1. IL “GOLPE” E’ QUESTO, E NON E’ SEGRETO. SI MANIFESTA SULLA PRIMA PAGINA DEI GIORNALONI 2. A TRE GIORNI DAL VOTO, “CORRIERE” E “REPUBBLICA” CERCANO DI METTERE PAURA, INSIEME AL FAMOSO SPREAD SUI BUND DELLA C.I. MERKEL (UN DATO CHE, SULLA SALUTE DI UN’ECONOMIA NAZIONALE, DICE MOLTO MENO DELLA BILANCIA COMMERCIALE) PER CONVINCERE LA GENTE CHE STA PER ANDARE A VOTARE IL COMICO DI SANT’ILARIO CHE, SE VINCE IL M5S, RICOMINCIA LO SPETTRO DELLA GRANDE CRISI FINANZIARIA “ALLA GRECA” 3. SI TENTA DI BLOCCARE IL VOTO A UN PARTITO COME QUELLO GRILLINO – PARTITO DI SANTI O PARTITO DI CAZZONI, NON È QUESTO IL PUNTO – FACENDO PAURA ALLA GENTE. RENDERSENE CONTO OGGI È PIÙ UTILE CHE FARCI UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA NEL 2019 4. DA CRAXI AI TAXI: ITALIA, IL FUTURO E’ ADESSO! “LUPI FRENA UBER, VINCONO I TAXISTI”

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1. IL "GOLPE" E' QUESTO, E NON E' SEGRETO. SI MANIFESTA IN PRIMA PAGINA
"Lo spread diventa un caso politico. Arriva fino a quota 200, poi cala". Poi passa il Rigor Montis e, sempre a mezzo di quel Corriere della Sera che quando lui era a Palazzo Chigi gli tenne bordone elogiandone il sobrio loden per 15 lunghi mesi, ci fa gentilmente notare che dobbiamo stare "attenti a non sciupare il lavoro di tre anni" (p. 1).

Ok, lo spread è risalito un po' ed è quasi la metà dei tempi in cui cadde il Berlusconi terzo, ma cos'è successo di tanto grave in 24 ore? E' crollata la produzione industriale? Si sospetta che Renzie faccia manovre con coperture by magics? Abbiamo i conti alla greca, cioè diversi da quelli che abbiamo mandato a Bruxelles?

Per fortuna pare di no. Pare che il problema sia intangibile: pare che i sondaggi - i sondaggi! Quelli sì una roba tarocca o taroccabile - dicano che domenica vince Grillo, che è il Male assoluto, il Nemico della Repubblica. Vero, falso, boh?

In politica, come nella finanza, contano le aspettative. Si perde e si guadagna su quelle. Le aspettative sono il modo elegante di chiamare il principale strumento di controllo che il potere utilizza al tempo della democrazia "rappresentativa" (o per delega): la paura.
Il motivo per cui Re Giorgio non si è ancora dimesso e non si voterà mai per le politiche prima del 2018. "Me na vado quando avrò messo in sicurezza la Repubblica", pare che abbia confessato Bella Napoli a più di un suo interlocutore fidato.

Oggi, a tre giorni dal voto, i giornali di Lor signori cercano di mettere paura, insieme al famoso spread sui bund della C.I. Merkel (un dato che, sulla salute di un'economia nazionale, dice molto meno della bilancia commerciale) per convincere la gente che sta per andare a votare il comico di Sant'Ilario che, se vince il M5S, ricomincia lo spettro della grande crisi finanziaria "alla greca".

Da giorni si parla del "golpe" del novembre 2011, Cannes, lo spread, Re Giorgio che preallertava Monti con mesi d'anticipo, della necessità di una commissione parlamentare d'inchiesta. E poi le rivelazioni dell'agente di Sua Maestà Ollio Friedman, di Brunetta, di Tremonti. Segreti che si svelano.

Sarà, ma oggi abbiamo un golpe a mezzo stampa e a mezzo "mercati" bello e buono: si tenta di bloccare il voto a un partito come quelllo grillino - partito di santi o partito di cazzoni, non è questo il punto - facendo paura alla gente. Rendersene conto oggi è più utile che farci una commissione d'inchiesta nel 2019.

2. LA PAURA FA 200. E FA FARE MOLTO DI PIU' A CHI SA MANEGGIARLA
Corriere delle banche al lavoro per Lor signori: "Tensione per le urne, lo spread balza a 200".Sottotitolo: "Il differenziale chiude poi a 178". Quindi il titolo corretto era un altro: "Lo spread a quota 178". Sottotitolo: "Ma in giornata aveva toccato 200 punti". (p. 2).

E Grillo, Grillo, Grillo come cazzo lo leghiamo? Tranquilli, arriva Monti, il senatore a vita che inventò Sciolta Civica, ovvero un fine economista che però come politico è tecnicamente un fallito con il culo parato per sempre, e dice: "Nel caso italiano, i populismi antieuropei - dalla Lega a Grillo, da Forza Italia a Fratelli d'Italia - certamente indeboliscono il peso del Paese tra le Nazioni guida della Ue" (Corriere, p.2 e non P2, fare attenzione).

Forza Italia, per altro, mai si alleerebbe con Grillo, anzi. Come vedremo tra poco è pronta a tutto per fermarlo.

Ai signori premiatori di Premiolini e Premiischia di Giornalismo della Gran Fava Fritta, segnaliamo Jena Barenghi di oggi: "E se domenica Renzi perde noi lunedì mattina che facciamo? Colazione" (Stampa, p.3). Uno che non ha paura, finalmente.

3. CONTRO GRILLO, LA QUALUNQUE
"Renzi: "Il Pd avrà più voti e sotto il 30% non è sconfitta" (Repubblica, p. 2).
"L'ora della prudenza. Renzi: se vince Grillo io non mi dimetto" (Stampa, p. 4 e non P4, fare attenzione). Prudenza? Non nel senso della virtù teologale, a occhio.

Renzi, in due pagine di intervista al Fatto Quotidiano: "Non ho la bacchetta magica, ma nel 2015 resteranno gli 80 euro" (pp. 2-3).
"La mossa di Berlusconi: ‘Pronti all'accordo anche con il diavolo'. Torna l'ipotesi larghe intese". (Corriere, p. 6).

"Processeremo i politici". Grillo minaccia anche imprenditori e giornalisti" (Repubblica, p. 6). Minaccia politici e giornalisti? Ma allora non è vero che è un cripto-fascio. Crede nella lotta di classe.
"Effetto voto, pericolo spread. Mercati in fibrillazione. Napolitano: serve fiducia" (Messaggero, p. 1).

4. BIAGI ERA UN "ROMPICOGLIONI" ED E' MORTO, SCIABOLETTA NO ED E' VIVO
Siamo un Paese a scoppio ritardato. Anzi, a scoppio di merda ritardato. Alle matricole di giurisprudenza suggeriamo di non far leggere il titolone del Corriere: "Biagi, omicidio per omissione. Scajola ignorò le richieste di Sacconi e Confindustria" (quindi anche la Cgil rischia).

Luciano Zocchi, che i giornalisti più bravi conoscono da almeno 15 anni come ex "cerchio magico" scajoliano, ma che tendenzialmente non ti risponde al telefono, ritrova la parola e alla Sarzanini "confessa": "Sacconi e Parisi ci chiesero la scorta quattro giorni prima che lo uccidessero" (Corriere, p. 10). Sono passati 12 anni, due mesi e due giorni dall'assassinio del giuslavorista per opera delle Br. Se ha ragione il redivivo Zocchi, chissà che vita di merda, specie la sera al momento di andare a letto ti veniva in mente il povero Biagi lasciato inerme.

Comunque, poi gli telefonano da Repubblica e si svuota la coscienza con Carlo Bonini: "Il braccio destro di Sciaboletta. ‘Così lo informai delle minacce Br" (p. 11). A questo punto inspiegabile che non risultino interviste "concesse" dallo stesso Zocchi a Ruotolo della Stampa. Ma che gli ha fatto?

5. - EQUITALIA CAMBIA NOME COME FOSSE UN RICERCATO.
""Equitalia addio, sarà fusa nell'Agenzia delle Entrate. Contro l'evasione incroci tra banche dati. Befera lascia, favorito il vice Di Capua" (Corriere, p. 13). Ha fatto parecchi errori Equitalia, soprattutto di pubbliche relazioni, e infatti non sparisce. Le cambiano solo nome, perché il nome è bruciato.

Ma non dovrebbe essere così, in un Paese serio, in un Paese che davvero meritasse di non finire nelle braccia di un ex comico. Chi cambia nome, di solito, ha problemi con la giustizia. Qui invece abbiamo il soggetto che cerca di far pagare le tasse a chi non le paga - e che quindi ha problemi quantomeno con lo Stato, se non con la giustizia - che invece deve cambiare nome lui.

Repubblica, che si pensava su altre posizioni, titola in prima pagina: "Ecco il piano Renzi per il semestre Ue. Tasse, oggi via Befera". Con tutto il rispetto per Befera, fossimo nei suoi cari incorniceremmo Repubblica di oggi. E quando gli ricapita? Oppure Repubblica riteneva di dare due buone notizie in un colpo solo: Renzi che salva l'Europa e l'Italia che si libera di Befera?

Poi, ovviamente, a Largo Fochetti hanno un candidato, il magistrato milanese Francesco Greco (p. 3). Dopo le toghe rosse avremo il Fisco rosso? Godi popolo!


In festa quindi anche il Cetriolo Quotidiano: "Inizia il dopo Befera: Greco favorito" (p. 11). Un pm a riscuotere le tasse è in effetti un passo avanti verso una democrazia matura.

6. - ITALIA, IL FUTURO E' ADESSO!
"Lupi frena Uber, vincono i taxisti" (Stampa, p. 21). Per chi fosse povero, Uber è un'applicazione per cellulare che aggira le centrali dei tassisti.

 

GRILLO E VESPA c d dfe f e b RENZI E GRILLO a bbed a aee b ae aad Beppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c ac EFFETTO DOMINO SULLO SPREAD jpegRENZI E NAPOLITANOnapolitano renzi RENZI E BERLUSCONI CON MAGLIETTA SU DELLUTRI RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMAEquitalia UBER index

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...