dario franceschini

UN SU-DARIO PER LA CULTURA – FRANCESCHINI IN PIENA EMERGENZA È RIUSCITO A DESTINARE 5 MILIONI E ROTTI DI CONTRIBUTI PER ALES SPA, SOCIETÀ IN HOUSE DI SERVIZI CHE FA CAPO A LUI STESSO – SECONDO IL SINDACALISTA GIUSEPPE URBINO POTREBBERO ESSERCI I PRESUPPOSTI PER UN “DANNO ERARIALE PER VIA DI QUESTA ENORME MOLE DI DENARO PUBBLICO CHE CONFLUISCE CON TANTA SEMPLICITÀ NELLE CASSE DI UNA SOCIETÀ PER AZIONI”

 

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

dario franceschini con la mascherina

Dario Franceschini, uomo d' indubbia lucidità in un governo di diffuso appannamento, nel suo ritorno a capo del dicastero dei Beni Culturali vive una curiosa ossessione. Anche al tempo in cui teatri, cinema et similia nella copertura economica causa Covid19 sono un po' trascurati e trattati come i figli della serva, il ministro riesce però a trovare i soldi per l' Ales Spa, società in house di servizi che a lui stesso fa capo e alla quale è riuscito a destinare, oggi, ben 5 milioni e rotti di contributi pubblici. Il che - si capirà - in questo periodo suscita non pochi moti di stizza.

ALES SPA 1

 

«Egregio Signor Ministro, apprendiamo del suo ultimo decreto, che porta la firma del 21 aprile 2020, e così formalmente individuato Finalizzazione del contributo di cui all' articolo 1-ter del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2019, n. 132, che lei ha destinato ad Ales 5 milioni destinati a "misure per il servizio pubblico essenziale di tutela, valorizzazione e fruizione degli istituti e luoghi della cultura"», denuncia Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali.

 

Giuseppe Urbino

Il sindacalista Urbino non si capacita di come «5 milioni di euro nell' anno 2019, 330.000 euro nell' anno 2020 e 245.000 euro nell' anno 2021» possano essere destinati con procedure velocissime «ad una società che ha tutte le caratteristiche di una società per azioni, quindi di natura privatistica, che in tutti questi anni ha raccolto milioni di euro da parte del Mibact, per attività che il Mibact avrebbe potuto espletare da solo e attraverso i suoi uffici, e che in tutti questi anni ha solo utilizzato per le proprie attività personale completamente esterno al Mibact, bypassando in maniera assoluta le regole delle assunzioni pubbliche tramite concorso».

dario franceschini e nicola zingaretti alla finestra dell'abbazia di contigliano 5

 

Urbino, come molti degli scoratissimi dipendenti interni del ministero, chiede al ministro e alla politica se via sia «un danno erariale per via di questa enorme mole di denaro pubblico che confluisce con tanta semplicità e nel silenzio assordante delle altre organizzazioni sindacali nelle tasche e nelle casse di una Società per Azioni come Ales, cento per cento Mibact»; e chiede se i dirigenti di questa Ales abbiano davvero i requisiti per le attività per cui -di fatto- surrogano i vincitori interni di concorsi.

 

ALES SPA

E si domanda, retoricamente, se la suddetta società esterna non abbia «conflitti d' interesse», pure se gli addetti ai lavori sanno perfettamente che il riferimento è alla figura di Paola Passarelli già, qualche anno fa, sia revisore dei conti della Ales sia contemporaneamente direttore generale del ministero (un controllato che controlla un controllore: a naso la cosa stride). Insomma.

Paola Passarelli

 

TASTO DOLENTE

Urbino è incavolatissimo. Non a torto. La faccenda Ales è sempre stata un punto dolente del ministro sin dal suo primo insediamento. Ales è la società esterna a cui Franceschini, partendo da piccoli servizi di guardiania, ha assegnato tutti i progetti più importanti del dicastero dalle Scuderie del Quirinale all' Appia Antica, compresa la faconda gestione dei fondi comunitari. Ad essa, per dire, venne affidato l' evento Enit per l' anno della cultura del turismo italo/cinese (pare 500mila euro) del dicembre 2019 e la Conferenza di Napoli per la cultura mediterranea prevista per il prossimo giugno.

 

DE LUCA, FRANCESCHINI A POMPEI

Il problema è che Ales, già nel tempo titolare di un debito di 800 milioni di euro poi risanato in parte dallo stesso ministero, nonché oggetto di inchieste e di interrogazioni parlamentari dal M5S (che ora, essendo al governo, ha voce assai flebile), rappresenta, di fatto, una sorta di ministero parallelo che risponde però a lasche norme privatistiche. Ales, finita nei guai giudiziari con gli scavi di Pompei, attraverso una norma introdotta -parrebbe ad hoc- nella legge di bilancio di qualche anno fa, era riuscita a superare i vincoli di spesa pubblica; e aveva assunto, senza concorso, almeno 1.500 persone che sono andate ad occupare le sedie spesso degli stessi dipendenti dei ministeri che, ovviamente, schiumano di rabbia.

 

IL MECCANISMO

FRANCESCHINI RENZI

Nella prima mandata della gestione Franceschini, epoca Renzi, il bilancio della società di fiducia del ministro registrava oltre 3 milioni di euro solo per il personale, senza contare la dirigenza. Sicché, decine di restauratori, archivisti, storici dell' arte, bibliotecari et similia di ruolo, sono per anni rimasti con stipendi ridicoli e senza diritti di progressione di carriera bivaccando demoralizzati tra i corridoi ministeriali; anche perché Ales continuava ad assumere personale dall' esterno.

 

dario franceschini michela de biase foto di bacco

Per dire, al Collegio Romano, sede del ministero, il personale Ales era, fino a poco tempo fa, oltre il 50% di quello di ruolo. «Tuttora quasi la metà dei dipendenti dei Beni Culturali è Ales che, a sua volta, assumeva lavoratori internali saltando i concorsi pubblici, peraltro bloccati», continua Urbino, «ma anche ora che c' è lo sblocco delle assunzioni interne Ales continua ad essere sovvenzionata, e non si capisce perché».

collegio romano

 

O forse si capisce troppo. «In realtà la politica non ha interesse a smontare il baraccone (in cui, ad un certo punto è perfino confluita Arcus, società privata di Stato discussa per la faccenda Propaganda Fide nel 2005, ndr): Ales è oramai una cassaforte a cui il ministero può attingere senza particolari controlli. Metta che lei ha un parente da fare assumere come custode di museo. Passare dal Mibac è impossibile: all' ultimo concorso pubblico erano in 209mila per 1.052 posti. Con Ales, di fatto, le assunzioni le decide Ales», chiude Urbino. E poi dice che con la cultura non si mangia...

renzi franceschiniFRANCESCHINI RENZI GENTILONI

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…