governo conte

IN ITALIA PUÒ ACCADERE QUALSIASI COSA. MA IL POTERE NON DIGIUNA MAI - LA GRANDE MENSA DELLE NOMINE FA DA SFONDO ALLO SCONTRO TRA CONTE E RENZI. IL 2021 PROPONE OLTRE CINQUECENTO POLTRONE FRA CDP, RAI, SAIPEM, INVIMIT, SOGEI, FERROVIE, ANAS - CDP È LA PREDA PIÙ AMBITA, DETIENE LE PARTECIPAZIONI DI ENI, SNAM, ITALGAS, TERNA, POSTE E DI ALTRE DECINE DI SOCIETÀ, E CONTE L’HA PROMESSA DA TEMPO AL FIDO ARCURI. MA AD APRILE CHISSÀ CHE CONTE AVREMO…

Carlo Tecce per "l'Espresso - la Repubblica"

 

laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede

Telebiella provocò la caduta del secondo governo di Giulio Andreotti, dopo mezzo secolo Busitalia può sorreggere il secondo governo di Giuseppe Conte, anch' egli abile a tirare a campare, o almeno la maggioranza giallorossa. Busitalia è una società di trasporti di Ferrovie dello Stato (Fs), non si muove su rotaia, ma su gomma, non ha sede a Roma, ma a Firenze, impiega settemila lavoratori e fattura 140 milioni di euro.

Fabrizio Palermo

 

L'esecutivo giallorosso ha raggiunto l'agognata coesione con le nomine per Busitalia, riservate alla scalpitante Italia Viva di Matteo Renzi e ai Cinque Stelle capofila Laura Castelli, che seguono quelle di Trenitalia, di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e di Consap assicurazioni in sospeso da giugno.

Giuseppe Conte Fabrizio Palermo

 

La maggioranza s' è data un metodo per assegnare le poltrone di Stato e finalmente, con sollievo, dicono che funzioni. Ha pianificato addirittura in anticipo l'anno che verrà. Il 2021 propone oltre cinquecento poltrone fra Cassa depositi e prestiti (Cdp), il servizio pubblico Rai, la compagnia dell'estrazione petrolifera Saipem, l'immobiliare pubblica Invimit, la società informatica Sogei, il Gestore dei servizi energetici, la capogruppo Ferrovie e la sua controllata Anas.

GIANNI LETTA E MASSIMO DALEMA

 

C'è l'intenzione di recuperare gli imbarazzanti ritardi accumulati come per l'Agenzia per le infrastrutture delle Olimpiadi di Milano e Cortina, creata in febbraio con una dotazione di un miliardo di euro e ancora inattiva perché non si riesce a formare il Consiglio di amministrazione (Cda). Altro che manuale Cencelli, altro che spartizione scientifica, qui si tratta di una mensa con i segnaposto - l'unica cosa che conta - in bella mostra, una gigantesca e rumorosa mensa. La mensa giallorossa.

vera fiorani

 

Si valutano fatturato, investimenti, dipendenti e relazioni territoriali delle aziende in palio - più l'offerta è varia e più c'è agio - e si sceglie rispetto alla consistenza parlamentare: si parte con i 5S, si continua col Pd, si ritorna ai 5S di diversa corrente, ancora il Pd per sedare chi protesta, poi si scende di livello per rimpinguare Italia Viva, il premier Conte, i tecnici del ministero del Tesoro, il composito lascito di Leu, persino i singoli ministri e i sostenitori esterni come Gianni Letta e Massimo D'Alema.

 

Se la teoria è cacofonica, la pratica è una sinfonia: i Cinque Stelle hanno indicato l'amministratore delegato di Trenitalia con Luigi Corradi e il presidente di Rfi con Anna Masutti, al contrario il Partito democratico si è concentrato sull'amministratore delegato di Rfi con Vera Fiorani e sul presidente di Trenitalia con l'ex deputato Michele Meta. Per il quarto mandato consecutivo, puntellato da Gianni Letta, Mauro Masi è stato confermato in Consap da presidente e però ha ceduto il comando di Amministratore delegato a Vincenzo Sanasi d'Arpe, reclutato dai Cinque Stelle tendenza Luigi Di Maio.

ingrid muccitelli mauro masi

 

Busitalia è il capolavoro. L'amministratore delegato è un diritto acquisito di Italia Viva perché la società è ben radicata in Toscana, ma il primo concorrente - l'ex parlamentare Giovanni Palladino - è apparso debole. Per la presidenza si attendono le disposizioni del viceministro Castelli, che ha insistito parecchio per Gaetano Stramentinoli, ex ufficiale della Finanza, già collaboratore della medesima Castelli al Mef, di recente assunto in Ferrovie.

 

Le due cadreghe di Busitalia sono lì, allineate e spolverate, si aspettano soltanto gli ordini di Castelli e di Renzi per procedere dopo la pausa natalizia. Un altro mese è trascorso. E che problema c'è. Chi salva una vita salva il mondo intero. Chi salva una nomina salva il governo Conte II. Che Dio benedica Busitalia.

 

gualtieri conte patuanelli

LA CATENA DEL POTERE

Il tavolo delle nomine è assai istituzionale e meditabondo, vi si siedono attorno i membri di governo più competenti in materia, coloro che delineano ampi scenari e citano irreprensibili società di "cacciatori di teste", come Spencer Stuart, che assistono il Tesoro nella selezione dei vertici aziendali: Roberto Gualtieri per l'Economia, Stefano Patuanelli per lo Sviluppo, il sottosegretario Riccardo Fraccaro.

 

boschi rosato

Quando il tavolo è allargato ai referenti politici si aggiungono Vito Crimi per i 5S, che ci ha preso gusto a esercitare la sua funzione; Ettore Rosato per Iv, che deve consultare spesso Maria Elena Boschi; il viceministro Antonio Misiani, che rappresenta il Pd di antico rito Ds.

 

Nei 5S è sempre influente la parola del viceministro Stefano Buffagni. E nel Pd è un obbligo ascoltare il parere del ministro Dario Franceschini con la sua voce o per il tramite del deputato Alberto Losacco o Claudio Mancini per la sezione romana e lo stesso Gualtieri. In retrovia si agita Nicola Zingaretti, il segretario dem.

 

Alessandro Goracci, il capo di gabinetto del premier, a volte si accomoda al tavolo, altre riferisce l'ambasciata di Conte. Non ha titolo per partecipare a tali consessi, ma non viene respinto perché Conte non ha un partito. E se un suo partito ci fosse, Goracci ne sarebbe il tesoriere.

stefano buffagni giuseppe conte

 

Lontano dal tavolo, dalla vista e pure dal pudore, si affanna la coppia pugliese che apparecchia la mensa: il barese di origini Ignazio Vacca, ex funzionario Ds, capo della segreteria politica del ministro Gualtieri; il leccese Antonio Rizzo, ex militante socialista, un passato di denunciante in banca Mps, consigliere di Fraccaro. Inviso a Buffagni e Di Maio perché ritenuto non compatibile col Movimento, anche nei giorni di festa, in collegamento dal Brasile, Rizzo ha monitorato la distribuzione delle poltrone.

 

Antonio Rizzo

Rizzo e Vacca, con qualche margine di manovra, devono accertarsi che i desideri dei ministri e dei partiti siano esauditi. Per esempio, il ministro Roberto Speranza ha chiesto un'adeguata sistemazione per Filippo Bubbico, già viceministro all'Interno e governatore della Basilicata. Dopo una lunga riflessione e il solito animato dibattito, si rinfocola la suggestione di collocare Bubbico alla presidenza di Acquirente unico.

 

riccardo fraccaro

I "cacciatori di teste" non scovano e propongono i migliori amministratori o presidenti, sono soltanto un paravento della meritocrazia: esaminano le carriere dei candidati, ripetutamente segnalati dalla politica, per stabilire se sono idonei agli incarichi pubblici. Poiché la mensa giallorossa ha accolto e accoglie soprattutto i bisognosi, non di rado i candidati sono bocciati, ma non per questo motivo vengono esclusi. L'appetito è ingestibile.

Luigi Ferraris

 

Ancora non esiste la società statale di Autostrade per l'Italia e c'è ancora la trattativa con Atlantia della famiglia Benetton, ma al ministero del Tesoro hanno già individuato il futuro amministratore delegato: è Luigi Ferraris, che fu cacciato da Terna per ragioni politiche. Il governo doveva accontentare i 5S con la promozione di Stefano Donnarumma, dunque presto Ferraris verrà risarcito per il disturbo.

 

VIALI DEL TRAMONTO

FABRIZIO SALINI

Ogni giorno Fabrizio Salini si sveglia da amministratore delegato della Rai, va in ufficio a Viale Mazzini, dove c'è sempre meno folla che lo assale all'iconico ascensore che porta al settimo piano, certo qualcuno lo saluta con la mano, e rientra a casa nel tardo pomeriggio senza sapere se l'indomani sarà ancora amministratore delegato della Rai. Il triennio di Salini scadrà in estate, sarà molto complicato arrivarci.

 

alberto matassino 1

Al ministero della Cultura di Dario Franceschini ne pronosticano l'uscita quest' inverno. Si cerca la figura del traghettatore, cioè di un ad interno con poche pretese che si possa giocare in un semestre la piena investitura col nuovo Cda. A bordo campo si scaldano Paolo Del Brocco di Rai Cinema, Roberto Sergio di Radio Rai e l'attuale direttore generale Alberto Matassino. Quest' ultimo ha il supporto di Franceschini.

 

Per sancire la placida concordia fra i dem, il segretario Nicola Zingaretti, ispirato dal giovane romano Valerio Carocci del Cinema America, ha evocato un amministratore delegato esterno, soprattutto per stanare la volata di Del Brocco. I Cinque Stelle non hanno fretta, preferiscono discutere di Rai - che significa discutere di assetto mediatico per le prossime elezioni - assieme a Cdp e alle altre e vaticinano quello che potrà succedere a Claudio Descalzi (Eni) e Alessandro Profumo (Leonardo).

valerio carocci

 

Nel processo per le tangenti in Nigeria e per il reato di corruzione, la procura di Milano ha chiesto otto anni per Descalzi: la sentenza è fissata per marzo. Se gli va male, se ne va. Se gli va bene, rimane l'inchiesta sugli affari della moglie con Eni. Marco Alverà di Snam, svezzato nella multinazionale del petrolio all'epoca di Paolo Scaroni, si allena con foga per subentrare a Descalzi. Snam ha i tubi del gas, ma si cimenta nell'idrogeno per la "transizione energetica", una politica industriale di moda che ha spinto Alverà alla ribalta e l'ha avvicinato al premier Conte.

 

Alessandro Profumo

Invece Profumo è stato condannato in primo grado a sei anni per aggiotaggio e false comunicazioni sociali relative anche alla semestrale del bilancio 2015 di Monte dei Paschi di Siena, di cui era presidente, pur avendo applicato le prescrizioni di Bankitalia e Consob sui derivati Santorini e Alexandria sottoscritti da chi l'ha preceduto e nonostante i magistrati si fossero già pronunciati per l'archiviazione, il proscioglimento e poi per l'assoluzione.

Domenico Arcuri Myrta Merlino - ricevimento al quirinale 2011

 

La vicenda di banca Mps non c'entra con la gestione in Leonardo di Profumo, giunta al quarto anno, ma la politica già assapora lo sblocco di una poltrona non prevista. Però Profumo non gli semplifica il lavoro: considera le dimissioni un danno per Leonardo. I papabili successori sono Lorenzo Mariani, dislocato a Mbda, il consorzio europeo delle armi e Giuseppe Giordo, responsabile della divisione navi militari di Fincantieri.

 

Il destino di Domenico detto Mimmo Arcuri, il commissario straordinario alla pandemia, è avviluppato a quello di Conte. Il premier gli ha promesso la Cassa di Palermo o la Leonardo di Profumo. Scortato dai Cinque Stelle e in cerca di un appiglio nel Pd, Palermo ha mobilitato tutte le sue più recondite risorse pur di non abbandonare Cdp: è ormai da più di un anno che celebra con eventi, pubblicità e filmati i 170 anni dalla fondazione di Cassa depositi e prestiti e lo sforzo maggiore sarà visibile in primavera puntuale per le 171 candeline.

 

NICOLA ZINGARETTI GIANFRANCO BATTISTI

Cdp è la preda più ambita: detiene le partecipazioni di Eni, Snam, Italgas, Terna, Poste e di altre decine di società, è centrale nelle politiche economiche dello Stato come dimostrano Autostrade e Rete unica telefonica e ha in dote 271 miliardi di euro di risparmio postale degli italiani.

 

Anche Gianfranco Battisti, che fu nominato in Ferrovie dall'ex ministro Danilo Toninelli e ha una vecchia amicizia col forzista Antonio Tajani, ha riposto le poche speranze di bis in Conte. Quelle che ha smarrito, suo malgrado, Stefano Cao di Saipem che lascerà l'azienda dopo l'approvazione del bilancio. Alla mensa giallorossa, però, può accadere qualsiasi cosa. Non si digiuna mai.

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…