meloni

SALVINI CHE SFANCULA TAJANI, MELONI CHE INFINOCCHIA SALVINI, TAJANI CHE INFILZA MELONI. TUTTI CONTRO TUTTI, FINO ALLE EUROPEE. CON BRUXELLES, POTERI FORTI E QUIRINALE CHE NON VEDONO L’ORA DI SISTEMARE SORA GIORGIA PER LE FESTE. QUANTO PUÒ DURARE UN GOVERNO COSÌ? - MA IL MAGGIOR PROBLEMA DELLA MELONI RESTA LA SUA TENUTA PSICO-FISICA. IL VITTIMISMO DI IERI, SI STA TRASFORMANDO IN UN DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÀ (VEDI L’USCITA PSICOPATICA: "FAZZOLARI CURA LA COMUNICAZIONE, CHI DOVEVAMO METTERCI, FORMIGLI?") - UNA SINDROME DELIRANTE DI ACCERCHIAMENTO CHE L’HA PORTATA A RINCHIUDERSI A PALAZZO CHIGI IN UN TRIANGOLO AUTOCRATICO CON LA SORELLINA ARIANNA E LO SCUDIERO FAZZOLARI - ECCOLA LÌ, CHIUSA NELLA SUA STANZA, A LEGGERE RAPITA I REPORT DEI SERVIZI SEGRETI, PER POI PROROMPERE COME UNA MARTIRE: "IL DIBATTITO POLITICO SARÀ ANCORA PIÙ FEROCE, GLI ATTACCHI SI MOLTIPLICHERANNO, LE TRAPPOLE E I TENTATIVI DI DISARCIONARCI ANCHE"

ROBERTO VANNACCI

DAGOREPORT

Sul caso Vannacci, la Ducetta non ha aperto la boccuccia, nemmeno per dare solidarietà al povero Crosetto. Come fa sempre quando si corre il rischio di irritare lo zoccolo duro post-fascista di Fratelli d’Italia. Secondo il sondaggista Nando Pagnoncelli, c’è un 4/5% di elettori di FdI che sospira: “Ah, se ci fosse Vannacci a Palazzo Chigi…”.

 

Nel suo travagliato percorso europeo per riverginarsi come leader conservatore, l’Evita Peron di Colle Oppio sarebbe ben felice di vedere Vannacci traslocare dall’esercito alla Lega, così si toglie dai piedi quella fronda interna di nostalgici della Giorgia col coltello tra i denti di ieri, quando dall’opposizione abbaiava di tutto e di più. Poi sarà un problema di Salvini far ingoiare il rospo Vannacci all’ala moderata dei governatori, a partire da Zaia.

LA VERSIONE DI GIORGIA - ALESSANDRO SALLUSTI INTERVISTA GIORGIA MELONI - ED RIZZOLI

 

Intanto oggi si gode l’uscita del suo libro-intervista con Sallusti a giornali unificati, ma tutti l’aspettano al varco quando scodellerà la ratifica del Mes in parlamento, visto che non ha avuto il coraggio di rimangiarsi il suo secco “no” di ieri. Alla fine sarà votato da quello che resta dell’opposizione e da Forza Italia, ma senza i voti di Lega e con la probabile astensione di FdI.

 

Tutto bene quello che finisce bene? Manco per il piffero: a Bruxelles, un Mes che passa senza avallo dell’intero governo, non farà altro che far incazzare quella “maggioranza Ursula” che ha in mano le percentuali del Patto di Stabilità e la cassa del Pnrr. Che la nervosissima Giorgia sia attaccata al pannolone di Joe Biden, all’Unione Europea non frega un cazzo.

 

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

Ora ha la premier ha davanti una Legge di Bilancio da brividi e lividi. In cassa c’è una miseria, angosciante dato di debolezza che dovrebbe consigliarla a non fare il gradasso con Bruxelles. Dove i più recenti e autorevoli sondaggi (fatti dalle banche) confermano al comando della Commissione Europea, anche se con numeri più risicati, la “maggioranza Ursula”, cioè quell’”usato sicuro” composto da popolari, liberali e socialisti. E quindi dei voti europei di FdI portati dalla Meloni ne possono fare, per ora, a meno. E se resterà fuori dalla stanza dei bottoni di Bruxelles, gliela faranno pagare di brutto.

 

giorgia meloni giovane elogia mussolini

Ai devastanti effetti europei, occorre aggiungere la Via Crucis domestica. Ad esempio: dopo aver tanto strombazzato il taglio delle tasse, nella finanziaria il governo dovrà decidere se confermare, o meno, il taglio del cuneo fiscale che, a partire da luglio, è stato portato al 7% per redditi fino a 25.000 euro e al 6% per quelli fino a 35.000, comportando un aumento netto in busta paga tra i 70 e i 100 euro fino a dicembre. In caso di annullamento o riduzione dell'iniziativa, gli stipendi tornerebbero a diminuire in maniera considerevole.  

orazio schillaci giovanni battista re foto di bacco

 

E tanto per non farci mancare nulla, torna il Covid, ma la sanità italiana resta in ginocchio. Mentre il ministro Schillaci è alle prese coi medici in agitazione e chiede risorse, Meloni ha tagliato i fondi: ora cerca 4 miliardi ma il governo ma ancora non sa dove trovarli. E Schillaci sarebbe arrivato al punto di minacciare le dimissioni. Sventate solo per l’intervento del cognato Lollobrigida.

 

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI

A questo punto, gli elettori meloniani si accontenteranno di gettare la croce su Gentiloni o l’abbandoneranno al suo destino famigliare? Certo, la buona stella l’ha accompagnata nel primo anno di governo, avendo come miglior “alleati” due partiti allo sbando come Pd, guidato da una Elly Schlein che con la sua vocazione minoritaria non ci pensa a governare, e l’M5S di Conte che si ritrova senza la leva elettorale del Reddito di Cittadinanza e del Superbonus, da una parte.

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI

 

Dall’altra, la Sora Giorgia si è trovata il nemico in casa: i due partiti alleati della maggioranza. Salvini che sfancula Tajani, Meloni che infinocchia Salvini, Tajani che infilza la Meloni. Tutti contro tutti. E da qui alle Europee del giugno 2024, liberi tutti di mandarsi a quel paese. Quanto può durare un governo così?

 

Fazzolari Meloni

Ma il maggior problema della Meloni resta la sua fragile tenuta psico-fisica. Come oggi ha rivelato parlando all’Assemblea di FdI. "In questi mesi si è visto di tutto”, ha tuonato, “Le continue campagne finto scandalistiche, i dossieraggi, le continue richieste di dimissioni di questo o quell'altro", "fango gratuito perfino sui familiari". Essì, il vittimismo di ieri, una volta salita a Palazzo Chigi, si sta trasformando in un disturbo paranoide di personalità (vedi l’uscita psicopatica: "Fazzolari cura la comunicazione, chi dovevamo metterci Formigli?")-

GIORGIA E ARIANNA MELONI

 

Eccola sempre diffidente e sospettosa, dominata da pensieri fissi di persecuzione, timori di venir danneggiata, paura continua di subire un tradimento anche da persone amate. Le motivazioni degli altri, poi, sempre come odiose per la propria persona o per le persone a cui vuole bene (figli, genitori, famigliari...). Ed eccola lì, chiusa nella sua stanza, a leggere rapita i report dei Servizi Segreti e per poi prorompere come una martire cristiana: "Il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche".

 

Una sindrome delirante di accerchiamento che fa ridere rispetto a ciò che ha subito Berlusconi negli anni e l’ha portata a rinchiudersi a Palazzo Chigi in un triangolo autocratico con la sorellina Arianna e lo scudiero “intelligentissimo” Fazzolari. I ministri e gli alleati non contano niente. Tanto meno il Quirinale: i poteri di Mattarella verranno svuotati con la riforma costituzionale del premierato.

alfredo mantovano giorgia meloni

 

In un angolo di Palazzo Chigi, impietrito, c’è il povero Alfredo Mantovano che, solo recentemente, ha dovuto accollarsi controvoglia i migranti di Piantedosi e ingoiare la comunicazione in mano al factotum Fazzolari. L’unica mossa che resta al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è girare i tacchi e andarsene.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?