giuseppe conte attilio fontana

IL FEDERALISMO DELLO SCARICABARILE - MILENA GABANELLI SPIEGA IL CORTOCIRCUITO DECISIONALE: “LE REGIONI CONOSCONO I PROBLEMI DEL LORO TERRITORIO, E SE VALUTANO DI ISOLARE UNA ZONA, LA DECISIONE NON PUÒ ESSERE PRESA AUTONOMAMENTE, PERCHÉ QUELLA ZONA POI LA DEVI CINTURARE, E LE FORZE DI POLIZIA LE DISPONE IL PREFETTO, CHE RISPONDE AL MINISTRO DELL’INTERNO. LE QUESTIONI SONO STRETTAMENTE CONNESSE ALLA SALUTE PUBBLICA, E IN SANITÀ LA COMPETENZA È DELLE REGIONI E QUINDI…”

Milena Gabanelli per www.corriere.it

 

milena gabanelli (2)

Di fronte ad una pandemia che si diffonde nel Paese in maniera non uniforme, è evidente la necessità di misure di prevenzione e cura mirate, pertanto la cooperazione tra Stato, Regioni e Comuni è indispensabile. Lo scenario più efficace dovrebbe prevedere misure specifiche e circoscritte, inserite tuttavia in un contesto solido di visione e coordinamento nazionale. Di fronte all’emergenza estrema che stiamo affrontando, continuiamo invece ad assistere  ad un confuso e persistente conflitto istituzionale e scarico di responsabilità.

 

Le Regioni conoscono i problemi del loro territorio, e se valutano di isolare una zona, la decisione non può essere presa autonomamente, perché quella zona poi la devi cinturare, e le forze di polizia le dispone il prefetto, che risponde al Ministro dell’Interno. Le questioni sono strettamente connesse alla salute pubblica, e in sanità la competenza è delle Regioni.

 

conte speranza

Vuol dire che devono provvedere al buon funzionamento degli ospedali, incrementare la medicina del territorio, organizzare con i comuni il trasporto pubblico in sicurezza, individuare tempestivamente i focolai, provvedere al tracciamento dei contagi. Ma ci sono misure che coinvolgono anche la sicurezza pubblica, e le Regioni non hanno forze di polizia. Da qui i conflitti, e il consueto scaricabarile. Siamo in una sorta di federalismo di fatto, ma senza regole, dove spesso prevale il più forte. Non in termini di capacità progettuale o operativa ma di peso politico.

 

luciana lamorgese foto di bacco

L’esempio più emblematico è quello della scuola. La competenza è nazionale. Nella prima fase dell’epidemia il presidente delle Marche Ceriscioli decide autonomamente di chiuderle. Ceriscioli è in uscita, si sa già che non sarà ricandidato, il governo impugna il provvedimento, e vince. Le scuole riaprono, per essere richiuse qualche giorno dopo, e in tutta Italia, con un provvedimento governativo. Seconda ondata: De Luca, rieletto trionfalmente  a settembre, la scorsa settimana chiude le scuole. Il governo ha fatto un attacco durissimo a  De Luca, il ministro Azzolina ha usato parole che rasentano il disprezzo,  ma non impugna.

 

Tema immigrazione: la competenza è nazionale. Nel mese di giugno Musumeci dirama una  direttiva ai prefetti siciliani (non potrebbe farlo senza averlo prima concordato con il Ministro dell’Interno)  intimando loro di procedere ad una distribuzione dei migranti giunti in Sicilia sull’intero territorio nazionale.

 

lucia azzolina alla camera

Il governo fa finta di niente e non impugna. È tuttavia costretto a farlo quando lo stesso Musumeci ordina la chiusura dei centri d’accoglienza in Sicilia. Vince al TAR, e a quel punto vengono fatte le navi quarantena per liberare Lampedusa dal sovraccarico. Tema chiusura dei confini regionali: non essendo l’Italia uno Stato confederale non ci sono confini da chiudere. Ed in ogni caso la limitazione della libertà di movimento, in situazioni di ultima emergenza, spetta allo Stato nazionale, non ai presidenti di regione poiché ci vuole un’attività di polizia per cui le Regioni non hanno le competenze ne’ i mezzi.

 

ROBERTO SPERANZA

E qui viene la questione del controllo del territorio. L’ ultimo dpcm delega ai sindaci la chiusura di zone delle città ritenute preoccupanti per la diffusione della pandemia. Giustamente chi meglio di loro sa dove si annidano i focolai? Quindi possono fare le ordinanze, mandare i vigili a chiudere le piazze con le transenne, ma è poco più di un’operazione di facciata perché per rendere efficace il controllo occorre un altro calibro di forza, e la  competenza non è ne’ regionale ne’ comunale.

 

Il Sindaco può partecipare al Comitato provinciale per  l’ordine e la sicurezza pubblica, ma la responsabilità esclusiva è del prefetto e quindi dello Stato nazionale. Per la precisione il ministro dell’interno è Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza. Nessun altro lo è. Nemmeno il Presidente del Consiglio. Eppure il ministro dell’Interno non fa parte di alcuna cabina di regia governativa sulle misure anti covid. Ne’ di quella con i poteri legali, ne’ quella dei cosiddetti capi delegazione.

 

ATTILIO FONTANA

Per il contenimento del Covid è stato istituito un Comitato Tecnico Scientifico che fa le proposte, ma poi si attuano quelle a cui i partiti danno il via libera. Il ministro Lamorgese è l’unico ministro tecnico, che non rappresenta un partito,  e per questo tenuta fuori dalle decisioni e consultazioni. Ora, con le tensioni esplose, Lamorgese si è impegnata – di sua iniziativa – ad aprire un canale con gli enti locali. Sarebbe stato opportuno coinvolgerla prima di firmare il dcpm.

 

VINCENZO DE LUCA

Sta di fatto che il governo non si assume la responsabilità di fare misure restrittive perché sono impopolari, delegando gli enti locali, che sono anatre zoppe. Così si alza la tensione fra Presidenti di Regione e i sindaci, fra Fontana e la Azzolina. Addirittura il presidente della Campania chiede il lockdown nazionale. Per arrivare al paradosso del sindaco di Borgosesia che ha deciso di denunciare chi denuncia gli assembramenti. Un quadro di caos istituzionale dove nessuno fa ciò che gli compete e di cui il Paese ha bisogno, mentre i contagi si impennano e ancora non si capisce perché sia così complicato fare i tamponi rapidi, già disponibili da mesi e autorizzati dal Ministro Speranza.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO