beppe grillo con l ambasciatore americano john phillips

È FINITO IL MITO DEL GRILLO AMERICANO - PER LA FESTA DELL’INDIPENDENZA BEPPEMAO SI PRESENTA SIA AL CONSOLATO DI MILANO (CON CASALEGGIO) CHE ALL’AMBASCIATA DI ROMA (CON SMOKING!): MA IL “RENZIANO” PHILLIPS NON LO AMA COME IL SUO PREDECESSORE THORNE

 

1. IN SMOKING ALL’AMBASCIATA - MA ORA È GELO CON GLI USA

Maria Antonietta Calabrò per il “Corriere della Sera

 

È passato poco più di un anno, ma il feeling con gli americani sembra essersi proprio raffreddato. Nei confronti di Beppe Grillo non c’è più quell’entusiasmo che si percepiva provenire, nel marzo del 2013, dalle parole dell’allora ambasciatore David Thorne che parlava dal palco del Liceo Ennio Quirino Visconti. Ieri sera il clima era ben diverso. Anche se Beppe Grillo era l’unico leader politico presente al tradizionale ricevimento offerto per l’anniversario dell’Indipendenza.

 

beppe grillo selfie fuori villa tavernabeppe grillo selfie fuori villa taverna

Con l’atteggiamento del padrone di casa, inforcati un paio di occhiali da sole «autologo», griffati «Beppe Grillo», il leader Cinque Stelle indossava un elegante smoking nero senza papillon. Grillo passa una buona ora e mezza a parlare tra la gente, ad attaccare Matteo Renzi. Il giardino di Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano, è pieno di ospiti, la banda continua a suonare.

 

Alla fine il leader del Movimento 5 stelle si muove per salutare l’ambasciatore John Phillips. Il leader si avvicina e chiede a Phillips se capisce bene l’italiano ( «ma sì che lo capisce!») e, subito dopo, lì, sui due piedi, gli spiega che «le cose in Italia non vanno bene». L’ambasciatore ha un attimo di imbarazzo e risponde a denti stretti perché gli sembra invece che «stiano andando meglio».

 

beppe grillo con l ambasciatore americano john phillipsbeppe grillo con l ambasciatore americano john phillips

Grillo, attorniato da assistenti e ammiratori, non sembra soddisfatto e allora spiega a Phillips che i Cinque Stelle stanno provando a portare in Italia la democrazia, «come è accaduto negli Stati Uniti nel 1776». E cita l’endorsement di Thorne. Sono solo cinque minuti, ma durano un’eternità. Per chi vi ha assistito, è palpabile la sensazione di freddezza, di distacco. Di qui Grillo che continua a parlare, a far battute, e di là Phillips attentissimo a non offrire il ben pur minimo appiglio alla propaganda dell’altro. Per rompere quell’atmosfera surreale,lo staff sollecita l’ambasciatore, accompagnato dalla moglie, a spostarsi da un’altra parte.

 

 

2. GRILLO E CASALEGGIO ALLA FESTA CONSOLATO USA: “RIFORME? DIALOGO DIPENDE DA RENZI”

Da www.ilfattoquotidiano.it

 

Prima il discorso a Strasburgo di Beppe Grillo nel giorno dell’inaugurazione del Parlamento europeo, poi di nuovo a Milano con Gianroberto Casaleggio per presenziare alla festa del consolato Usa per il 4 luglio e nelle prossime ore a Roma per incontrare i parlamentari e di nuovo festeggiare all’ambasciata americana. I leader 5 stelle tornano in pubblico e ribadiscono l’intenzione del Movimento 5 stelle di partecipare alla partita delle riforme: “Il dialogo”, ha detto Casaleggio, “tra il governo e il Movimento 5 Stelle dipende da Renzi. Siamo convinti che le riforme vadano fatte”.

grillo e casaleggio al consolato americano di milanogrillo e casaleggio al consolato americano di milano

 

I grillini aspettano il Partito democratico. Il secondo incontro è confermato, ma ancora non è arrivata l’indicazione a proposito dell’orario. E sul gesto di Farage che con i suoi eurodeputati ha voltato le spalle all’orchestra che suonava l’inno al Parlamento Ue ha commentato: “Ognuno ha la sua posizione ed è libero di esprimerla”.

 

I due a Milano sono arrivati nel pomeriggio per la festa organizzata nel castello Sforzesco. “Li abbiamo invitati”, ha commentato a ilfattoquotidiano.it il console Usa Kyle Scott, “come abbiamo invitato le altre forze politiche, dal Partito democratico a Forza Italia. Noi consideriamo tutti, perché abbiamo a cuore la democrazia”. Un invito subito accettato dai due leader M5S che però non sono stati invitati a prendere la parola, perché “si trattava di un evento privato e non politico”. Alla festa anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Grillo e Casaleggio sono arrivati insieme a sorpresa e poi hanno lasciato il castello con due macchine separate.

 

Ma gli appuntamenti sono appena cominciati. Giovedì 3 luglio, Beppe Grillo sarà a Roma, prima a Montecitorio poi a Palazzo Madama. Infine ci sarà l’incontro a Villa Taverna, la residenza dell’ambasciatore degli Stati Uniti dove si terrà il ricevimento per la celebrazione del 4 luglio, festa dell’Indipendenza americana. Il leader M5S dovrebbe vedere attorno alle 16.30 i soli senatori, ma non è escluso che all’incontro prendano parte anche i deputati che compongono la squadra impegnata nel confronto con il Pd sulla legge elettorale: il vicepresidente Luigi Di Maio, l’uomo delle riforme dei 5 Stelle Danilo Toninelli e Giuseppe Brescia, che tuttavia potrebbe essere sostituito in corsa dalla nuova capogruppo dei 5 Stelle a Montecitorio, Paola Carinelli.

David Thorne David Thorne

 

L’incontro tra i 5 stelle e Renzi dovrebbe svolgersi già in mattinata. I temi in discussione sono la legge elettorale, ma anche le riforme costituzionali. “Pronti a incontrare nuovamente la delegazione del M5s. Prima però aspettiamo una risposta pubblica ai dieci punti che abbiamo illustrato nella lettera”. Ha detto Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd. “Dopo questo passaggio, dal Partito democratico massima disponibilità a fissare un nuovo incontro con il M5S e in tempi rapidissimi”, assicura l’esponente dem.

 

3. L’AMACA

Michele Serra per “la Repubblica

 

Che cosa ci facevano Grillo e Casaleggio alla festa del console americano a Milano? Grillo ha detto: "Siamo qui perché siamo stati invitati". In termini logici è una risposta del tutto esauriente. Lo è anche in termini diplomatici, istituzionali e politici, essendo i due a capo del secondo partito italiano.

 

GRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEME GRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEME

Ma se io fossi uno dei loro pensatori d'area; un blogger di quelli che a lui non gliela raccontano; uno dei tanti febbrili frequentatori del web che cercano e scovano la verità oltre le bugie del Sistema e dei pennivendoli; insomma se fossi uno dei pesci che nuotano nella stessa acqua dove nuota, con notevole successo, il Movimento; allora direi che non è la prima volta che Grillo frequenta la diplomazia yankee; che gatta ci cova; che l'imperialismo americano, i poteri forti, la finanza ebraica, Wall Street, il gruppo Bielderberg sono scesi a patti con Grillo; forse lo hanno già comperato; forse anche sua sorella; forse gli hanno intestato la General Electric; e a sua sorella un resort sulle cascate del Niagara.

 

Che poi Grillo non abbia sorelle e la sua presenza al consolato americano di Milano fosse una normalissima visita di cortesia, conta molto poco. Conta lo sguardo diffidente sempre, comunque sul mondo. La dietrologia come metodo. Il sospetto come regola." 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...