giorgia meloni migranti

DIETRO IL DISCORSO SOVRANISTA DELLA MELONI ALL’ONU (“LA SCELTA È TRA NAZIONE E CAOS: DOBBIAMO DIFENDERE L'IDENTITÀ E I CONFINI") C’E’ LA PAURA DELLA DUCETTA DI RESTARE DA SOLA A FRONTEGGIARE L’EMERGENZA MIGRANTI, SENZA EUROPA E SENZA NAZIONI UNITE – IL FACCIA A FACCIA COL PRESIDENTE DEL RUANDA (LA SORA GIORGIA SI E’ DETTA FAVOREVOLE ALLA PROPOSTA DEL PREMIER BRITANNICO SUNAK DI TRASFERIRE I PROFUGHI IN RUANDA) E L’IDEA DI COSTRUIRE GLI HOTSPOT CON L'AIUTO DELLA UNHCR, L'AGENZIA DELL'ONU CHE SI OCCUPA DI RIFUGIATI…

Ilario Lombardo per “la Stampa” - Estratti

 

meloni discorso all'onu

«Guerra globale ai trafficanti» e difesa dei confini nazionali. Questo il compito che si devono dare le Nazioni Unite secondo Giorgia Meloni. Una sovranista all'Onu: così la premier porta la sua idea di Nazione, con la N sempre maiuscola, davanti ai leader del mondo riuniti nel Palazzo di Vetro. 

 

(...)

 

Nel suo discorso si sente l'urgenza di una leader travolta dall'esodo dei migranti. Le parole scelte suonano come un appello: «Può davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo "la fede nella dignità e nel valore della persona umana", voltarsi dall'altra parte di fronte a questo scempio?». Meloni cerca di far vibrare l'attenzione dei suoi colleghi sostenendo come «sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani».

 

meloni discorso all'onu

Bisogna guardare all'Africa, dice la premier, alla striscia del Sahel, dove una catena di colpi di Stato ha infiammato l'area, dove «già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all'instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo».

 

Meloni non rinuncia alla retorica che lei altre volte ha definito «anti-migrazionista». Che separa i migranti in clandestini, profughi, migranti economici. Attacca i trafficanti che «illudono chi affidandosi a loro» pensa di trovare una vita migliore, e «si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l'Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio. Ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo».

MELONI NEW YORK

 

Paragona i trafficanti «alla mafia» e insiste: «Davvero questa assemblea che in altri tempi ebbe il ruolo fondamentale di debellare quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi in altre forme, che si continui a mercificare la vita umana?».

 

La premier teme di restare da sola, senza Europa, senza gli alleati concentrati in altre aree calde del mondo, e senza l'Onu a cui offre la sua particolare visione sulle nazioni, che «esistono perché rispondono al bisogno naturale degli uomini di sentirsi parte di una comunità di destino, di appartenere ad un determinato popolo e di poter condividere con altre persone la stessa memoria storica, le stesse leggi, gli stessi usi e costumi. In una parola, la identità».

 

Un'identità che è un confine, appunto, da difendere, che pone una sfida, «che, senza prendersi in giro e senza ipocrisia, è la vera posta in gioco»: la scelta tra la Nazione e il caos, e tra la Ragione e la prevaricazione. Nazione e Ragione che secondo Meloni sono «i due elementi fondamentali» che hanno dato vita all'Onu e agli organismi che hanno la missione di risolvere «le controversie internazionali».

 

(...)

 

MELONI MIGRANTI

Ieri la premier ha disertato il Consiglio di sicurezza, dove si sono affrontati, evitando di restare nella stessa stanza, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Meloni ha preferito incontrare altri leader africani e la diplomazia italiana ha osservato con attenzione soprattutto un bilaterale: quello con il presidente del Ruanda Paul Kagame.

 

Un faccia a faccia che assume un particolare significato, visto che nel suo viaggio a Londra, lo scorso aprile la premier ha sostenuto di essere molto favorevole alla proposta del premier Rishi Sunak di trasferire i profughi proprio in Ruanda, trasformando il Paese in una specie di mega-campo per contrastare i migranti irregolari . Qualcosa di non molto dissimile all'idea di Meloni di costruire gli hotspot con l'aiuto della Unhcr, l'agenzia dell'Onu che si occupa di rifugiati.

giorgia meloni e ursula von der leyen bloccate dai manifestanti a lampedusa 17

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...