giorgia meloni roberto d'agostino dago

“HANNO FATTO PROVVEDIMENTI PER PIAZZARE LA BANDIERINA. CHE POI GLI È RITORNATA NEL CULO” – DAGO ANALIZZA I PRIMI PASSI (FALSI) DEL GOVERNO: “GIORGIA MELONI HA TROPPA GENTE INTORNO, INCAPACE E INADEGUATA. IL SUO ATTEGGIAMENTO CI PORTA IN SITUAZIONI COME GLI SCONTRI CON LA FRANCIA SULLE ONG. LA SITUAZIONE È GRAVISSIMA. CON L’EUROPA CHE TI GUARDA STORTO, NON È IL CASO DI FARE LA 'DUCETTA'” – "IL POLITICALLY CORRECT? WOKE DE LÀ, WOKE DE QUA: TUTTE VICENDE CHE RIGUARDANO UNA RISTRETTA CERCHIA CHE NON CONTA NIENTE. INFATTI POI HA VINTO LA MELONI. IL RESTO SONO PIPPE...” – “DAGOSPIA È UN RULLO DI CARTA IGIENICA CHE MISCHIA VARI SETTORI. PERCHÈ LA VITA È FATTA COSÌ: UN GIORNO VUOI DIRE QUALCOSA DI IMPEGNATO, L’ALTRO UNA BARZELLETTA…”

Luigi Lupo per www.true-news.it

 

roberto d'agostino

Il New York Times lo ha incoronato “miglior sito di gossip” in Italia. Gongola, Roberto D’Agostino, eclettico giornalista, inventore della creatura che tutti leggono. E chi non legge mente. Quel Dagospia che, con la sua grafica volutamente trash, ti cattura in un vortice di retroscena politici, gossip, corpi e cafonate. Ma per Roberto d’Agostino, penna e volto noto del giornalismo italiano, alto e basso vanno di pari passo.

 

ROBERTO D’AGOSTINO: “PARLIAMO DI NOTIZIE E NON È UN PROBLEMA CHE SIANO DI GOSSIP O POLITICA”

new york times cita dagospia

“Parliamo di notizie e non è un problema che siano di gossip o politica. Se le abbiamo, le pubblichiamo”. Il riferimento è naturalmente alla telenova di Totti e Ilary Blasi ma D’Agostino estende il discorso aprendosi a riferimenti letterari. La sua voce al telefono è calda e possente, la cadenza richiama la romanità che spesso caratterizza i titoli dei pezzi di Dago.

 

“Se vogliamo – spiega – anche Tacito, con i suoi annali, può essere considerato un Alfonso Signorini dell’epoca dei romani. Però è entrato nella storia. Proust ha raccontato magistralmente i salottini parigini così come un riferimento è Arbasino con “Fratelli d’Italia”.

 

il new york times incorona dagospia servizio la vita in diretta

D’AGOSTINO: “DAGO È UNA PIAZZA DIGITALE. UNA SORTA DI RULLO DI CARTA IGIENICA CHE MISCHIA VARI SETTORI”

Tutto è racconto, ogni vicenda entra nella storia. “Perchè gli uomini – continua il giornalista, la cui carriera è iniziata come conduttore radiofonico – hanno bisogno di raccontare storie.

 

Ed ecco che Dagospia è come la portineria di un condominio: “Chi passa ti spiffera delle corna della moglie o altre storielle”. A Roberto non mancano le metafore per raffigurare la sua creatura: “Dago è una piazza digitale. Una sorta di rullo di carta igienica che mischia vari settori. Perchè la vita è fatta così: un giorno vuoi dire qualcosa di impegnato, l’altro una barzelletta”.

 

ocean viking

D’AGOSTINO: “DO MOLTA IMPORTANZA AI VOLTI. DALLA FOTO DI UN VISO, SI PUÒ CAPIRE CHI HA COMBINATO UN MISFATTO”

E così il portale viaggia tra “cafonate” e retroscena politici con un taglio tutto suo. Dago osserva il mondo con gli occhi della satira e la voglia di scherzare sul viso. “Tengo – prosegue – a mantenere una certa distanza nei confronti delle notizie. Che un giorno sono fatali, il giorno dopo passano. Do molta importanza ai volti. Dalla foto di un viso, si può capire chi ha combinato un misfatto”. Foto ma anche eclettici, dissacranti e irriverenti foto-montaggi.

 

ADOLFO URSO

Quando si apre Dagospia, la risata è assicurata. Ma spesso, navigando, si ha la possibilità di entrare nei palazzi della politica o nelle vite dei vip grazie agli scottanti retroscena. “Con cui vogliamo sedurre il lettore. Cerchiamo, ogni volta, di rubare due minuti di lettura all’utente”.

 

I DAGOREPORT? D’AGOSTINO: “NESSUNO VUOLE ESSERE SBERTUCCIATO”

I retroscena, i “dagoreport” piccanti o le caricature dei politici hanno portato, in ormai 22 anni di storia del “bollettino d’informazione”, a numerose querele, cause e diffamazioni.

 

licia ronzulli silvio berlusconi

“E’ normale facendo un sito del genere. Ce lo aspettiamo. E devo dire che le lamentele arrivano non solo dai politici – che so, Urso o Ronzulli – ma anche da attori e gente dello spettacolo. Nessuno vuole essere sbertucciato“. Roberto tira avanti, con la schiena dritta, fregandosene di querele o critiche anche sulla rappresentazione della donna. Anche qui le idee sono molto chiare: “Tutte queste chiacchiere attorno al politically correct appartengono a un mondo non reale.

 

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

Alla gente non frega niente dell’aggettivo, della teoria gender, dello schwa. La gente vuole anche divertirsi: se racconti storie che catturano la loro attenzione e le distraggono, le leggono”. E poi, in pieno romanesco: “Woke de la, woke de qua – sono tutte vicende che riguardano una ristretta cerchia che non conta niente. Infatti poi ha vinto la Meloni. Il resto sono tutte pippe”.

 

D’AGOSTINO SU MELONI: “NON È IL CASO DI FARE LA “DUCETTA”

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI NEL 2015 - MANIFESTAZIONE CONTRO RENZI

Già, Giorgia Meloni. Che per Dagospia è semplicemente “la ducetta“. “E’ un governo che si è insediato per la prima volta. Ha troppa gente intorno, incapace e inadeguata. Questo accadeva anche per i governi di Conte e Salvini. Ma l’atteggiamento di Meloni ci porta in situazioni come gli scontri sulla Francia sulle Ong. La situazione è gravissima.

 

Perchè se Meloni ha chiesto un aiuto a Macron per far sbarcare gli immigrati a Marsiglia, e poi Palazzo Chigi ha twittato contro la Francia, è naturale che a Parigi abbiano storto il naso. Con un governo, appena insediato, con l’Europa che lo guarda storto, non è il caso di fare “la ducetta”. E’ solo l’inizio.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA

La gente vuole “parlà de bollette, invece hanno fatto provvedimenti su argomenti – i rave o il tetto al contante – per piazzare la bandierina. Che poi gli è ritornata nel culo”. Mentre dall’alto lato, D’Agostino vede una sinistra completamente “priva di una testa”. “E’ spaccata – aggiunge – così come lo sono tutti gli altri partiti eccetto Fdi e M5S. Anche il Terzo Polo è diviso tra Renzi e Calenda”.

 

D’AGOSTINO: “ALLA CULTURA AVREI PREFERITO GIORDANO BRUNO GUERRI, LUCA RICOLFI E ALESSANDRO CAMPI”

Tensioni e divisioni che D’Agostino poi scioglie in una colta lettura del panorama musicale. Del resto – tiene a chiarirlo – sono “nato come giornalista musicale“. La Trap? “La musica e l’arte sono fatti di cicli. Ma ciò che rimane immortale è sempre contemporaneo. Pensiamo a un brano di Springsteen, ai dischi della Motown, ai Beatles, ai Doors. I trapper escono fuori di testa: ma della loro musica cosa resta?”.

 

lo scontro fra dago e sgarbi

La riflessione musicale ci porta direttamente a una considerazione sul ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, e sul sottosegretario, Vittorio Sgarbi, “uno di quelli che gridano per sentirsi vivi”. “Andare in un ministero non vuole dire organizzare una mostra, è molto difficile muoversi nella burocrazia delle istituzioni. Sgarbi se lo mangiano. Ecco perchè ci vuole un politico: perchè conosce il deep state, la macchina politica. Avrei preferito Giordano Bruno Guerri, Luca Ricolfi e Alessandro Campi“. Il tono di D’Agostino è tra il polemico e l’amareggiato: “Sono figure che hanno esperienza nella cultura e nella politica”. E che, siamo sicuri, leggono Dagospia. Non solo “il miglior sito di gossip italiano”.

vincino 15 anni dagospiaalta societa' su dagospiaDAGO BY VERINHA OTTONIDAGO E VITTORIO SGARBI 30 ANNI DOPO LO SCHIAFFO A L'ISTRUTTORIAGiordano Bruno Guerriroberto d'agostino 6DAGO E LO ZUCCHINO D'ORO A DOMENICA IN roberto d'agostino 2IL TWEET DI SALVINI SUL CASO OCEAN VIKINGdago con i peperoncini illuminatigiordano bruno guerriroberto d'agostino 5ocean viking al largo di catania ocean viking al largo di cataniaroberto d'agostino 8

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."