di Nello Musumeci: "Sul nome di Roberto Lagalla è possibile realizzare una grande unità, la stessa che deve confermare Nello Musumeci a presidente della Regione siciliana".

 

Accusa il colpo il candidato di FI e Lega, l'azzurro Cascio che ad AGI dice: "FdI invita a convergere su Lagalla e Musumeci presidente della Regione. A questo punto andremo evidentemente con due candidati. Il nostro auspicio all'unità del centrodestra purtroppo è rimasto tale. L'avevamo messo in conto: sinceramente non capisco la scelta di FdI ma non ho nessun titolo per contestarla. Vorrà dire che andremo ognuno per la sua strada".

roberto lagalla 2

 

E prosegue: "Non penso che a questo punto ci siano le condizioni per ricucire: una volta che si ritira la Varchi e il suo partito invita a convergere su Lagalla, vuol dire che andremo con due candidati. È un peccato, abbiamo ovviamente tentato di scongiurarlo in tutti i modi, ma avevamo messo in conto la possibilità che saremmo andati con più candidati. Mi dispiace molto sia umanamente sia politicamente perché sia con FdI sia con Lagalla condividiamo da anni storie politiche e progetti. Ognuno per la sua strada".

 

MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI

Gli autonomisti sosterranno Francesco Cascio. "Abbiamo molto apprezzato - dice Roberto Di Mauro che aveva sostenuto Totò Lentini - le doti di serietà e di equilibrio di Cascio da presidente dell'Ars durante gli anni della presidenza della Regione di Raffaele Lombardo. Inoltre siamo convinti che le sue esperienze di assessore regionale e di legislatore nazionale e la sua sensibilità di medico saranno preziose nell'affrontare da primo cittadino i problemi della città di Palermo".

 

 

3 - SALTA IL VERTICE DEL CENTRODESTRA

Antonio Rapisarda per “Libero quotidiano”

 

roberto lagalla 1

Lo stallo nel centrodestra rischia di trasformare quella che era una coalizione in un campo di Agramante. Rispetto a ventiquattro ore fa l'unica novità è la volontà di affrontare vis a vis una questione che non riguarda soltanto alcune divisioni, per quanto di peso, sui territori. Tutt' altro.

 

Il problema nel problema però è collegare le agende di Meloni, Salvini e Berlusconi per il famoso "vertice": questione che fra poche ore potrebbe pregiudicare, in caso di mancata convocazione, il futuro dell'alleanza.

matteo salvini al matrimonio berlusconi fascina 3

 

In mattinata da Fratelli d'Italia, pronti a trarre le "estreme" conseguenze fino alle Politiche qualora Lega e Forza Italia non intendessero rispettare la regola della ricandidatura degli uscenti, è stato ribadito il "fate presto".

 

«Stiamo aspettando che si convochi il vertice annunciato entro domani (oggi, ndr)», ha spiegato Ignazio La Russa che segue per il partito il dossier siciliano. Per il senatore «non ci sono deadline né ultimatum ma problemi logistici», visto che da domani Meloni e i suoi saranno impegnati nella Conferenza programmatica di Milano.

 

I PALETTI DELLA DESTRA

GIANFRANCO MICCICHE MATTEO SALVINI

Il perimetro della discussione, per via della Scrofa, non cambia: ragionare subito e nello stesso tavolo delle Amministrative di giugno (a partire da Palermo e Verona: dove ancora manca l'intesa unitaria) e delle Regionali (in Sicilia previste in autunno) su cui il partito ha già blindato - a differenza del presidente dell'Ars, l'azzurro Miccichè, e del Carroccio siciliano - l'intesa con Diventerà bellissima sul governatore Nello Musumeci.

 

Dopo giorni di rumor, la risposta è giunta sì dalla viva voce di Matteo Salvini ma non collima con la road map di Giorgia & co: «Ci sono le comunali a giugno e poi le Regionali a novembre e marzo». Per il leghista, insomma, una cosa alla volta. «Chiudiamo compatti le elezioni del 12 giugno e poi ragioniamo di tutto il resto».

 

FRANCESCO CASCIO

La stoccata di Salvini non finisce qui. Anche per lui occorre «trovare candidati unitari» ma a suo avviso è FdI ad andare «da sola in diverse città: a Parma, Viterbo, Catanzaro, Jesolo, Palermo». Trovata l'unità e «vinte le Comunali», dal giorno dopo si chiuderanno «tutte le Regionali».

 

E quando si dovrebbe parlare di tutto questo? Per FdI la clessidra scadrà fra poche ore.

«Sono a Milano da sabato in poi o a Roma fino a venerdì, quindi sono disponibilissimo da oggi in avanti a trovarci», la replica di Salvini. A chi gli ha fatto notare, poi, che questo fine settimana proprio la Meloni è impegnata nella tre giorni a Milano (nella quale saranno presenti i capigruppo di Lega e Forza Italia) la chiosa è laconica: «Beh, siamo tutti qui, cosa c'è di meglio?!». Pronta la controreplica.

francesco cascio

 

«Non siamo più interessati ad annunci indiretti», taglia corto a Libero ancora La Russa. «Ci aspettiamo che entro domani (oggi, ndr) venga convocato questo summit, anche on line, a cui gli alleati si sono dichiarati disponibili». Il messaggio di FdI è che occorre passare ai fatti: «Non possiamo ancora dire ai nostri esponenti palermitani», dove al momento Lega e FI da una parte e FdI e Udc dall'altra hanno due candidature diverse, «di attendere».

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 7

 

L'OFFERTA

A questo punto è giunto in serata l'invito ufficiale di via Bellerio: «Salvini intende partecipare a un vertice di coalizione in presenza. Sarebbe la scelta più efficace, e che da venerdì potrebbe diventare realtà grazie alla presenza - tra Milano e Arcore - anche di Meloni e Berlusconi». In casa FI si assiste a questo "gelo" con insofferenza. «Si scongeli al più presto questa incomunicabilità fra Salvini e Meloni», fanno filtrare fonti del partito evidenziando come ciò rappresenti «un problema per tutti».

 

giorgia meloni nello musumeci

Per quanto riguarda la richiesta di FdI di vedersi entro 24 ore non ci sarebbe il nulla osta da parte del Cav. L'unica condizione è che l'ex premier «non si muoverà da Arcore». E visto che «Matteo e Giorgia» si troveranno a pochi chilometri da lì per gli azzurri potrebbe essere la volta buona. Per un vertice di centrodestra che è saltato (ieri), e che rischia di far saltare tutto in caso di mancata celebrazione, ce n'è stato uno ieri del "centrodestra di governo" sulla delega fiscale. Al tavolo il leader della Lega Salvini, il coordinatore di FI Tajani, il sottosegretario al Mef Freni, la vice presidente dei senatori azzurri Ronzulli e i capigruppo. Collegato da remoto anche Silvio Berlusconi. E oggi si replica.

miccich berlusconi matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 9

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?