carlo verdelli giuseppe conte domenico arcuri

IN CHE MANI SIAMO - VERDELLI FA NERO CONTE: “CON 75 MILA MORTI E PIÙ DI MEZZO MILIONE DI ANCORA POSITIVI (A FINE SETTEMBRE ERANO 10 VOLTE MENO), UN GOVERNO NORMALE RIMANDEREBBE LE PICCOLE GRANDI MANOVRE DI PALAZZO A MOMENTI MENO FATALI” - “CHE NE SARÀ DI NOI? CHE NE SARÀ DI UN PAESE CON UN DEBITO PUBBLICO AL 160 PER CENTO, UNA DISOCCUPAZIONE CRESCENTE, UNA POVERTÀ GALOPPANTE E UNA PANDEMIA CHE NON PROMETTE DI ARRENDERSI NEL BREVE?”

carlo verdelli

Carlo Verdelli per il "Corriere della Sera"

 

Come tanti amori naufragati per la violenta rottura di ritmi di vita consolidati, anche la famiglia politica in capo alla nostra comunità, quella che dovrebbe tirarci fuori da questo tunnel, sta scoppiando e nel modo peggiore. Il coronavirus ringrazia e segna un altro punto a favore nella sua devastante campagna d' Italia: un Paese che ha perso le poche certezze che aveva, che ancora non sa quanti studenti andranno a scuola il 7 gennaio, che ormai va in confusione ad ogni cambio di colore sulla mappa, ieri rossa, domani arancione, poi gialla per due giorni, a seguire un weekend di serrata ma il 18 riaprono le piste da sci, forse.

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

 

Con 75 mila morti e più di mezzo milione di ancora positivi (a fine settembre erano 10 volte meno), un governo normale non perderebbe un secondo in chiacchiere e rimanderebbe le piccole grandi manovre di palazzo a momenti meno fatali. Con le più carenti provviste di vaccini e una delle più basse percentuali di vaccinati al mondo, un governo normale farebbe un rapido esame di coscienza e si butterebbe a recuperare il tempo sprecato.

 

DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO

E invece l' onnipresente commissario a tutto, l' ineffabile Arcuri, candidamente comunica che no, non è ancora stato deciso quanti e dove saranno i centri per l' iniezione anti Covid. L' Europa aveva chiesto un piano in materia per ottobre 2020, ma per noi non è mai troppo tardi, anche se in realtà è già tardissimo. Ancora, con un programma per ottenere i soldi del Recovery fund da presentare entro febbraio, pena perdere anche i 27 miliardi di inizio lavori, un governo normale sceglierebbe (avrebbe già scelto) i cardini su cui farlo poggiare senza estenuanti mediazioni.

 

CONTE CASALINO MEME

Il problema numero uno è che non abbiamo un governo normale, non lo è mai stato dalla sua genesi, ha trovato un senso nella gestione della prima emergenza, l' ha perso durante l' estate dell' irresponsabilità e da allora non l' ha più recuperato. Il problema numero due è che una crisi politica in questo tempo e in queste condizioni ci renderebbe improbabili agli occhi dell' Europa, alimentando in sovrapprezzo quella disunità d' Italia di cui l' unico che sembra seriamente preoccuparsi è il presidente Mattarella.

 

SERGIO MATTARELLA CARLO VERDELLI

È il momento dei costruttori, ha detto nel discorso di fine anno, e tutti i demolitori si sono complimentati con lui. Un' altra cosa ha aggiunto, il capo dello Stato, a beneficio di chi immagina incastri di potere che comprendano il Quirinale: non contate su di me, questo è il mio ultimo anno. Il che si porta dietro il terzo problema che abbiamo: il tempo per una soluzione che contempli eventuali elezioni, complicate dal virus che non recede, sarebbe da qui ad agosto, inizio del semestre bianco. Altrimenti, bocce ferme fino al 2022.

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY

Che ne sarà di noi da qui ad allora? Che ne sarà di un Paese con un debito pubblico al 160 per cento, una disoccupazione crescente sia nell' impiego in chiaro sia in quello tra il grigio e il nero, una povertà galoppante e una pandemia che non promette di arrendersi nel breve?

 

GIUSEPPE CONTE MEME

Paralizzata dalla paura di scontentare qualcuno a turno, avanzando come quei goffi omini sui trampoli in equilibrio precario, la politica esita a prendere decisioni, salvo poi sbilanciarsi in improvvisati decreti che aumentano la confusione invece di dissiparla.

Intanto rotolano sul tavolo manciate di ipotesi, nessuna delle quali sembra improntata alla consapevolezza dell' estrema gravità del momento: rimpasto di ministri, ancora Conte ma in una terza versione (quale?), maggioranza attuale ma con cambio di premier, un esecutivo tecnico come quello di Monti dopo la caduta di Berlusconi per un picco di febbre da spread, oppure il voto, che tanti dicono di auspicare ma che nessuno in realtà vuole.

carlo verdelli foto di bacco (2)

 

Un Paese normale, fiaccato e disorientato da un' emergenza che non è più tale visto che dura da quasi un anno, avrebbe bisogno di una cosa sopra tutte: un governo normale, dove vengano sospesi per decreto (stavolta sì) i calcoli di convenienza da parte di ogni singolo componente e di ogni partito o corrente che lo sostenga. Un governo normale, che si dia orizzonti minimi e trasparenti.

 

Per esempio, evitare la terza ondata del virus, cambiando passo nella strategia di contenimento della seconda. Un obiettivo, questo, che è alla base di qualsiasi progetto di ricostruzione.

conte casalino

 

Qualcosa non ha funzionato, non sta funzionando, meglio ammetterlo senza ipocrisie e sostituire chiunque abbia una qualche responsabilità nella falsa partenza che stiamo patendo. Se l' obiettivo dichiarato è quello di arrivare a vaccinare appena 470 mila persone a settimana, significa che ci vorranno almeno due anni (richiami compresi) per arrivare a coprire il 70 per cento della popolazione.

 

Arcuri Conte

 Un tempo troppo lungo, una mancata organizzazione troppo evidente, un rischio troppo grande per sperare di arginarlo senza drastiche correzioni di rotta. Il tempo forse c' è ancora. Quello che resta da capire è se c' è la volontà di mettere nei posti chiave, possibilmente subito, donne e uomini capaci, esperti, interessati esclusivamente al bene pubblico, dando loro la possibilità concreta di provare a salvarci la vita. In gioco c' è l' Italia che verrà. Primo passo: riconquistare la fiducia di un Paese alle soglie di un collasso nervoso.

ITALIA DIVISA IN ZONE - MEMEcarlo verdelli foto di bacco

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."