altan referendum taglio parlamentari

AGLI ITALIANI DEL REFERENDUM NON FREGA UNA CEPPA! – SOLO IL 35% DEI CITTADINI SA PERCHÉ SI VA A VOTARE IL 20 E IL 21 SETTEMBRE – FORTUNA CHE IN SETTE REGIONI SI VOTA ANCHE PER I GOVERNATORI, ALTRIMENTI AL SEGGIO NON ANDREBBE NESSUNO – DITE A LUIGINO DI MAIO CHE IL “NO” STA RECUPERANDO E CHE C’È IL RISCHIO CHE IL QUESITO DA TECNICO SI TRASFORMI IN PARTITA POLITICA (COME PER IL REFERENDUM DI RENZI)

Tommaso Montesano per “Libero Quotidiano”

 

referendum taglio parlamentari

Fortuna che in contemporanea, in sette Regioni, si voterà anche per eleggere i governatori. Altrimenti a recarsi al seggio per decidere se dire «Sì» o «No» al taglio dei parlamentari sarebbero davvero pochi intimi.

 

Non che l'affluenza alta o bassa cambi qualcosa, visto che trattandosi di un referendum confermativo - e non abrogativo - non è richiesto il raggiungimento del quorum per la sua validità. Epperò: un conto è trascinare alle urne masse entusiaste di elettori, altro è assistere a una votazione in sordina.

 

RADICALI PER IL NO AL REFERENDUM

Eppure è questo, quando mancano tre settimane all'apertura dei seggi, lo scenario più probabile. Secondo Nando Pagnoncelli, numero uno di Ipsos Italia, solo il 35% dei cittadini, ossia un italiano su tre, è a conoscenza della posta in gioco il 20 e il 21 settembre: la sforbiciata di 230 seggi a Montecitorio e di 115 scranni a Palazzo Madama.

alessandra ghisleri foto di bacco (2)

 

Un giudizio condiviso, nei giorni scorsi, anche da Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research, che analizzando i rilievi delle prime settimane di agosto ha sentenziato: «Moltissimi non sapevano che oltre che per alcune Regionali si dovesse votare anche per un referendum».

 

Sarà il quesito troppo tecnico, sarà che la mente è occupata dal caos sulla riapertura delle scuole, sarà l'ansia degli assembramenti prima di entrare in cabina elettorale. Tant' è: il voto non scalda i cuori degli italiani. E dire che oggi va addirittura meglio di un mese fa.

 

luigi di maio strappa le poltrone in piazza montecitorio flash mob m5s per il taglio dei parlamentari

«A fine luglio solo il 22% degli elettori sapeva del referendum. Adesso la percentuale è raddoppiata, ma questo non significa che chi conosce il quesito prenderà posizione», avverte Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi.

 

L'aumento di conoscenza è favorito dal fatto che in sette Regioni - Valle d'Aosta; Liguria; Veneto; Toscana; Marche; Campania e Puglia - si voterà anche - e soprattutto - per eleggere i governatori. «Saranno sfide destinate a trascinare in alto la partecipazione al referendum, anche se nelle Regioni più importanti, come Lombardia e Lazio, questo non avverrà».

votazione per ddl costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari

 

BATTAGLIA POLITICA

E dire che il quesito ha tutto per favorire un'alta affluenza. «È un voto di pancia, non servono manuali di diritto costituzionale per appassionare gli italiani, come sta cercando di fare, senza successo, La Repubblica», osserva Nicola Piepoli, direttore dell'omonimo istituto di ricerca.

 

Peccato che l'interesse intorno al referendum sia aumentato in questi ultimi giorni grazie alla discesa in campo dei «testimonial del Sì e del No», afferma Noto. «Essendo una tematica tecnica, gli elettori si faranno un'opinione in base all'orientamento dei loro riferimenti politici. È un percorso che va metabolizzato».

IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BY ALTAN

 

Con un pericolo, per il Movimento 5 Stelle, grande sponsor del «Sì»: «Che accada come nel 2016 in occasione del referendum costituzionale costato carissimo a Matteo Renzi. Ovvero che un quesito tecnico si trasformi, con il passare del tempo, in una partita politica». Sarebbe a dire: voto non in base al merito dell'argomento, ma a ciò che conviene di più per fare un dispetto al mio avversario.

 

Così la confusione aumenta. Da qui la tendenza dei pentastellati, fiutata l'aria che inizia a tirare, di non personalizzare troppo l'appuntamento di settembre. A proposito: la partita come sta andando? «Il "Sì" è sempre stato in vantaggio, ma il trend ora è diverso. Siamo passati da un match senza storia - 80% contro 20% - ad un incontro giocabile: ora il rapporto è 60-40. Il "No" è in recupero».

renzi di maio

 

Una percentuale appena ritoccata da Piepoli: «Il "Sì" è passato dal 90% iniziale all'attuale 70%. Il "No" non è marginale, ma al momento non ha la forza di imporsi. Servirebbero una discussione pubblica e, soprattutto, più tempo».

 

INCOGNITA COVID

Sulla partita, poi, c'è l'incognita Coronavirus. Con il "tam tam" su distanziamento e pericolo assembramenti che potrebbe scoraggiare gli elettori dal recarsi al seggio. «Il fattore Covid è imponderabile», ammette Noto, «gli elettori potrebbero essere tentati di tornare a casa qualora si trovassero di fronte, davanti all'ingresso del seggio, a file lunghissime».

 

nicola piepoli

File lunghissime non per l'affluenza, ma per le procedure di controllo sanitario prima di prendere in mano scheda e matita. Piepoli è cauto sulla partecipazione al voto: «Oggi il 75% degli elettori dice che andrà a votare. Ma quelli che poi realmente escono di casa con la tessera elettorale in tasca sono - a dire tanto - la metà». Sorprendente, visto che il tema, il taglio delle poltrone, ha tutto per attirare ai seggi.

 

«I cittadini sanno benissimo che è inutile andare a votare: non c'è quorum», sentenzia il sondaggista. E qui tornano in ballo le elezioni locali: «Nelle sette Regioni dove si voterà per eleggere il presidente è facile supporre che l'affluenza supererà il 50%. Questo, unito al duello per i sindaci di grandi città come Venezia e Reggio Calabria, avrà l'effetto di un traino per il referendum». riproduzione riservata.

referendum taglio parlamentari

             

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

referendum taglio parlamentari

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO