LA GERMANIA LO VUOLE - IL CAPO DELLA BUNDESBANK MANDA L’ORDINE A RENZI: “I PAESI IN CRISI FACCIANO UNA PATRIMONIALE”

Francesco De Dominicis per "Libero quotidiano"

Con i conti delle famiglie già tartassati dalle tasse (specie quelle sulla casa) l'insaziabile Germania chiede al governo (nascente) di Matteo Renzi di stangare ancora di più i contribuenti. In una «situazione di emergenza», per uno Stato nazionale che «rischi il fallimento, la tassa patrimoniale potrebbe essere il male minore».

A caricare il fucile con la cosiddetta «botta secca» tributaria è il presidente della Bundesbank. Per Jens Weidmann «prima di chiedere aiuto ad altri Paesi e alla Banca centrale, il contributo una tantum dei contribuenti non dovrebbe essere escluso». Il messaggio è chiaro. E Renzi - che alla patrimoniale pensa seriamente, pur fingendo di non volerla mettere in pista - avrà preso nota.

Del resto, l'assist di un banchiere centrale, peraltro tedesco, fa comodo. Non sappiamo come andrà a finire: l'ipotesi di una tassa una tantum sul patrimonio mobiliare e immobiliare delle famiglie italiane è tutta da studiare.

È chiaro, invece, che finora il peso del fisco sulle abitazioni è stato micidiale. I proprietari di immobili hanno già pagato una sorta di «patrimoniale» da 355 miliardi di euro: «L'aumento della tassazione sugli immobili del 2011 sul 2012 di 14,7miliardi, da 9 a 23,7miliardi, equivale a un contributo patrimoniale straordinario sugli immobili di 355 miliardi» pari al 23% del Pil e «con l'introduzione della Tasi, si supera il 25% del Pil» visto che l'aumento dei tributi riduce il loro valore «per un importo pari al valore capitale del loro flusso di reddito durevole».

Insomma se gli investimenti in immobili rendono meno, valgono meno, stando a un recente studio di Confedilizia. Ma l'aumento dell'imposi - zione fiscale non esaurisce i suoi effetti alla contrazione del valore degli immobili: crollano le compravendite (-20/25%), diminuiscono gli investimenti e l'occupazione dell'edilizia mentre aumentano le sofferenze bancarie delle aziende del settore. Un massacro.

Eppure ai duri di Berlino pare non bastare. I tedeschi straparlano di patrimoniale, ma con ogni probabilità ignorano le realtà dei singoli paesi. Un confronto lo ha fatto la stessa associazione presieduta da Corrado Sforza Fogliani. Guardando oltre confine, lo studio rileva come dal 2011 al 2012, la tassazione nel nostro Paese - allineata alla media europea - sia ormai ai massimi. Fino al 2011, in Italia la tassazione patrimoniale sugli immobili era dell'1,3% in linea con il resto d'Europa.

Nel 2012, il nostro Paese è arrivato a quota 2,3% contro l'1,4% della media Ocse e dell'1,3 della media Ue. E le cose non sembrano evolversi positivamente. Secondo Confedilizia, in virtù del calo del Pil e dell'invarianza del prelievo, i dati 2013 registreranno un ulteriore aumento dell'imposizione fiscale sulla casa. Lo studio dimostra anche come in connessione alla caduta del mercato immobiliare si sia verificato un grave effetto recessivo e una massiccia perdita di occupazione.

Gli investimenti si sono ridotti di 14 miliardi (quasi un punto di Pil) e, essendo molto alto il loro effetto di moltiplicatore della domanda, si può dire che ciò ci ha fatto perdere in un biennio un punto emezzo di Pil, mentre la caduta di 400mila addetti nell'occupazione diretta e indotta ha generato una disoccupazione del 50% di quella totale del medesimo periodo.

 

letta merkel ENRICO LETTA E ANGELA MERKELMATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA RENZI E LETTAJens Weidmann BUNDESBANKPATRMONIALE

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