nicola fratoianni angelo bonelli in moto

COMPAGNO NICOLA, PRESENTE! – DAL LOOK TUTTO BIRKENSTOCK E BERMUDA ALLA GIACCA D’ORDINANZA, DALLA VOLVO SCASSATA ALLA TRIUMPH BONNEVILLE FIAMMANTE: LA VITA DA EQUILIBRISTA DI FRATOIANNI, IMBARCATO DA ENRICO LETTA PER NON SCOPRIRSI TROPPO A SINISTRA – GLI INIZI NEL MOVIMENTO NO GLOBAL, LA SPEDIZIONE IN PUGLIA PER CONTO DI BERTINOTTI, L’INCONTRO CON NICHI VENDOLA CHE GLI CAMBIA LA VITA E GLI SCAZZI CON BONELLI

 

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

nicola fratoianni 4

Il problema è la teoria della relatività ristretta, con la realtà che è semplicemente e assolutamente diversa a seconda del punto di vista dell'osservatore. E allora non c'è dubbio che la lettura più lineare sia quella che dice che Enrico Letta si è alleato con uno che non ha votato e mai voterebbe il governo di Mario Draghi, che si è espresso contro l'invio di armi all'Ucraina né mai sosterrebbe l'aumento delle spese militari o le missioni in Libia, mentre chiede meno orario e pari salario e una tassa per i ricchi con cui finanziare il welfare.

 

nicola fratoianni 3

Ma saliteci voi sul palco della Fratellanza operaia di Sesto Fiorentino e provate a convincerli che si può stare con il Pd, completamente in linea con l'Europa e l'alleanza atlantica, senza perdere l'onore. Perché lo si fa solo per il dovere di fermare il rigurgito neofascista, per difendere la Costituzione, eterno baluardo contro la restaurazione, e non per portare a casa uno stipendio da parlamentare, e che comunque un pezzo almeno lo girate alla causa.

 

Perché sarà pur vero che è passato quasi mezzo secolo da quando Enrico Berlinguer disse che si sentiva più sicuro sotto l'ombrello della Nato, ma i comunisti «così», come diceva Mario Brega mostrando non uno ma tutti e due i pugni chiusi in un film di Carlo Verdone, non ci hanno mai creduto. Hanno sempre pensato che fosse un trucco per fregare i borghesi e quando Enrico, quello di allora, sarebbe comparso in tv, Benigni docet, dicendo: compagni pronti via! La rivoluzione avrebbe rotto gli argini aprendo la strada al sol dell'avvenire.

angelo bonelli e nicola fratoianni

 

Ecco quello che sta passando Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, che nel suo ruolo basta un avverbio fuori posto, una foto casuale passando davanti al circolo del tennis, un forse si potrebbe, e ci si trova in un attimo nel girone dei rinnegati, servi del capitale.

 

Nasce a Pisa il 4 ottobre del 1972, sotto il segno della bilancia. Famiglia molisana, originaria di Ururi, babbo Aldo, mamma Anna, entrambi insegnanti, ora in pensione.

Diploma al liceo scientifico Filippo Buonarroti, laurea in filosofia con una tesi sull'antropologo francese Louis Dumont che gli vale la lode.

nicola fratoianni enrico letta

 

Vive a Foligno, è ateo e si è sposato in Comune nel 2019 con Elisabetta Piccolotti, ex portavoce nazionale dei Giovani comunisti, celebrante Nichi Vendola. Ha un figlio che si chiama Adriano. Ottimo giocatore di ping pong, da ragazzo anche a livello nazionale, e ancora meglio, pare, come cuoco di pesce.

 

NICHI VENDOLA

Nel 2004 pesca il jolly. Si era fatto le ossa nel movimento no global e Fausto Bertinotti lo spedisce armi e bagagli, poco più che trentenne, a fare il segretario regionale in Puglia. A Bari ci arriva a bordo di una Volvo station wagon scassata e di seconda mano, trova casa nella città vecchia e, mentre semina senza clamore cuori infranti, partecipa all'avventura che porterà Nichi Vendola a battere, contro pronostico, il predestinato Raffaele Fitto nella corsa per guidare la Regione Puglia. Tra lo sconcerto e il fastidio di funzionari, uscieri e vigilanti sale le scale che lo portano allo studio del presidente in sandali e bermuda, dove lo attende Nichi, perennemente in giacca e cravatta, anche con quaranta gradi all'ombra.

Marcia trionfale, quei due non li fermano neanche con la penicillina, fino a che nel 2008 accade l'impensabile.

 

NICOLA FRATOIANNI

Se ne vanno a Chianciano Terme per vincere il congresso di Rifondazione a mani basse e invece nella notte la mozione di Paolo Ferrero li supera al fotofinish per un'incollatura.

Cose che succedono, si dirà, ma nelle complesse vicende della sinistra-sinistra, Nicola Fratoianni, che è sempre stato un funzionario di partito, si ritrova quasi senza lavoro. Fino a che, nel 2010, l'amico Nichi lo nomina assessore alle Politiche giovanili. Non senza polemiche e malumori, perché succede a Guglielmo Minervini, che quell'assessorato lo aveva inventato e fatto prosperare.

CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI

 

Nel nuovo ruolo Nicola infila i bermuda nell'armadio e i sandali nella scarpiera e si compra una giacca e la cravatta, e visto che c'è, passa dal concessionario e torna con una Triumph Bonneville fiammante. Adesso Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, di Europa verde, fanno un po' i Marco e Mirko della politica italiana, i gemelli terribili scaturiti dalla penna di Gianni Rodari.

 

Ma ci fu un tempo, neanche tanto lontano e, per certi versi, ancora pendente, in cui sono stati durissimi e fierissimi avversari. La vicenda dell'Ilva di Taranto, con i suoi strascichi processuali, li ha visti su barricate contrapposte, con il leader verde, costituitosi parte civile, che chiedeva per il leader rosso condanne e obblighi di risarcimento. Su Bonelli piovevano strali che lo bollavano come uno sciacallo alla ricerca di consenso elettorale mentre c'erano posti di lavoro da difendere.

NICOLA FRATOIANNI VINTAGE

 

Lui accusava Vendola e l'amico Nicola di aver intessuto rapporti non limpidi con i vertici dell'acciaieria, alle spalle dell'ambiente e della salute dei pugliesi. Ora non è tutto dimenticato, ma di sicuro tutto accantonato, perché fa premio sui vecchi dissapori la sfida del 25 settembre, dove c'è un nemico comune. Che certo è Giorgia Meloni, in predicato di diventare premier, ma vuoi mettere con la soddisfazione di bacchettare Carlo Calenda? Bonelli: «È un bimbo capriccioso e va educato, se sei viziato cresci male». Fratoianni: «L'agenda Draghi non esiste, povero Calenda, deve correre in cartoleria a comprarne un'altra». E via così, sperando nella fatina del tre per cento.

ROBERTO SPERANZA - PIERO GRASSO - NICOLA FRATOIANNIROBERTO SPERANZA - PIERO GRASSO - PIPPO CIVATI - NICOLA FRATOIANNI

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…