giuseppe de rita italia

“CHE SUCCEDERÀ ALL'ITALIA NEL 2023? NIENTE. SIAMO UN PAESE MEDIOCRE CON UN GOVERNO MEDIOCRE” - GIUSEPPE DE RITA: “L'ITALIA È COME UN BAMBINO TRA GLI OTTO E GLI UNDICI ANNI. VIVE NELLA FASE CHE SIGMUND FREUD CHIAMAVA STATO DI LATENZA. NON ABBIAMO UN OBIETTIVO PRECISO PER IL FUTURO. SENZA UNO CHOC, DALLA LATENZA L'ITALIA NON ESCE. LE GRANDI STAGIONI SONO NATE DA CHOC, DAL DISPIEGAMENTO DI ENERGIE COME RISPOSTA ALLA CRISI - A COSA PUO’ AMBIRE LA MELONI? DURARE DUE ANNI E USARE LA MEDIOCRITÀ ITALIANA E TIRARNE FUORI QUALCOSA DI BUONO. QUESTO È UN PAESE-BETONIERA, DA GOVERNARE COSTRUENDOSI UN APPARATO, UNA CLASSE DIRIGENTE. IL PERICOLO, ANCHE PER LEI, È IL..."

giuseppe de rita foto di bacco

Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

«Che succederà all'Italia nel 2023? Secondo me quasi niente. Siamo un Paese mediocre con un governo mediocre, anche se mi pare che Giorgia Meloni stia studiando per imparare i meccanismi del sistema. Sa, la mediocrità non è soltanto un male...». Giuseppe De Rita rimane un entomologo sociale spiazzante. Dalla sua scrivania nella villetta del Censis circondata da un giardino arrampicato sopra piazza di Novella, accanto al parco romano di Villa Ada, viviseziona il Paese. E anche dopo mezzo secolo continua a darne una lettura originale.

 

GIUSEPPE CONTE

Se non succede niente significa per paradosso che la situazione si è in qualche modo stabilizzata.

«Possiamo anche dirla così. Sa, l'assestamento nasce anche per l'assenza di grandi guastatori. In giro non ne vedo. Al massimo c'è Giuseppe Conte, che cerca di contrastare l'assestamento del sistema. Ma la sua mira sembra mediocre: superare un Pd in declino. Meloni può stare tranquilla».

 

Beh, forse perché il Pd dà l'idea di essere al capolinea e tutti pensano di poterselo spartire.

ENRICO LETTA

«Temo che sia una storia finita, purtroppo. Penso a Enrico Letta, un politico che stimo. Porca miseria, sembra che stia facendo una corsa verso il patibolo, con una sorta di masochismo per eccesso di coerenza. Ma questa è la parte di analisi della politica che magari mi fa eccedere in pessimismo, lo ammetto».

 

Il versante ottimistico qual è?

«Tutti noi che parliamo di società italiana, dimentichiamo che l'Italia è come un bambino tra gli otto e gli undici anni. Vive nella fase che Sigmund Freud chiamava stato di latenza. Ha ossa, carne, cervello, ma non è ancora formato dall'adolescenza, né sfidato dal futuro. E dunque è come sospeso».

 

Ha l'aria di un eufemismo per non dire che galleggiamo e basta.

giuseppe de rita

«In effetti, il galleggiamento dura da un po' troppo tempo. Non andiamo né avanti né indietro, spieghiamo nel Rapporto del Censis di quest' anno. Non usciamo dallo stato di latenza per due motivi: non abbiamo un obiettivo preciso per il futuro, perché il Piano di ripresa non coinvolge. È stato vissuto solo come: arrivano tanti soldi. E poi perché non sono arrivate le grandi crisi che nel passato ci hanno fatto avanzare: il dopoguerra, il terrorismo e la crisi petrolifera negli Anni Settanta, il made in Italy e il craxismo degli Anni Ottanta del secolo scorso».

 

Non trascura la pandemia del Covid e la guerra della Russia contro l'Ucraina?

«Non le trascuro. Ricorda? Ci dicevano che "dopo" saremmo cambiati, e invece siamo rimasti gli stessi. Nonostante i morti, l'inflazione, quelle tragedie non sono state percepite come crisi trasformative. Socialmente non siamo in terapia intensiva. È come se fossero soprattutto problemi che riguardano gli altri. Anche sulla guerra non abbiamo un'idea collettiva».

 

Sta dicendo che tutto contribuisce a una mediocre sopravvivenza?

MARIO DRAGHI E MARIO MONTI

«Voglio dire che gli italiani non le hanno percepite come sfide da affrontare collettivamente: al massimo hanno avuto paura per sé stessi, per esempio con la pandemia. Ma senza uno choc, dalla latenza l'Italia non esce. Le grandi stagioni sono nate da choc, dal dispiegamento di energie come risposta alla crisi».

 

Per molti, il governo di destra che ha vinto il 25 settembre è uno choc.

«Per ora no. Dire che dietro questo governo ci sia ancora Draghi non è così stravagante. Non nel senso che lo guidi o lo influenzi nell'ombra ma che esiste un'inerzia dei processi economici e politici, indotti anche dall'adesione all'Europa, ai quali Giorgia Meloni non può sottrarsi. Il sistema risucchia e appiattisce tutti. Ricordiamoci la crisi del 2011, lo spread a 500, Mario Monti. Lui e Mario Draghi non sono certo dei mediocri, eppure sono stati costretti a scendere a patti con la mediocrità del sistema».

 

Niente aurea mediocritas, insomma.

MARIO DRAGHI MARIO MONTI

«Mediocrità e basta. Ma io ci credo, alle virtù della mediocrità: se non altro perché ha fatto crescere il Paese nel passato. Il boom degli Anni Sessanta del '900 è stato promosso dallo strato medio dei mediocri Brambilla e dalla quasi banalità della Fiera di Milano. Mediocri ma funzionavano».

 

Sì, ma ora sembra una mediocrità non da boom ma da declino.

«Purtroppo ci siamo consumati la classe dirigente. E la classe media non è mai diventata borghesia: non ce l'abbiamo fatta. Pasolini lo diceva sempre a me e a Paolo Sylos Labini: l'italiano non sarà mai borghese, rimane un piccolo borghese. Anche nel governo, nel Parlamento, dominano i piccoli borghesi. Ci vorranno cinquant' anni per esprimere un'identità neoborghese e avere una fascia sociale di borghesia medioalta».

 

Lei descrive una sorta di scissione tra cultura, società e politica.

giuseppe de rita 2

«Questa scissione è reale. Manca la capacità di creare identità e punti di riferimento. La politica si fa con i soggetti collettivi, con élites capaci di visione e di sintesi. Con i leader individuali si ottengono vittorie di opinione, intrinsecamente volubili. Esaltare l'opinione è stata la tragedia dell'Italia.

 

Ha prodotto la cultura della rissa, dell'uno vale uno, dello scontro senza sintesi. Le stesse trasmissioni televisive si costruiscono su format che puntano sul contrasto di opinione: vedi i talk show. Ha creato un mondo di opinione, non di pensiero né di vero dialogo. E il primato delle opinioni ha prodotto prima Berlusconi, poi Salvini, Renzi, i grillini e ora Meloni, anche se lei mi sembra meno volatile e più abile».

 

GIORGIA MELONI ALLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO

Ma quali ambizioni realistiche può coltivare il governo attuale, sullo sfondo che lei descrive?

«Durare due anni, e in questi due anni usare la mediocrità italiana e tirarne fuori qualcosa di buono. Questo è un Paese-betoniera, da governare costruendosi un apparato, una classe dirigente. Meloni deve giocare sui tempi più o meno lunghi, non sognare i sei mesi fiammeggianti di un John Kennedy. Il pericolo, anche per lei, è il presentismo che ha afflitto un po' tutti in questi anni. Il presentismo dà l'illusione di esserci, ma in realtà ci toglie la sfida dei rischi e segnala la mancanza di tempo: senza che ce ne accorgiamo».

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...