emanuela del re giuseppe conte

CONTE? PIÙ REALISTA DEL RE – “GIUSEPPI” POTREBBE DIVENTARE DEPUTATO GRAZIE A UN DOMINO POLITICO CHE PARTE DA BRUXELLES, TOCCA L’AFRICA E FINISCE A ROMA: IL COMITATO POLITICO E DI SICUREZZA DELL’UE HA INFATTI NOMINATO (CON LO ZAMPINO DI LUIGI DI MAIO) L’EX VICEMINISTRA DEGLI ESTERI EMANUELA DEL RE COME RAPPRESENTANTE SPECIALE DELL’UE PER IL SAHEL - CON LE SUE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE SI LIBEREREBBE UN SEGGIO A MONTECITORIO PER CONTE. CHE SI DOVREBBE CANDIDARE ALLE SUPPLETIVE DI AUTUNNO (E VINCERLE…)

emanuela del re 2

Emanuele Buzzi per www.corriere.it

 

Un domino politico che parte da Bruxelles, tocca l’Africa e finisce a Roma, con lo sbarco eventuale di Giuseppe Conte alla Camera. Un domino che parte in queste ore con il primo tassello di uno scacchiere più ampio e che tocca sia la politica internazionale sia quella italiana. Il Comitato politico e di sicurezza dell’Ue ha nominato Emanuela Del Re rappresentante speciale dell’Ue per il Sahel.

 

Luigi Di Maio e Ettore Sequi incontrano l'alto rappresentante Ue Josep Borrell

Il nome dell’ex viceministra è stato avanzato da Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, grazie anche alla regia di Luigi Di Maio. Il responsabile della Farnesina ha avuto Del Re come sua vice all’epoca del governo giallorosso e ha avuto modo di apprezzarne l’interesse e la competenza per alcune zone dell’Africa.

 

Chi è Emanuela Del Re

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

Del Re, 57 anni, si è spesso focalizzata nella sua attività su migrazioni e rifugiati. Solo lo scorso novembre ricordava: «I Paesi del Sahel sono cruciali per la gestione del fenomeno migratorio quali Paesi di transito dei flussi di migranti verso l’Europa».

 

E sottolineava: «La geografia fisica, politica ed umana fanno del Sahel la vera frontiera dell’Europa». L’incarico di rappresentante speciale Ue inizia dal primo luglio. Del Re è deputata del Movimento, eletta nel 2018 nel collegio uninominale di Roma Primavalle. All’epoca prese 39.550 voti, ossia 1.324 in più del candidato del centrodestra Pasquale Calzetta e quasi 12 mila in più di Cristina Maltese in lizza per il centrosinistra.

emanuela del re giuseppe conte

 

Perché la nomina rappresenta un’occasione per Conte

La nomina europea potrebbe avere riflessi inattesi in Italia: con le dimissioni da parlamentare si libererebbe un seggio a Montecitorio. Un meccanismo voluto e studiato da Di Maio. Perché? Perché in teoria potrebbe sbloccare la situazione di Giuseppe Conte e permettergli di entrare a pieno titolo nel gruppo parlamentare dei Cinque Stelle.

giuseppe conte e rocco casalino

 

Per il ministro degli Esteri sarebbe anche un modo per spezzare le voci che lo vedono come un antagonista al nuovo corso pentastellato dell’ex premier. Non è più un caso a questo punto la prossima assunzione di alcuni storici membri dello staff di Conte ai tempi di Palazzo Chigi - da Rocco Casalino a Maria Chiara Ricciuti - proprio alla comunicazione M5S di Montecitorio.

 

L’alleanza con il Pd

Ovviamente, però, Conte si dovrebbe candidare per correre alle suppletive di autunno: l’ex presidente del Consiglio dovrà sciogliere la riserva in tempi rapidi. La sua eventuale discesa in campo - che molti caldeggiano nel Movimento e che pare probabile - avrebbe anche uno scopo politico: rinsaldare l’alleanza con i dem al primo test elettorale e trasformare le elezioni autunnali in un quadro più complesso, capace di andare oltre le Comunali (dove peraltro l’asse vacilla).

 

emanuela del re

La candidatura di Conte a Roma Primavalle potrebbe inserirsi in un contesto più nitido con Enrico Letta candidato sempre alle suppletive a Siena. Pd e Cinque Stelle in questi due casi correrebbero insieme, supportandosi l’un l’altro: un test per portare i due leader in Parlamento e cementare il patto in vista dei futuri impegni.

 

emanuela del re 1

A Roma Primavalle un eventuale candidato unitario partirebbe dal 53, 81% del 2018 (34,06% il M5S, 19,75% i dem), ma soprattutto avrebbe un effetto simbolico. Quasi paradossale. L’elezione potrebbe cadere nel giorno della sfida per il Campidoglio tra Virginia Raggi e gli altri candidati (compreso il vincitore delle primarie): sarebbe un modo di guardare oltre le divisioni per ritrovarsi uniti (almeno in una parte della città) per il futuro.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…