giorgia meloni giancarlo giorgetti

GOVERNARE, SO’ ROGNE DA SMAZZARE – GIORGETTI HA SPIEGATO ALLA MELONI CHE LA CRISI CHE STA VIVENDO L’ITALIA È DIVERSA DA QUELLE PASSATE. NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI C'È STATO UN RISCHIO SOLO DI TIPO FINANZIARIO, CONNESSO AL DEBITO PUBBLICO E AL SUO RIFINANZIAMENTO. OGGI È MINACCIATA ANCHE L'ECONOMIA REALE – VERDERAMI: “NON E’ UN CASO CHE PER GESTIRE I RAPPORTI CON I PARTNER DELLA NATO, MELONI HA PIAZZATO CROSETTO ALLA DIFESA E PER MEDIARE IN EUROPA HA SCELTO FITTO, A CUI HA AFFIDATO LA DELEGA PER SEGUIRE IL PNRR. NON A CASO HA SCELTO DUE DEI SUOI…”

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Voleva i pantaloni e se li è presi. E da quando li ha indossati, Giorgia Meloni ha imposto le sue regole a un mondo di uomini. È successo anche ieri. Al termine delle consultazioni al Quirinale, Berlusconi l'aveva avvicinata e con un sorriso conciliante le aveva proposto di pranzare insieme: «Così facciamo qualche limatura...». E lei, sbrigativa: «Non posso, non ho tempo. Magari ci sentiamo dopo».

 

Al Cavaliere era toccato sedersi a tavola con La Russa, e accontentarsi di una telefonata con la leader di FdI che ancora non era stata incaricata. Raccontano di un colloquio frugale come una minestrina, appena riscaldata da una «compensazione». «Va bene per Zangrillo ministro», aveva concluso Meloni prima di staccare il telefono.

giorgia meloni giancarlo giorgetti 3

 

Gli alleati devono ancora adattarsi a questo modo di far politica, a un metodo così accentrato che ha sorpreso Salvini: «Ai suoi li manda a quel paese se si fanno sfuggire qualcosa». E ce n'è per tutti, persino per il presidente del Senato, che «mi poteva chiamare prima di andare a colloquio con Mattarella».

 

Custode gelosissima di ciò che le compete, sulla squadra di governo ha tenuto sul filo tutti. Al punto che l'altro ieri il segretario della Lega si era un po' preoccupato: «Non sento Giorgia da due giorni. Non vorrei finisse come con Draghi, che mi comunicò la lista dieci minuti prima». È vero, ogni tanto si era fatta viva con i partner più esperti, ai quali chiedeva solo notizie sui capi di gabinetto: «Vabbé che è competente, ma è affidabile?» Il fatto è che Meloni vive sotto stress. «La situazione del Paese è difficile. E dopo quello che ha detto Berlusconi su Putin, in Europa sarà ancor più dura di quanto già non lo fosse».

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto giachetti

L'ultimo report l'ha avuto ieri da Draghi, appena rientrato dal vertice di Bruxelles. All'intesa sul tetto al prezzo del gas è stata posta la pietra angolare. Il resto però, suda freddo, «andrà costruito». I rapporti tra i due sono cordiali. E il premier uscente confida su chi oggi prenderà il suo posto, tanto che giorni addietro stava per farsi scappare un complimento: «Lei è stata brava a...». Poi si è interrotto davanti agli interlocutori, per non esporsi. Di certo condivide con Meloni la preoccupazione per il clima sociale: lei teme che qualcuno possa soffiare sul fuoco.

 

raffaele fitto giorgia meloni gianfranco rotondi foto di bacco (2)

La situazione gliel'ha esposta anche il suo prossimo ministro dell'Economia, Giorgetti, secondo il quale «la crisi è diversa da quelle passate. Negli ultimi quindici anni c'è stato un rischio solo di tipo finanziario, connesso al nostro debito pubblico e al costo per il rifinanziamento. Oggi è minacciata anche l'economia reale. Il nostro sistema produttivo aveva reagito meglio di altri alla pandemia: è la sua resilienza che finora ha garantito il nostro debito, certo non l'apparato amministrativo».

 

È in questo clima e nel mezzo del conflitto ucraino che Meloni dovrà governare. Perciò, per gestire i rapporti con i partner della Nato ha piazzato Crosetto alla Difesa e per mediare in Europa ha scelto Fitto, a cui ha affidato la delega per seguire il Pnrr. Sono i due fronti caldi e non a caso ha scelto due dei suoi.

 

berlusconi salvini meloni fitto

Politicamente si è mossa come il Berlusconi d'antan, che ammaliò leghisti e finiani per conquistarli alla causa. Si vedrà cosa provocherà il gelo con il Cavaliere, ma intanto gli ha tolto la sponda di Salvini e ha messo una rete di protezione attorno a Forza Italia, garantendo la nascita dei gruppi centristi «per evitare che qualche parlamentare finisca nel Terzo polo». È l'unica deroga all'accentramento di potere. Forse perché le resta una forma di idiosincrasia verso il passato. Una volta infatti le dissero che stava conquistando elettori democristiani: «E c'è speranza che democristiana lo diventi anche tu».

 

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

La sua risposta fu eloquente: «Vai a mori'...». Ieri sera ripassava a memoria i compiti fatti prima di arrivare a Palazzo Chigi. L'esame sarà molto complicato ma - al contrario di alcuni esponenti della sua coalizione - è convinta che durerà. Tanto da aver persino programmato l'apertura della stagione delle riforme, con una Bicamerale da affidare all'ex presidente del Senato, Pera. Come non bastassero le prove che da oggi dovrà sostenere.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)