Dagoreport
Come è andato l’incontro tra Giorgia Meloni e Olaf Scholz? Bene sulle questioni relative agli esteri, difesa e economia, vista anche la presenza di 12 grandi imprese italiane e altrettante tedesche.
Gli affari, e le promesse di business, agevolano sempre il dialogo. Pieno di spigoli, invece, è stato il confronto tra i due leader sul Patto di stabilità. Meloni e Scholz hanno visioni diverse sul testo da approvare ma il cancelliere ha comunque teso una mano.
Della serie: io ti aiuto, ma solo se prima l’Italia procede con la ratifica del Mes. Scholz ha fatto capire alla Ducetta che diventa impossibile fare concessioni al governo italiano sul Patto di stabilità se tutti gli altri paesi Ue sono incazzati come bisce con Roma, unica a non aver ratificato il Mes.
Dunque, prima dare moneta poi vedere. E niente logica “a pacchetto”, in stile do ut des: il trattato sul Meccanismo di stabilità va approvato, e zero lagne.
Giorgia Meloni, a questo punto, ha gettato la maschera e ha ammesso candidamente, senza giri di parole, le sue difficoltà: ha sempre detto di no al Mes quando era all’opposizione; la Lega, sua alleata al governo, è contraria e andare al voto in aula significherebbe incassare la ratifica solo con il sostegno dell’opposizione.
A quel punto Pd, M5s e sinistrelli vari avrebbero gioco facile nel dire che la maggioranza non esiste più, spingendo verso una crisi politica dagli esiti imprevedibili.
Salvini, dal canto suo, insiste nel no al Mes, malgrado Luca Zaia sia favorevole e sogni “gli Stati Uniti d’Europa”, per trovare una nuova collocazione politica. Visto che Giorgia Meloni si è posizionata verso il centro (nella speranza di creare un conservatorismo cacio e pepe, stile Thatcher della Garbatella), Matteo Salvini è stato spinto sempre più a destra, tra una Marine Le Pen e un Geert Wilders. Un gruppone di Euro-scettici, pronti a sabotare ogni proposta della Commissione.
Ovviamente non è solo sullle questioni europee che il leghista vuole rompere i cabasisi alla Meloni. Dopo le dichiarazioni assertive della Sora Giorgia sul premierato, subito Lega e Forza Italia hanno battuto cassa, reclamando l’approvazione anche di Autonomia regionale e Riforma della Giustizia (due bocconi amarissimi per Fratelli d’Italia, che è sempre stato un partito Roma-centrico e giustizialista).
Ps: Da Scholz, Giorgia Meloni ha ricevuto anche uno spoiler sulla composizione della futura Commissione europea.
La Ducetta ha fatto capire al suo omologo tedesco che gradirebbe nuovamente, per l’Italia, la poltrona di Commissario agli Affari Economici, oggi occupata da Paolo Gentiloni e che lei sogna di dare a Raffaele Fitto.
Il cancelliere ha mugugnato la sua perplessità: se Fratelli d’Italia non sosterrà nuovamente Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione, come pensa di portare a casa una poltrona così pesante come quella agli Affari economici?