matteo renzi giuseppe conte

“GIUSEPPI” STAI SERENO – MATTEO RENZI BOMBARDA CONTE: “È STATO IL PREMIER DI UNA MAGGIORANZA CHE HA AZZERATO LA CRESCITA” – IL BACIO DELLA MORTE DI MATTEUCCIO ALLA POCHETTE CON LE UNGHIE: “FACCIO IL TIFO PER LUI E GLI DO UNA MANO.  BASTA CHE PENSI A LAVORARE PER IL BENE DELL'ITALIA. LA LEGISLATURA DURERÀ FINO AL 2023, SICURAMENTE” – LA CACCIATA DI SALVINI RIVENDICATA COME “IGIENE ISTITUZIONALE” E LE BORDATE AL PD: “SE QUALCUNO VUOLE ANDARE A VOTARE PRIMA, MAGARI PER REPLICARE IL BRILLANTE RISULTATO DELL'UMBRIA, NON HA CHE DA DIRLO…”

Barbara Jerkov per “il Messaggero”

 

matteo renzi al senato

Il veto di Italia Viva a nuove tasse nella manovra, indicando però nel dettaglio le alternative per far quadrare i conti («perché io le leggi di Bilancio le ho fatte e le so fare»). Un'ammissione: «Ritrovarmi alleato con M5S mi costa, mi costa molto». E una previsione: la legislatura arriverà a scadenza naturale, se anche con Conte presidente del Consiglio, ecco, «dipende da come funziona il governo». Sul lungo volo di rientro dagli Usa via Emirati Arabi, Matteo Renzi sfrutta il wifi di bordo per fare il punto sulle tensioni nella coalizione e sulle prossime scadenze. Senza - bisogna dirlo - giri di parole.

RENZI ALLA LEOPOLDA 10

 

Non c'è giorno, presidente Renzi, senza che nella maggioranza non ci si scontri su qualcosa. Ormai anche il Pd dice che se questo è il clima, divisi su tutto dopo appena due mesi, meglio prendere atto e staccare la spinta. Lei cosa risponde?

Giuseppe Conte Vincenzo Bianconi

«Per me è folle. Questo governo è nato in emergenza per rispondere allo strappo leghista. Con le elezioni anticipate avremmo avuto l'aumento dell'Iva, i pieni poteri a Salvini, un capo dello Stato No Euro e tensioni sui mercati. Con il blitz di agosto abbiamo eliminato in un colpo solo tutti questi rischi: rivendico l'operazione di igiene istituzionale che abbiamo fatto.

 

Giuseppe Conte a Narni

Adesso abbiamo due obiettivi: eleggere un Presidente della Repubblica garante dell'Italia in Europa nel 2022 e utilizzare questo periodo di calma sui mercati per ridurre il costo degli interessi sul debito. Nel 2013 pagavamo 77 miliardi, il prossimo anno saremo a 59 miliardi: se diamo stabilità possiamo scendere sotto i 50 miliardi nel proseguo della legislatura.

 

matteo renzi come antonio conteMATTEO RENZI

Se poi qualcuno vuole andare a votare prima, magari per replicare il brillante risultato dell'Umbria dove si è scelto di anticipare il voto facendo della regione un caso nazionale, non ha che da dirlo. Basta che poi ciascuno si prenda le sue responsabilità. Noi siamo per andare avanti, gli altri ci faranno sapere».

 

Lei ama ripete che la legislatura deve andare avanti ma non dice se con o senza Conte premier. Vuole chiarirlo qui?

in prima fila roberto speranza nicola zingaretti luigi di maio giuseppe conte 3

«Dipende da come funziona il governo, non da me. Niente di personale, sia chiaro: a me sta a cuore l'Italia, non il futuro dell'avvocato Conte. Conte è stato il premier di una maggioranza che ha azzerato la crescita in Italia: per una serie di circostanze oggi si ritrova premier anche della maggioranza alternativa.

GIUSEPPE CONTE

 

Qualcuno degli alleati, che confonde i sondaggi con la politica, lo immagina addirittura candidato leader alle prossime elezioni. Tutto assolutamente legittimo. Io però ragiono diversamente. Per me l'unica preoccupazione è che l'Italia vada avanti, che le tasse non aumentino, che il Paese si rialzi: quindi spero che Conte lavori bene. Faccio il tifo per lui e gli do una mano, oggi, senza farmi film su domani. Che cosa abbia in testa Conte per il suo futuro mi è indifferente: basta che adesso pensi a lavorare per il bene dell'Italia. La legislatura durerà fino al 2023, sicuramente: siamo una democrazia parlamentare e in Parlamento c'erano, ci sono e ci saranno i numeri per un governo che non ci spinga fuori dall'Europa».

MATTEO RENZImarattin boschi

 

Italia Viva è in prima fila nelle critiche...

«Il contrario! Lei non sa quante volte tacciamo per senso di responsabilità. Su un punto però non transigiamo: non possiamo alzare le tasse agli italiani. Abbiamo vinto la battaglia per eliminare l'aumento dell'Iva e adesso vinceremo anche quella sulle macchine aziendali, sulla plastica e sullo zucchero. C'è chi rivendica la propria battaglia No Tav, chi quella No Tap. Noi di Italia Viva siamo quelli No Tax».

teresa bellanova

 

A proposito della manovra. Dal primo giorno lei dice no a nuove tasse e invece dalla plastica allo zucchero ce ne sono parecchie. Vuol dire che non le danno retta?

«Normale dialettica. Italia Viva ha fatto un lavorone con Teresa Bellanova e Gigi Marattin per evitare i 23 miliardi dell'aumento dell'Iva e l'aumento di tasse su cellulari, gasolio, casa. In questa manovra c'è qualche segnale incoraggiante su famiglia, sanità, stipendi. Ora c'è bisogno di eliminare i tre principali errori rimasti: le tasse su zucchero, plastica e soprattutto auto aziendali che sono una inspiegabile mazzata alla classe media.

 

renzi conte

Nella mia esperienza politica ho sempre abbassato le tasse, dall'addizionale Irpef in comune all'Ipt in provincia, fino agli 80 o Industria 4.0 o l'Irap costo del lavoro o l'Imu prima casa. Non cambio linea adesso. Anzi: rivendico la battaglia culturale. Giusto combattere l'evasione fiscale ma va combattuta anche l'invasione fiscale: l'invasione fiscale di nuove tasse e aumenti sconsiderati. Le tasse in Italia sono troppe: facciamole scendere. O almeno non alziamole».

 

RENZI ALLA LEOPOLDA 10

Quali alternative ci sono per far quadrare i conti?

«Servono meno di 2 miliardi di euro. Non stiamo parlando di cifre enormi: lo 0.1% del Pil. Ci sono tante soluzioni. Se il cuneo parte a settembre anziché a luglio, il problema è risolto. E per l'anno successivo basta diminuire di una cifra analoga il cashback. Ma si può intervenire anche sulle spese: col mio governo spendevamo undici miliardi in meno di quello che si spende ora per beni e servizi. Trovare qualche centinaio di milioni qui non è un dramma. I numeri per eliminare le tre tasse ci sono: nel Bilancio e in Parlamento. Non aumenteremo le tasse a due milioni di italiani che vengono fatti passare per ricchi solo perché hanno un'auto aziendale. Non esiste!».

 

Pensa che la manovra in Parlamento cambierà?

giuseppe conte luigi di maio vincenzo bianconi nicola zingaretti roberto speranza

«Ma certo! È un diritto, persino un dovere del Parlamento cambiarla. A meno di non dare al governo i pieni poteri. Solo lo scorso anno il Parlamento fu esautorato dalla discussione della legge di Bilancio per la prima volta in 70 anni. Sono certo sia stata anche l'ultima. E mi auguro che le opposizioni diano il loro contributo: in una democrazia parlamentare si prende il buono da tutti».

marattin boschi

 

Il Caso Umbria è una sonora sconfitta per l'alleanza rosso-gialla, che lei ha criticato dal primo momento. Magari se Italia Viva avesse dato una mano poteva finire un po' meglio?

«Non credo sia stato geniale dare tanto valore alle regionali in Umbria. Erano elezioni locali. Mi sono sforzato invano di capire perché abbiano convinto il premier a fare la foto a Narni: lasciamo che chi ci governi, pensi a governarci, non a fare spot in Umbria. Stiamo insieme a livello nazionale per necessità. Ma a livello locale ognuno fa le proprie valutazioni. Italia Viva sta crescendo: migliaia di adesioni tra i cittadini, centinaia di eventi sul territorio, un clima bello e l'obiettivo di raggiungere il 10% che è agevolmente alla nostra portata. Ci troverete in prima linea sulle battaglie culturali, non nelle photo opportunity».

JOKER INFILTRATO NELLA FOTO DI NARNI

 

Le costa ritrovarsi, a Roma, alleato con M5S?

«Sì, mi costa molto, perché negarlo? Mi costa molto a livello personale ma se rompessimo agli italiani costerebbe molto di più, da tutti i punti di vista, a cominciare da quello economico. Dunque metto al primo posto l'interesse dei nostri concittadini: abbassiamo il costo del debito, raggiungiamo quota 50 intesa come 50 miliardi di interessi, eleggiamo un Presidente della Repubblica. Poi nel 2023 tutti saremo liberi. Se invece lei si riferisce a Roma come città: siamo fieri di essere all'opposizione di Virgina Raggi. Niente di personale, ma il suo modo di fare il sindaco è il contrario di ciò che io intendo per buona amministrazione».

VIRGINIA RAGGI

 

Se il centrosinistra dovesse perdere in Emilia, sua regione simbolo, per Salvini e Meloni stavolta il governo dovrebbe considerarlo un voto di sfiducia vero e proprio e dimettersi. Secondo lei?

«Per me no. Si vota per l'Emilia Romagna, non per l'Italia. E mi piacerebbe parlare di una regione in cui la disoccupazione è sotto il 5%, dove Industria 4.0 ha ottenuto risultati brillanti, dove il turismo tira, dove il Pil cresce, dove gli asili sono tra i migliori a livello europeo. Salvini e Meloni hanno la solita cantilena su migranti e comunisti: noi abbiamo una Regione che funziona, con un presidente capace, vogliamo bloccare anche quella?

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

Le regionali sono elezioni regionali, non sondaggi nazionali. Anziché replicare la foto di Narni se il governo vuole dare una mano a Bonaccini tolga le tasse sulla plastica visto che l'Italia è leader mondiale del packaging e le aziende migliori si trovano proprio sulla via Emilia. Lasciamole competere nel mondo senza costringerle a pagare ancora più tasse. Se competono nel mondo, assumono in Emilia. Non è difficile da capire. Se vogliono aiutare Bonaccini facciano un emendamento con noi in Senato sulla plastica e sulle auto aziendali, non facciano un'altra foto dei leader».

salvini borgonzoni

 

Altro tema difficile di questi giorni, il rinnovo del memorandum con la Libia. Ma è vero che Italia Viva non è stata consultata? E qual è la sua opinione sulle modifche preannunciate dal premier?

«Purtroppo è vero. Ma anche stavolta non abbiamo fatto polemica. So peraltro che il premier si è scusato con Rosato. Se si vuole fare davvero una politica di contenimento dell'immigrazione si deve andare in Africa con un progetto serio, europeo. Ci stanno lavorando vari soggetti privati, a cominciare da Eni e della cooperazione internazionale.

 

minniti renzi

Ma non basta. Occorre riprendere il grande progetto Africa che lanciammo a Malta nel novembre 2015 e che ancora stenta a partire: in Africa l'Europa dorme e la Cina investe. Quanto al memorandum: quando ero premier non ho voluto firmare un documento analogo perché non lo condividevo. Rispetto chi lo ha firmato e chi lo rinnova. Spero che le modifiche decise dal premier siano sostanziali perché le testimonianze che arrivano dai lager libici sono inequivocabili. Conte dice che tutto cambierà: abbiamo il dovere di credergli».

 

Infine, presidente, una domanda su quanto sta avvenendo al centro del centrodestra. Carfagna e altri esponenti azzurri dopo il voto sulla commissione Segre sembrano sempre più a disagio in Forza Italia. Lei ha detto più volte che sarebbe felice se decidessero di unirsi a Italia Viva. Qualcosa si sta muovendo?

MATTEO RENZI

«Su questo voto Forza Italia ha scritto una brutta pagina della sua storia. Ma rispetto il travaglio di chi soffre vedendo Berlusconi inseguire Salvini in una deriva incompatibile con il popolarismo europeo. Qualcuno verrà con noi? Forse, ma non tiro per la giacchetta nessuno: saranno loro a decidere. Italia Viva è una piccola start-up che si propone di cambiare la politica assorbendo consenso sia dal Pd che dai Cinque Stelle che dalla destra. Chi sta con noi ha un profilo liberale e riformista, mette al centro la persona umana e i suoi valori, rifiuta il giustizialismo. Gente che quando Trump dice: l'Italia starebbe meglio fuori dall'Europa si alza e dice: No, noi siamo gli eredi di Ventotene. Siamo per una società aperta, basata sul merito e non sulla rendita. Chi ha questi valori, non può stare con i sovranisti. Vale per chi ha creduto in Forza Italia ma anche per chi ha creduto nel Pd o in Cinque Stelle. È tempo di scrivere una storia nuova».

MARCO MINNITI E MATTEO RENZImeme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloniMATTEO RENZIMATTEO RENZI CORRE A CENTRAL PARKmatteo renzi alfonso toto

 

matteo renzi e claudio costamagna

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…

roberto vannacci - giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

GIORGIA MELONI OSSERVERÀ CON MOLTA ATTENZIONE I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN TOSCANA, LA PROSSIMA SETTIMANA. NON PERCHÉ SPERA DI STRAPPARE LA REGIONE ROSSA AL CENTROSINISTRA (LA VITTORIA DI GIANI È QUASI CERTA), QUANTO PIUTTOSTO PER “PESARE” LA LEGA DI SALVINI – LA TOSCANA È DIVENTATA TERRA DI CONQUISTA DELLE TRUPPE DEL FASCIO-LEGHISTA VANNACCI. DAL NUMERO DI VOTI CHE PRENDERÀ L’EX PARA' DELLA FOLGORE DIPENDONO LE SORTI DI SALVINI ALLA GUIDA DEL CARROCCIO, E DI CONSEGUENZA IL FUTURO DEL GOVERNO CHE SENZA L'8% DELLA LEGA NON REGGE NON SUPERANDO IL 40%  – FIN QUANDO LA STATISTA DELLA SGARBATELLA NON HA DAVANTI I NUMERI DELLA REALE CONSISTENZA DEL FU TRUCE DEL PAPEETE, CONTINUERA' A SCHIERARSI CON TRUMP E NETANYAHU PER COPRIRSI A DESTRA DALLE MATTANE DEL "CAPITONE" (SI SA CHE GLI ANIMALI FERITI SONO I PIU' PERICOLOSI...)... 

a lume di candela andrea giambruno pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PER L’EX SIGNOR MELONI, L'ARZILLO ANDREA GIAMBRUNO, SI AVVICINA IL RITORNO IN VIDEO ALLA CONDUZIONE DI "STUDIO APERTO" – UN BEL PASSO INDIETRO PER IL FANATICO DELL'AMMUCCHIATA CHE ORA SARÀ BEN "INGABBIATO", LIMITANDOSI A LEGGERE LE NOTIZIE SUL "GOBBO, EVITANDO COSI' QUEI COMMENTI E OPINIONI PERSONALI A CUI CI AVEVA SOLLAZZATO DURANTE LA CONDUZIONE DI "DIARIO DEL GIORNO" - IL CASO "TG2POST" CHE AFFONDA IL PRIME TIME DI RAI2  – ENZO MICCIO E IL VECCHIO POST DI GIORGIA MELONI DEDICATO AL NUOVO CO-CONDUTTORE DI "DOMENICA IN" - BOLLE IN RAI IL RITORNO DI FLAVIO INSINNA - INDOVINELLO: IL GIORNALISTA LUDOPATICO HA ACCUMULATO DEBITI PER IL POKER. DI CHI SI TRATTA? - VIDEO

benjamin netanyahu donald trump hamas

DAGOREPORT: BYE BYE “BIBI” – I CEFFONI RIFILATI DA TRUMP A NETANYAHU SONO IL SEGNALE CHE IL PREMIER ISRAELIANO È AL CAPOLINEA POLITICO: COME I MILIZIANI DI HAMAS, OTTERRÀ UN SALVACONDOTTO (LA GRAZIA DAI SUOI PROCESSI) E POI SARÀ SPEDITO AI GIARDINETTI. NON SARÀ LUI A GESTIRE IL LUNGO PROCESSO DI PACE CHE SEGUIRÀ AL CESSATE IL FUOCO – L’ERRORE DI “BIBI” È STATO BOMBARDARE IL QATAR, CHE HA PRETESO DAGLI USA UN SIMIL-ARTICOLO 5 (CHI COLPISCE DOHA, COLPISCE L’AMERICA) – I PRESUNTI DOSSIERINI SU TRUMP BY EPSTEIN, IN MANO A ISRAELE? DISINNESCATI DAL TYCOON: DI FRONTE ALLA PACE, COS’È MAI UN’AMMUCHIATINA DI TRENT’ANNI FA? – IL SÌ DEI PAESI MUSULMANI, CHE SOGNANO UN PEZZO DELLA RICCA TORTA DEGLI INVESTIMENTI SU GAZA, IL RITORNO DEGLI USA SULLA SCENA MEDIORIENTALE, LE RICHIESTE DI HAMAS E I CONSIGLI DI TRUMP A NETANYAHU: “VOGLIONO BARGHOUTI? DAGLI BARGHOUTI. AL MASSIMO, L’AMMAZZI DOPO…”

donald trump zohran mamdani

FLASH – TRUMP HA VISTO I SONDAGGI SULLE ELEZIONI PER IL SINDACO DI NEW YORK ED È TRASECOLATO. IL MILLENNIAL ZOHRAN MAMDANI, CHE HA TRIONFATO ALLE PRIMARIE DEMOCRATICHE E VELEGGIA SERENO VERSO LA VITTORIA (SECONDO I SONDAGGI, SFIORA IL 50% E DOPPIEREBBE L’EX GOVERNATORE ANDREW CUOMO). IL TYCOON NON SI È PERSO D’ANIMO: HA SGUINZAGLIATO L’FBI PER SCAVARE A FONDO SUL PASSATO DEL SOCIALISTA MUSULMANO. COME PER IL FINTO CERTIFICATO DI NASCITA DI OBAMA, QUALCOSA SI TROVA SEMPRE. ALTRIMENTI SI CREA…