GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI
DAGOREPORT
Sostituire un ministro che rassegna le dimissioni si può fare. Cambiare la guida di due dicasteri no. A quel punto interviene Sergio Mattarella e per il governo Ducioni non resta altro che il rimpasto di governo, ovvero la necessità di un passaggio in Parlamento con voto di fiducia.
Atto che in ogni intervista la premier ha sempre considerato olio di ricino: “Un rimpasto? Mai! Voglio battere un altro record: finire la legislatura con lo stesso governo con cui l’ho iniziata. Sarebbe la prima volta nella storia repubblicana”.
MELONI - FAZZOLARI - GIORGETTI - FITTO - MATTARELLA
La verità è un’altra: aprire il vaso di Pandora governativo, con un Salvini impegnato quotidianamente a rompere i cojoni all’autoritarismo della Fiamma Magica di Palazzo Chigi, è quanto di più detestabile per “Io so’ Giorgia”. Una volta riaperti i giochi, sa che con il Capitone in modalità free-style può succedere di tutto.
Anche se alla fine il vispo Matteo abbaia tanto ma morde poco, lei lo patisce moltissimo perché il suo dinamismo politico non fa che offuscare il suo santino di santa Giovanna d’Orco che si sacrifica h24 per la “Nazione” tutta.
daniela santanche giorgia meloni
Purtroppo c’è il rischio che il sogno della Melona (“Un rimpasto? Mai!’’) s’infranga con la dura realtà della politica. Qualche avveduto fratellino d’Italia le ha fatto notare che l’abominevole rimpasto potrebbe essere invece ineluttabile qualora il ministro Raffaele Fitto venisse spedito a fare il commissario a Bruxelles e contemporaneamente il ministro del Turismo Daniela Santanchè fosse costretta a dimettersi travolta dalle sue vicissitudini giudiziarie.
A quel punto, i ministri da sostituire diventano due. Ecco perché, al fine di evitare l’esecrabile rimpasto di governo, nella fervida mente di Gggiorgia sta sbocciando l’idea di “sacrificare” sull’altare della stabilità della maggioranza il tenero Fitto, malgrado sia l’unico ministro che mastica la lingua di Bruxelles, l’inglese.
raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 4
Nello stesso tempo, lasciandolo Fitto al ministero, la signorina Meloni avrebbe però il vantaggio di evitare problemi alla gestione dell’attuazione del Pnrr che prossimamente dovrà sottoporsi da parte degli ispettori di Bruxelles all’esame sullo stato di avanzamento dei lavori. E, se per caso non hanno raggiunto lo stato previsto, la rata salta e per i conti del governo sono altri dolori.