“IL MOMENTO È DELICATO, BISOGNA TENERE I CONTI PUBBLICI IN ORDINE” – IN VISTA DELLA FINANZIARIA, GIORGIA MELONI DEVE METTERE LA MORDACCHIA AGLI ALLEATI – FRIZIONI SULLO SCONTO ALLA BENZINA CON IL MINISTRO GIORGETTI CHE PROPONE DI TOGLIERE GLI INCENTIVI IN MANIERA PROGRESSIVA: “COSTANO TROPPO” – IL SUO STESSO PARTITO, LA LEGA, NON È D'ACCORDO: “È UNA MISURA FONDAMENTALE PER LE AZIENDE” - MA NON È SOLO LA LEGGE DI BILANCIO A IMPENSIERIRE LA DUCETTA: IL DIBATTITO SULL'AUTONOMIA REGIONALE È DIVENTATO POTENZIALMENTE ESPLOSIVO…

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Francesco Olivo per “la Stampa”

 

La linea della prudenza se l'aspettavano tutti. Quello che però gli alleati non avevano previsto era che Giorgia Meloni andasse dritta nel proposito di riformare con decisione il reddito di cittadinanza. Spiazzati, sì, ma scontenti no: «Abbiamo apprezzato», racconta uno dei capigruppo presenti al vertice. Non appena gli invitati si siedono al tavolo della sala verde di Palazzo Chigi la presidente del Consiglio fa una premessa: «Tutte le proposte devono prevedere un saldo invariato».

 

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Quindi a Forza Italia che insiste sulle pensioni minime a mille euro, con il sostegno di Maurizio Lupi, non c'è nemmeno bisogno di rispondere. Tanto che il leader di Noi Moderati si rassegna, «è nel programma ma abbiamo cinque anni di tempo per realizzarlo». Mentre il capogruppo di Forza Italia Alessandro Cattaneo insiste: «Costa 2 miliardi, si trovano». La premier la pensa così: «Il momento è delicato, bisogna tenere i conti pubblici in ordine ma non per questo rinunceremo alle nostre battaglie. Ci hanno dipinti come quelli che sfasciavano tutto, dimostriamo che non è così».

 

Le due ore di riunione in vista del Consiglio dei ministri di dopodomani scorrono via senza strappi. Le uniche frizioni si registrano sullo sconto alla benzina. «Gli incentivi costano troppo», dice il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che propone di toglierli in maniera progressiva, anche perché il prezzo è sceso nelle ultime settimane. La Lega, il partito del ministro, non è d'accordo, «è una misura fondamentale per le aziende». La discussione procede confusa, ci sono proposte del Carroccio e di FdI e non si arriva a una decisione. Giorgetti chiosa: «Confido nel vostro sostegno».

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La premier dopo il ritorno da Bali ha ripreso in mano i dossier più delicati. Non c'è tempo da perdere, il calendario ha rischiato di sovrapporre due appuntamenti fondamentali: la legittimazione internazionale del nuovo esecutivo al G20 e l'esigenza di approvare la manovra entro il 31 dicembre. Il criterio generale Meloni lo declina così: «Tutelare le persone più deboli: redditi bassi, giovani e anziani».

 

Passata la teoria, c'è la pratica: la presidente del Consiglio si lancia in un'offensiva contro il reddito di cittadinanza, che stupisce chi si aspettava più prudenza su questo tema: «Via i soldi agli "occupabili" a partire da giugno», spiega uno dei presenti. La leader di FdI aggiunge: «Dobbiamo scoprire chi lo percepisce vivendo all'estero».

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

La delegazione leghista, con il vicepremier Matteo Salvini e i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, costo del carburante a parte, non alza polveroni, anche perché a frustrare i loro programmi ambiziosi (sulla flat tax soprattutto) ci pensa Giorgetti, che oltre a essere il custode dell'erario è il vicesegretario del Carroccio.

 

I più combattivi sono i berlusconiani. Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo intervengono spesso. In particolare, il capogruppo alla Camere, dopo aver espresso apprezzamento per la linea dura sul reddito di cittadinanza agli "occupabili" , chiede uno sforzo ulteriore: «È indispensabile fare controlli anche tra i non occupabili perché l'erogazione oggi è inefficiente ed inefficace». Meloni fa un cenno di assenso, «questo punto merita un approfondimento».

 

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Forza Italia poi rilancia su un altro tema: la detassazione totale per i nuovi assunti under 34 per 2-3 anni. Ma non è solo la legge di bilancio a impensierire la premier. Durante la trasferta sull'isola indonesiana, gli incidenti si sono moltiplicati. Il dibattito sull'autonomia, ad esempio, è diventato potenzialmente esplosivo. Altro tema delicatissimo resta quello dei migranti.

 

Così, la giornata di Meloni è stata scandita da questi appuntamenti: all'ora di pranzo incontro sull'autonomia, nel primo pomeriggio quello sui migranti e poi in serata la manovra. Gli incontri avvengono a Montecitorio negli uffici del gruppo di FdI e non nella sede del governo, un particolare che ha fatto scattare mille speculazioni: «Che vorrà dire?». La risposta smonta i retroscena più suggestivi: «A Palazzo Chigi stanno dando il bianco alle pareti». Ma il partito resta nei pensieri di Meloni, ieri è stata annunciata la festa per i dieci anni della creatura fondata dalla premier, una manifestazione lunga tre giorni, dal 15 al 17 dicembre, in Piazza del Popolo a Roma. Palazzo Chigi dista meno di un chilometro, ma di strada ne è stata fatta tanta.

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