pansa italiaccia senza pace

ITALIACCIA SENZA PACE - LA VIOLENZA ROSSA DEL DOPOGUERRA E LA GUERRA CIVILE CHE NON SCOPPIO’ SOLO PERCHE’ STALIN SI OPPOSE - PANSA: “L’ITALIA DI OGGI PIU’ IN FRANTUMI DI QUELLA DEL ’45. MA NON ABBIAMO STATISTI COME DE GASPERI”

1. COSI’ IL PCI VOLEVA FERMARE LA DEMOCRAZIA

Anticipazione del libro di Giampaolo Pansa “L’Italiaccia senza pace. Misteri, amori e delitti del dopoguerra” pubblicata da “il Giornale”

TOGLIATTI PANSATOGLIATTI PANSA

 

La guerra civile, in apparenza finita nell' aprile del 1945, non si era affatto spenta. I delitti politici continuavano impuniti. Avevano quasi sempre mandanti ed esecutori di un solo colore: il rosso. Tra i partiti ritornati sulla scena, il Pci era l' unico in grado di dettare legge dovunque. A renderlo forte, e in tanti casi prepotente, provvedeva la rabbia di molti partigiani scontenti per come si era conclusa la Resistenza.
 

Spirava un vento di delusione irosa che sosteneva la necessità di un secondo tempo della guerra interna, questa volta con un obiettivo radicale: la conquista del potere in Italia.
Tante bande delle Garibaldi si erano rifiutate di consegnare le armi alle autorità militari inglesi e americane. Nell' Italia settentrionale e centrale stava crescendo il numero degli arsenali clandestini. Tra il 1945 e il 1946 molti depositi venivano scoperti dalle forze dell' ordine, ma era sempre poca cosa rispetto a quelli esistenti.
 

ATTENTATO A TOGLIATTI PANSA ITALIA DOPOGUERRAATTENTATO A TOGLIATTI PANSA ITALIA DOPOGUERRA

La voglia di una vittoria definitiva divideva persino un partito in apparenza monolitico come il Pci. Anche un leader dal grande carisma come Palmiro Togliatti era costretto a non decidere nulla a causa dell' opposizione di un' ala estremista che sosteneva la necessità di una resa dei conti con gli angloamericani. E di conseguenza con i partiti moderati. Prima fra tutti la Democrazia cristiana.
 

Guidata da un personaggio che la sinistra odiava: Alcide De Gasperi. Dipinto come un servo del capitalismo e un lacchè del Vaticano. L' Italia del triennio 1945-1947 era davvero un' Italiaccia, un Paese sottosopra. Dove poteva accadere di tutto. Persino che qualche gruppo di giovani reduci della Repubblica sociale cercasse di vendicarsi della sconfitta patita e delle angherie che stavano soffrendo per mano dei partigiani rossi. Erano tentativi modesti e destinati a fallire. Ma dimostravano una realtà che pochi erano capaci di vedere: se Mussolini era un cadavere appeso a piazzale Loreto, chi aveva creduto in lui non era scomparso.
 

COVER LIBRO PANSACOVER LIBRO PANSA

Nel frattempo la società italiana cambiava, e non sempre in peggio. Dopo aver ottenuto il diritto di votare, nel 1946 le donne si erano presentate in massa alle elezioni per l' Assemblea costituente e nel referendum per la scelta tra monarchia e repubblica. E avrebbero fatto sentire il loro peso nelle prime consultazioni politiche del dopoguerra: quelle del 18 aprile 1948. Fu un passaggio cruciale per la giovane democrazia italiana. Ma anche un azzardo per la Dc e le altre forze moderate che si opponevano al Fronte democratico popolare, l' alleanza fra i comunisti e i socialisti.

 

Una volta superato questo muro, l'Italiaccia si trovò in grado di intraprendere la strada che le avrebbe consentito di diventare un Paese normale. Da quel momento sono trascorsi sessantasette anni. Anche quanti allora erano ragazzi, come nel mio caso, non rammentano più che il 1948 fu ancora un' epoca di guerra. Le condizioni del Paese restavano quelle precarie che ho descritto. Imperava sempre il mercato nero.
 

Vigeva il razionamento per il pane, la carne, la pasta, il latte. Non tutti erano in grado di mettere insieme il pranzo con la cena. Tre anni dopo la fine della guerra, risultarono essenziali gli aiuti alimentari inviati dagli Stati Uniti per favorire la vittoria dello Scudo crociato.
 

Li ricordo anch' io quei pacchi che ci venivano recapitati a casa. Mia madre non li ha mai respinti. Diceva: «Gli americani ci tirano su il morale chiedendoci soltanto di non votare per i comunisti e i socialisti fedeli a Stalin. Per quello che mi riguarda, ho già deciso: non darò mai una mano al Fronte popolare!». La mamma accettò anche un taglio di stoffa con la cimasa tricolore. E mi confezionò un cappotto marrone. Era un colore che odiavo, ma il tessuto made in Usa si rivelò ottimo e mi tenne caldo per tre inverni.

ATTENTATO A TOGLIATTI UNITAATTENTATO A TOGLIATTI UNITA

 

Nella primavera del 1948, mentre il Fronte popolare era sicuro di vincere, la Democrazia cristiana temeva di perdere. In un santuario del Monferrato, De Gasperi incontrò il ministro degli Esteri francese, Georges Bidault, e gli presentò una richiesta che da sola testimoniava l' asprezza dello scontro. E ottenne che, in caso di sconfitta della Dc, la Francia avrebbe accolto come rifugiati politici tutti i dirigenti del suo partito, famiglie comprese.
 

Come era accaduto nel 1946 per l' elezione dell' Assemblea costituente, pure nelle consultazioni del 18 aprile si rivelò decisivo il voto delle donne. Furono le protagoniste della rinascita dopo la guerra. Anche nella vita delle famiglie e nei rapporti di coppia, le loro decisioni prevalevano sempre più spesso su quelle dei maschi. Era una novità sconvolgente che non venne subito compresa.
 

DE GASPERIDE GASPERI

Ma cambiò abitudini e atteggiamenti rimasti gli stessi per secoli. A cominciare dai rapporti sessuali. Per molti uomini fu uno choc scoprire che persino a letto le donne volevano avere l' ultima parola. Il 18 aprile lo Scudo crociato stravinse.
 

De Gasperi rimase alla guida del governo. E fu in grado di superare anche il trauma dell' attentato a Togliatti. Il 14 luglio 1948 poteva segnare l' inizio di una nuova guerra civile. Ma il vertice del Pci sapeva bene che un' insurrezione rossa non era possibile. Lo aveva già spiegato Giuseppe Stalin a Pietro Secchia, il leader dell' ala militarista del partito. Andato a Mosca per incontrare il nuovo zar, quel biellese secco, dal volto sparuto, sempre con i capelli in disordine e l' abito stazzonato, tornò a mani vuote. Il compagno Stalin gli confermò che in Italia la rivoluzione proletaria era nient' altro che un' illusione.

 

2. L’ITALIA DI RENZI INGUAIATA COME QUELLA DI DE GASPERI

DE GASPERI RENZIDE GASPERI RENZI

Giampaolo Pansa per “il Giornale”

 

Dopo aver scritto questo libro, mi sono reso conto di un fatto che lì per lì non avevo percepito. L' Italia del 2015 assomiglia all' Italiaccia degli anni tra il 1945 e il 1948. Allora eravamo un Paese sotto sopra e senza pace. Uscivamo stremati da una guerra mondiale perduta e da una guerra civile sanguinosa. Le industrie erano ferme. Il numero dei disoccupati cresceva mese dopo mese.

 

La crisi dell' economia sembrava invincibile. Molte famiglie tentavano di sottrarsi alla povertà. Non sembra un ritratto dell' Italia di oggi? Se guardiamo in faccia il Paese nel quale viviamo, scopriamo che gli italiani del 2015 sono più in frantumi di quelli del 1945.
 

TOGLIATTI E RENZI TOGLIATTI E RENZI

I partiti soffrono di un discredito che nel dopoguerra non affiorava. Siamo divisi in fazioni che si odiano. Abbiamo il terrore di perdere tutto e di diventare più poveri.
Le migrazioni da Paesi lontani si stanno rivelando incontrollabili. Purtroppo non abbiamo più statisti del calibro di un Alcide De Gasperi che ci guidino verso un futuro di progresso.
 

PANSA ITALIACCIA SENZA PACEPANSA ITALIACCIA SENZA PACE

Che cosa augurare a me stesso e ai lettori dell' Italiaccia senza pace ? La mia riposta onesta è che non lo so. Ho un' unica certezza: per uscire dalle difficoltà di oggi, dovremo fare da soli. Perché nessuno ci aiuterà.

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."