1 - LE ULTIME VOLONTÀ DEL DEFUNTO: «NON VOTATE HILLARY»
Da “il Giornale”
CLINTON CASH IL LIBRO DI PETER SCHWEIZER
Al mio funerale non voglio fiori ma una promessa, non votate Hillary Clinton nel 2016: è stato questo l'ultimo desiderio dell'81enne Larry Darrell Upright, del Nord Carolina, riportato fedelmente dalla famiglia nel necrologio. E la sua richiesta è stata accolta con entusiasmo dagli amici e dalla comunità online che hanno lasciato sul sito dell'emittente Nbc12 e su quello dell'agenzia funebre una valanga di commenti, promettendo di non votare per la candidata democratica, moglie dell'ex presidente Bill. Addirittura, c'è qualcuno che ha assicurato senza esitazioni: «Non voteremo per Hillary neanche se fosse l'unica a correre».
2 - CLINTON CASH: TUTTE LE OMBRE DIETRO I SOLDI DI HILLARY E BILL
Amy Chozik per “The New York Times” pubblicato da “la Repubblica”
HILLARY CLINTON IN MAROCCO PER UN DISCORSO
Il volume non uscirà nelle librerie prima del cinque maggio, ma il candidato presidenziale repubblicano Rand Paul ha già definito i suoi dati «notizie di grande rilievo» che «stupiranno» e indurranno gli elettori a «dubitare » della candidabilità di Hillary Rodham Clinton. Clinton Cash: The Untold Story of Howand Why Foreign Governments and Businesses Helped Make Bill and Hillary Rich (Il contante dei Clinton, una storia mai raccontata: come e perché le imprese e i governi stranieri hanno contribuito a far arricchire Bill e Hillary), di Peter Schweizer — un’indagine di 186 pagine incentrata sulle donazioni ricevute dalla Clinton Foundation da parte di entità straniere — si sta dimostrando il libro più atteso e temuto di un ciclo presidenziale che sta ancora muovendo i primi passi.
Il libro sostiene che le entità straniere che hanno destinato ingenti cifre alla Clinton Foundation e a Bill Clinton come compenso per la sua opera di relatore hanno ricevuto in cambio dei favori da parte del Dipartimento di Stato alla cui guida vi era Hillary Clinton. «Vedremo un susseguirsi di transazioni finanziarie che coinvolgono i Clinton, avvenute in concomitanza con decisioni politiche che hanno beneficiato coloro che effettuavano i pagamenti», scrive Schweizer.
hillary clinton nel video in cui annuncia la sua candidatura
L’autore cita, ad esempio, un accordo di libero scambio con la Colombia che agevolò gli investimenti nelle risorse naturali in quel Paese da un donatore di spicco della Fondazione, progetti di sviluppo all’indomani del terremoto di Haiti del 2010 e pagamenti per oltre un milione di dollari a Bill Clinton da parte di una banca canadese azionista dell’oleodotto Keystone XL effettuati all’epoca in cui il progetto veniva preso in esame dal Dipartimento di Stato.
Nel periodo precedente all’annuncio della candidatura di Hillary Clinton, gli assistenti dell’ex first lady hanno saputo demolire prontamente e con abilità, definendoli frutto della propaganda conservatrice, i libri scritti dai suoi detrattori, come Blood Feud , Faida, di Edward Klein, sulle tensioni tra i Clinton e gli Obama, e Clinton Inc. di Daniel Halper.
Tra questi Clinton Cash è potenzialmente il più inquietante, per le indagini che contiene e perché testate di rilievo come il Times, il Washington Post e Fox News hanno stretto con l’autore accordi esclusivi per indagare sugli spunti che il libro offre. I membri del Comitato rapporti esteri del Senato, di cui fanno parte sia Paul che il senatore Marco Rubio, repubblicano della Florida, sono stati portati a conoscenza dei dati che emergono dal libro, già noti a diversi candidati presidenziali.
I “super Pac” (Comitati di azione politica) conservatori mirano a sfruttare a proprio vantaggio Clinton Cash ,” mentre un “super Pac” pro-democratico, desideroso di dimostrare come Schweizer sia mosso da pregiudizi contro Hillary Clinton, ha raccolto un dossier sul suo conto. Oltre ad aver collaborato alla stesura dei discorsi dell’ex presidente George W. Bush, Schwei- zer è membro dell’Istituzine Hoover, conservatrice, e ha scritto per sito web conservatore Breitbart. com .
Anche il team della campagna Clinton, appena formatosi, sta progettando un’iniziativa a tutto campo volta a sminuire il libro, facendolo passare per l’ennesimo colpo messo a segno dai conservatori. Per Brian Fallon, portavoce della campagna, l’opera di Schweizer «travisa fatti già noti presentandoli come assurde teorie cospiratorie », «non è la prima opera faziosa e fantasiosa scritta sull’operato dei Clinton, né sarà l’ultima ». Sia Schweizer che un portavoce della HarperCollins (di proprietà di News Corp.), che ha pubblicato il libro, si sono rifiutati di rilasciare commenti.
john kerry susan rice hillary clinton
La tempistica dell’uscita del libro coincide con la discesa in campo di Hillary Clinton e non è certo favorevole alla candidata, che si è presentata agli elettori come «paladina degli americani comuni». Dal 2001 al 2012 i Clinton hanno guadagnato almeno 136 milioni e mezzo di dollari, scrive Schweizer basandosi su un dato pubblicato dal Post. «Negli anni in cui Hillary lavorava per il governo i Clinton hanno condotto o facilitato centinaia di cospicue transazioni» con governi e individui stranieri, aggiunge l’autore. «Alcune di queste transazioni hanno fruttato loro milioni».
La Clinton Foundation è stata oggetto di accertamenti per aver accettato donazioni straniere nel periodo in cui Hillary Clinton ricopriva la carica di segretario di Stato. La scorsa settimana la Fondazione ha modificato il proprio statuto al fine di consentire donazioni da Paesi come la Germania, il Canada, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna e proibire quelle provenienti da altre nazioni del Medio Oriente.
hillary e bill clinton in iowa 9
I dati del libro si basano soprattutto sui pagamenti ricevuti da Bill Clinton come relatore, che durante il mandato di sua moglie al dipartimento di Stato si sono moltiplicati. «Dei 13 discorsi per i quali Clinton ha ricevuto un compenso di 500mila o più dollari», scrive Schweizer, «solo due furono pronunciati negli anni in cui sua moglie non era segretario di Stato». Nel 2011 Bill Clinton ha guadagnato 13,3 milioni di dollari per 54 discorsi, pronunciati nella maggior parte dei casi all’estero, scrive l’autore.