enrico letta carlo calenda nicola fratoianni

HAI VOLUTO CALENDA? PUOI DIRE ADDIO ALLA SINISTRA – FRATOIANNI E BONELLI RINVIANO L’INCONTRO CON LETTA DOPO L’ACCORDO TRA IL PD E AZIONE: “SONO IN CORSO RIFLESSIONI E VALUTAZIONI CHE NECESSITANO DI UN TEMPO ULTERIORE” – FRATOIANNI VOTA CONTRO L’ADESIONE DI FINLANDIA E SVEZIA ALLA NATO: CHE C’ENTRA CON L’AGENDA DRAGHI? NIENTE, INFATTI OCCHIEGGIA CONTE – PER ENRICHETTO COMUNQUE È UNA FREGATURA…

 

 

1 - ELEZIONI POLITICHE 2022, ULTIME NOTIZIE

Da www.corriere.it

 

letta calenda

Calenda: «Di Maio candidato col Pd? Mi domando l'utilità...»

«A Luigi Di Maio che dico? Niente». Così Carlo Calenda a SkyTg24. Verrà candidato col Pd? «Non so e comunque mi domando l'utilità... Ma se gli elettori del Pd sono felici, votassero Luigi Di Maio». Così Carlo Calenda a SkyTg24.

 

Ist Cattaneo, centrodestra al 46%, c.s al 36%, M5S all'11%

Considerando le medie di tutti i sondaggi pubblicati a luglio, ai tre partiti di centrodestra (FdI, Lega, FI) viene attribuito circa il 46% delle intenzioni di voto sul piano nazionale. Al centrosinistra viene accreditato circa il 36% delle intenzioni (avevano preso il 30% alle europee). Al M5S circa l'11% (aveva ottenuto il 17%). Lo afferma l'Istituto Cattaneo all'indomani dell'accordo che ha definito la composizione della coalizione di centrosinistra.

nicola fratoianni enrico letta

 

Calenda: io e Letta speriamo che resti Draghi

«Abbiamo scritto che il candidato premier lo decideremo insieme, non c’è un meccanismo automatico, ma la speranza che possa rimanere Mario Draghi accomuna sia me che Enrico Letta». Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Sky tg24. Nell’agenda Draghi «se Fratoianni non ci si trova, lo dica prima che si fa la coalizione. Il mio interlocutore è Letta», ha aggiunto. […]

 

2 - SINISTRA ITALIANA E VERDI RINVIANO L'ACCORDO CON LETTA, SERVONO 'ULTERIORI RIFLESSIONI'

Da www.ansa.it

 

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

L'alleanza Verdi e Sinistra ha deciso di rinviare l'incontro di oggi con il segretario del Pd Enrico Letta alla luce delle novità politiche emerse nella giornata di ieri.

 

"Registriamo comunemente un profondo disagio nel paese e in particolare nel complesso dell'elettorato di centro-sinistra che ha a cuore la difesa della democrazia, la giustizia climatica e sociale - viene spiegato da Ev e Si -.

 

Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni, sono in corso riflessioni e valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore".

 

NICOLA FRATOIANNI GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN

La firma dell'alleanza Letta-Calenda di ieri produce subito uno smottamento. Da tempo il Pd ha un dialogo anche con Sinistra Italiana e i Verdi ma ora questi chiedono "di verificare se ci siano ancora le condizioni per un'intesa elettorale".

 

Per Nicola Fratoianni (Si), "l'accordo tra Pd e Azione/+Europa è legittimo ma non vincolante sul tema programmatico". Non piace il richiamo al governo Draghi, che vedeva Si e Verdi all'opposizione e diversi passaggi, come quello sul via libera ai rigassificatori. "Se c'è l'Agenda Draghi io non ci sono" aveva detto Fratoianni in un'intervista a 'La Stampa'. E un chiarimento tra i tre ci sarebbe dovuto essere a breve. Invece, Angelo Bonelli e Fratoianni rinviano l'incontro con Letta fissato nel pomeriggio, al Nazareno.

 

benedetto della vedova enrico letta carlo calenda 2

Il Pd e Azione con Più Europa raggiungono l'accordo - Dopo giorni di tira e molla, veti e ultimatum, Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova hanno firmato il patto, al termine di una riunione alla Camera durata due ore. Un'intesa "elettorale per essere vincenti nei confronti della destra", ha detto Letta.

 

"Oggi si riapre la partita", ha ribadito Calenda. Sondaggi alla mano, il centrosinistra sa che il centrodestra parte di gran lunga favorito. Per questo, Letta ha sempre cercato di costruire un'alleanza la più larga possible. Dopo l'addio al M5s, reo di non aver votato la fiducia a Draghi, il compagno di viaggio più corteggiato è stato Calenda che, però stava coltivando la tentazione di correre da solo, al centro, in una lista con Più Europa.

 

giuseppe conte enrico letta 2

Il senso dell'alleanza è stato riassunto da Letta: "Non è immaginabile che, dopo Draghi, il Paese passi al governo delle destre e sia guidato da Giorgia Meloni". E Calenda: "L'accordo elettorale riapre la partita. Tutti i punti che avevamo chiesto a Letta sono stati recepiti. I voti di Azione non andranno a chi ha sfiduciato Draghi".

 

Il diritto di Tribuna - L'intesa Letta-Calenda prevede che nessun segretario di partito e nessun ex di FI e M5s possa essere candidato nei collegi uninominali, il Pd offre dunque un posto nei listini proporzionali della sua lista Democratici e progressisti "ai leader di partiti e movimenti che entreranno a far parte dell'alleanza": il cosiddetto diritto di tribuna. L'opportunità può tentare chi guida forze che rischiano di non il 3% e quindi di non avere eletti.

 

BRUNO TABACCI LUIGI DI MAIO MEME

In Transatlantico, si pensa subito a Bruno Tabacci e Luigi Di Maio, fondatori di Impegno civico. E infatti, ieri il ministro degli Esteri ha incontrato Letta, seminando scompiglio nei parlamentari fedelissimi: "Se accetta il diritto di tribuna ci abbandona e Impegno civico salta" era il timore. Di Maio convoca i suoi e si apre il confronto.

 

Renzi resta solo e attacca - Malgrado Letta e Calenda ufficialmente dichiarino che non ci sono veti, il leader di Iv sembra ormai intenzionato a correre da solo, al centro. 'L'alleanza fra Pd, Azione e +Europa ha poco a che fare con la politica del 'si sta insieme se si condividono le idee'", commenta Matteo Renzi che, in un'intervista a 'Qn', confessa di aver avuto con Letta solo una telefonata di "due minuti e quaranta secondi", nella quale il segretario Dem gli avrebbe detto che "non voleva Italia Viva nella coalizione perché pensava e pensa che gli facciamo perdere più voti di quanti ne guadagni.

 

enrico letta foto di bacco (2)

Questo è il massimo del dialogo che Enrico ha interpretato" dichiara. E sull'ipotesi del 'diritto di tribuna' per Di Maio, sbotta: 'Letta ha proposto il diritto di tribuna. Che significa? Un posto garantito come capolista del PD a tutti i leader dei partiti in coalizione. Così entrano in Parlamento. Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del PD, Luigi Di Maio. Amici miei, ma la dignità dov'è?".

 

La riunione e la soluzione per sciogliere il nodo candidature - L'intesa fra Calenda, Della Vedova e Letta si chiude dopo due ore di colloquio. L'incontro rischia anche di partire col piede sbagliato, quando, prima dell'inizio dei lavori arriva al Pd una bozza di accordo già scritta dal leader di Azione: un salto in avanti ritenuto inopportuno dai dem. Poi, però, si apre il dialogo che porta all'intesa.

 

LUIGI DI MAIO E BRUNO TABACCI

Fra i punti dell'accordo, la divisione dei seggi uninominali: 70% al Pd e 30% ad Azione +Europa. Ma, soprattutto, si trova il modo di bypassare l'ostacolo delle "candidature scomode". Fra la richiesta di Calenda di non candidare negli uninominali Fratoianni, Di Maio e Bonelli e l'intenzione del Pd di non mettere veti sui nomi, si trova la soluzione di far fare un passo indietro a tutti i big. "Abbiamo dimostrato tutti grande senso di responsabilità - ha detto Letta - l'Italia vale di più rispetto alle discussioni interne".

 

I commenti - "L'alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall'europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo", dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Azione getta la maschera.

enrico letta carlo calenda

 

È la quinta colonna del Partito democratico e della sinistra. Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più", scrive su Twitter Antonio Tajani, Coordinatore nazionale di Forza Italia. L'accordo di ieri tra Pd e Calenda "è un'allegra brigata che mette insieme Di Maio, Fratoianni, Calenda, Gelmini, Letta, Speranza: quindi coerenza zero, concretezza zero. Ho visto che l'unico punto su cui sono d'accordo è la spartizione dei collegi elettorali", ribadisce il leader della Lega, Matteo Salvini. "In bocca al lupo alla grande ammucchiata" è la battuta ironica del leader del M5S Giuseppe Conte.

enrico letta foto di bacco (3)

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…