sergio mattarella matteo salvini silvio berlusconi giorgia meloni

DAGOREPORT! - PERCHÉ LE DIATRIBE TRA GIORGIA E MATTEO SU CHI SARÀ PREMIER SONO SOLO LOGORROICA FUFFA CHE FA GIRARE I CABASISI ALLA MUMMIA SICULA – CONTANO I VOTI: LA DRAGHETTA CE LA FA SE ALMENO UNO DEI DUE (LEGA E/O FORZA ITALIA) NON FA COMPLETAMENTE FLOP E TIENE (TIPO LEGA INTORNO AL 14% O FORZA ITALIA INTORNO AL 7/8, IPOTESI ENTRAMBE DIFFICILI SOPRATUTTO PER LA LEGA CHE VIAGGIA INTORNO ALL’11). MA I GUAI ARRIVERANNO ANCHE NEI CASO CHE IL TRUCE ARRIVI AL 15% E IL BANANA AL 10 - LE VARIABILI SONO TANTE MA TUTTE SPINGONO CONTRO MELONI PREMIER E L’INSEDIAMENTO DI UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA O, MEGLIO, DI EMERGENZA NAZIONALE…

mattarella meloni

DAGONOTA

Mattarella è straincazzato. Ha accolto con sorpresa e irritazione la dichiarazione di Giorgia Meloni che, da brava patriota, non conosce la Costituzione del suo paese e l’ha gettato nella mischia della campagna elettorale (“Se vinciamo le elezioni, Mattarella non può non indicarmi come premier”). 

 

Poi, ieri, il Colle ha lanciato un secco comunicato per farci sapere che Marzio Breda, quirinalista del Corrierone non è più la persona che gode della massima fiducia del Presidente, puntualizzando: non mettete di mezzo il mio nome, please. Messaggio che va girato anche all’attenzione dell’editorialista di “Repubblica”, Stefano Folli.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

Del resto, star a discutere oggi su chi occuperà la prima poltrona di Palazzo Chigi, è un compito vacuo. Queste sono le prime vere elezioni in Italia post pandemia. In tutti i paesi occidentali in cui si è votato dopo la strage del Covid ci sono state grosse sorprese. Alla fine, ciò che conta saranno i numeri. 

 

Ad esempio se (come sembra) la Meloni arriva anche al 27% ma lo fa cannibalizzando Lega e Forza Italia rischia di fare la fine di Bersani nel 2013, ha l’incarico ma non fa il governo. Perché Berlusconi, di sicuro, si sfilerebbe dall’alleanza.

SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

 

Altro scenario. La novella Draghetta ce la fa se almeno uno dei due (Lega e/o Forza Italia ) non fa completamente flop e tiene (tipo Lega intorno al 14% o Forza Italia intorno al 7/8, ipotesi entrambe difficili soprattutto per la Lega che viaggia intorno all’11 – Salvini non ha sfondato al Sud).

 

Ma i guai per la coalizione arriveranno anche nei caso che Salvini arrivi al 15% e Berlusconi al 10, perché verrà la golosissima tentazione di fare una federazione tra i due partiti, la somma dei quali scavalcherà i numeri di Fratelli d’Italia. A quel punto, vorranno comandare loro, i maschietti, premier in primis.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Le variabili della guerra fratricida del centrodestra sono tante ma tutte spingono contro Meloni premier e l’insediamento di un governo di salute pubblica o, meglio, di emergenza nazionale. E con gli scazzi che volano sarà divertente assistere al primo atto del nuovo parlamento: l’elezione del presidente della Camera (che va all’opposizione) e del presidente del Senato (promesso da Salvini-Ronzulli all’85enne Berlusconi per fargli mollare il governo Draghi). Ecco perché le diatribe tra i futuri vincitori su chi salirà a Palazzo Chigi sono solo logorroica fuffa che fa girare i cabasisi alla Mummia Sicula. 

 

IL QUIRINALE NON È UNA CASA DI VETRO

Alessandro Sallusti per “Libero quotidiano”

 

grasso mattarella zampetti

Il problema era nell'aria, tanto che pochi giorni fa avevamo titolato questa prima pagina: «Attenti a Mattarella, i conti senza l'oste», ipotizzando che il Quirinale avrebbe messo becco - in parte gli compete sulla composizione del futuro governo per arginare un'eventuale vittoria a valanga del Centrodestra a guida Meloni. 

 

Ieri Marzio Breda, decano dei quirinalisti, ha pubblicato un articolo, non a caso nascosto in basso a pagina 8, che è una vera bomba: «...il punto chiave del problema è questo: la Costituzione spiega che non c'è alcun automatismo. A Mattarella compete, dopo aver consultato le forze politiche presenti in Parlamento, e dopo averne ascoltato indicazioni e programmi, affidare l'incarico di formare un nuovo governo a chi offra maggiori garanzie sulla base di un saldo consenso degli alleati e di una maggioranza in Parlamento. 

marzio breda

 

Tra i diversi fronti che Mattarella dovrà considerare per la nomina c'è pure la cornice geopolitica delle alleanze dove l'Italia è inserita, essendo il capo dello Stato garante dei trattati internazionali».

 

In altre parole, Breda sostiene, da sue fonti interne al Quirinale, che non è automatico che a una Meloni vincitrice corrisponda una Meloni premier. Apriti cielo, in mattinata l'ufficio stampa del Quirinale si è affrettato a far sapere che «sono del tutto privi di fondamento articoli che presumono di interpretare o addirittura dar notizia di reazioni o sentimenti del Colle su quanto espresso nel confronto elettorale. Questi articoli riflettono solo le opinioni dell'estensore».

stefano folli massimo franco foto di bacco

 

Mai prima d'ora il Colle aveva smentito con tanta durezza una nota del suo giornalista principe. Cosa è successo non lo so ma escludo che Breda, collega che ben conosco e reputo tra i più scrupolosi e attendibili, si sia bevuto il cervello. Quelle teorie descritte non sono frutto della sua fantasia, semmai di quella di qualcuno di autorevole che vive o gravita al Quirinale. Che a differenza di ciò che si pensa non è un palazzo di vetro ma un luogo di intrighi e complotti.

 

Certo, ce lo dice Breda e io gli credo, qualcuno lì dentro ha dubbi che Meloni e Salvini possano governare. Questo qualcuno, ci dice il Colle, non è Mattarella. Bene, crediamo pure a questo, ma mi raccomando presidente: stavolta vigili bene, non come fece il suo predecessore Giorgio Napolitano.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”