GRILLO ZOMPA SULLA TESTA DI MONTI - SEGRETERIE IN ALLARME: IL M5S VOLA MOLTO PIU’ CHE NEI SONDAGGI - LE “VECCHIE VOLPI” DELLA POLITICA AMMETTONO: MOLTI VOTANO GRILLO MA NON LO DICONO - LA GHISLERI PREVEDE UN SUPERBOTTO: QUOTA 20% A PORTATA DI MANO - SE FINISCE COSI’ ALTO, BEPPUZZO PUO’ MANDARE A MONTE LA MAGGIORANZA DELL’“UNIONE 2.0” AL SENATO - SE IL CENTRINO SI FERMA A 15/20 SENATORI SONO CAVOLI AMARISSIMI…

Fabio Martini per "la Stampa"

Il riepilogo più efficace della cavalcata elettorale fin qui compiuta da Beppe Grillo lo propone un combattente della "vecchia politica" come Antonio Bassolino: «Lui sta usando uno strumento modernissimo e uno antico con eguale abilità: da anni è in contatto con un numero vastissimo di persone attraverso la Rete ed è l'unico che va in piazza, che ha capito come le elezioni abbiano bisogno di un contatto fisico, piccoli paesi e una piazza storica come San Giovanni a Roma...».

Una campagna elettorale talmente efficace, quella di Grillo, che in queste ore nelle segrete stanze degli istituti di sondaggio e in quelle dei partiti è in corso un frenetico ricalcolo delle stime previsionali e soprattutto - e questa è la novità - delle proiezioni per i seggi del Senato, la Camera decisiva per gli assetti di governo della prossima legislatura.

Il primo dato, dunque, è un boom elettorale del Cinque Stelle che sarebbe superiore a quello finora rilevato dai sondaggi, un trend che si desume dai dati incrociati tra diversi istituti, su iniziativa di Euromedia Research, da anni dotata di antenne e mezzi finanziari che la rendono affidabile non solo a Berlusconi, che se ne serve. E la sentenza è questa: «Il Cinque Stelle è il movimento che in questi giorni sta crescendo con più velocità di tutti gli altri». Un trend non pienamente certificato dai sondaggi e che è alimentato anche da una certa ritrosia degli elettori a "confessare" il voto pro-Grillo.

Una sensazione confermata da uno dei parlamentari più esperti, l'ex dc pugliese Pino Pisicchio, ora con Bruno Tabacci: «Percepisco tra la gente un non-detto che inquieta e mi fa pensare che il risultato di Grillo potrebbe essere superiore a quello finora testato». E infatti il dato più interessante contenuto nelle proiezioni elaborate dagli istituti è esattamente questo: da qui alla conclusione della campagna elettorale il Movimento Cinque Stelle è accreditato di un ulteriore salto, dall'attuale 14-15%, fino a quote attorno al 20%.

E qui scatta il secondo fenomeno di queste ore: l'operazione-ricalcolo seggi del Senato. Disciplina molto complessa perché influenzata da molteplici incognite. La prima: la difficoltà di disporre di sondaggi regionali attendibili e aggiornati. La seconda: l'offerta frastagliata come mai e che in alcune regioni fa entrare in competizione per la conquista dei seggi non i soliti due poli (centrosinistra e centrodestra), ma almeno il doppio.

Tutto ciò premesso, se i dati attuali restassero stabili fino allo spoglio elettorale, sia al Pd che al Pdl si calcola che il partito di Bersani potrebbe contare sulla maggioranza dei seggi alla Camera, mentre al Senato sarebbe quasi certamente costretto ad allearsi con l'area Monti per poter raggiungere una solida maggioranza. Ma si tratta di previsioni basate sui dati attuali e cioè sulla previsione di un Cinque Stelle al 14-15% e di un'Area Monti attestata su una quota oscillante tra il 12,4% attribuito da Lorien e il 15% di Ipsos.

Se alla fine fosse confermata grosso modo questa percentuale, la Scelta civica di Monti potrebbe contare su 30-40 senatori, la quantità giusta per risultare non solo determinante per la formazione di un governo, ma garantendo anche un margine di sicurezza: sommando i 140-150 senatori attribuibili a Pd-Sel e i 30-40 di Monti-Casini si arriverebbe su quote nettamente superiori a quella necessaria, 158, per la maggioranza a Palazzo Madama.

Ma se l'escalation dei consensi a Grillo e il declino dell'area Monti (quorum dell'8 per cento a rischio in Puglia, persino nel Lazio e in altre regioni) fossero confermati, il ricalcolo in corso nei partiti propone scenari diversi: 40-50 senatori a Grillo, 20-25 all'area Monti. Con scenari parlamentari diversi da quelli finora immaginati. E' per questo motivo che in queste ore cresce, inconfessata, l'attesa negli altri partiti per la manifestazione di chiusura di Beppe Grillo a piazza San Giovanni, fissata alle ore 18 di venerdì: un successo, rilanciato dalle tv a poche ore di chiusura dalla campagna elettorale, rappresenterebbe uno spot davvero "imparabile".

 

BEPPE GRILLO SOTTO LA PIOGGIA A BOLOGNA ALESSANDRA GHISLERI MONTI E BERSANI VIGNETTA BENNY SU LIBERO MONTI STAMPELLA DI BERSANI BERSANI-MONTI-VENDOLA BY VINCINONICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…