carlo calenda

“IL PD POTEVA SCEGLIERE TRA FARE L'AMMUCCHIATA E UN PROGETTO POLITICO SERIO, ALLA FINE HA SCELTO L'AMMUCCHIATA” - CARLO CALENDA PROVA A GIUSTIFICARE IL SUO VOLTAFACCIA: “CERCARE DI METTERE INSIEME TUTTI GLI EX 5 STELLE, NOI, FRATOIANNI, BONELLI, È UN'OPERAZIONE CHE NON PUOI SPIEGARE AGLI ITALIANI. AVREI DOVUTO PASSARE LE MIE GIORNATE A DIFENDERMI DAGLI ATTACCHI DELLA SINISTRA CHE HA SFIDUCIATO DRAGHI 54 VOLTE IN PIÙ DEI 5 STELLE? CON EMMA BONINO ABBIAMO AVUTO LUNGHE DISCUSSIONI SU QUESTO. FACEVA INTERVISTE MOLTO NETTE DICENDO NO A FRATOIANNI E BONELLI, POI PERÒ NON SO COSA SIA SUCCESSO…”

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

Carlo Calenda, lei ieri ha avvisato Dario Franceschini della sua decisione, perché non ha chiamato Enrico Letta?

«Enrico lo avevo già informato il giorno prima. Sapeva, perché glielo avevo detto, che non sarei stato nell'alleanza se si fosse siglato con Fratoianni, Bonelli e Di Maio un patto che di fatto rendeva la coalizione un'ammucchiata».

 

Letta sostiene che ha rotto perché Calenda può allearsi solo con Calenda.

«Per la verità ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, compreso proporgli di dividere i collegi 90% a loro e 10% a noi».

 

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

Lei ritiene che Letta le abbia preferito Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli?

«Io penso che lui si sia trovato di fronte a un bivio che il Partito democratico ha affrontato tante volte nella sua storia. Quello tra una scelta riformista o un'alleanza in cui mettere tutto e il contrario di tutto. Alla fine ha scelto questa seconda strada. E questo è stato l'errore di Letta».

 

Intende dire che il segretario del Partito democratico non voleva lasciare il fianco sinistro scoperto?

benedetto della vedova enrico letta carlo calenda 2

«Il Partito democratico, dall'arrivo dei 5 Stelle in poi, ha sempre l'ansia di avere tutto dentro. Il Pd non ha il coraggio di rappresentare i socialdemocratici: deve avere dentro i populisti di sinistra. Una cosa per me inspiegabile. E così facendo in questa legislatura si sono suicidati».

 

Però i dem hanno detto no al Movimento 5 Stelle.

«Hanno semplicemente sostituito il M5S con Fratoianni. Il che non ha senso perché Fratoianni e i 5 Stelle la pensano nello stesso modo su tutto, solo che uno ha il 2% e gli altri il 10. Non si capisce quale sia la logica. Allora tanto valeva tenersi il 10».

 

benedetto della vedova enrico letta carlo calenda

Ma il Pd sostiene che solo così si può battere la destra.

«Il Pd poteva scegliere tra fare l'ammucchiata "contro" e fare un progetto politico serio, alla fine ha scelto l'ammucchiata contro. E l'ammucchiata contro perderà. Non solo: non darà mai un'alternativa agli italiani. Cercare di mettere insieme tutti gli ex 5 Stelle possibili e immaginabili, noi, Fratoianni, Bonelli, è un'operazione che non puoi spiegare agli italiani. Non puoi spiegare che per difendere la Costituzione fai un patto con gente con cui sai che non governerai mai. Nessuno può comprenderlo».

 

carlo calenda 4

Al Pd l'accusano di essere venuto meno alla parola data, di aver stracciato un accordo già sottoscritto.

«All'inizio di questo percorso quello che avevo detto a Enrico era che io ero contrarissimo all'idea che entrassero tutti questi e che comunque se li voleva doveva essere in grado di controllarli e governarli. Invece, dal primo minuto questi hanno cominciato a dire: l'agenda Draghi non esiste, i termovalorizzatori non li vogliamo, i rigassificatori nemmeno, Calenda va rieducato. Così come andavamo alle elezioni?

CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI

 

Avrei dovuto passare le mie giornate a difendermi dagli attacchi della sinistra che Letta ha voluto nella coalizione anche se loro hanno sfiduciato Draghi 54 volte in più dei 5 Stelle? Come spiegavo agli elettori l'atlantismo con Fratoianni che ha votato contro l'allargamento della Nato? Questa alleanza sarebbe stata l'Unione di Prodi in formato Bonsai. Una coalizione del genere non avrebbe portato gli italiani al voto. Avremmo avuto tanti astenuti e saremmo stati sconfitti pesantemente dalle destre».

 

I TATUAGGI DI CARLO CALENDA

Veramente il capo della segreteria di Letta Marco Meloni dice che è lei, con il suo strappo, a consegnare il Paese alle destre.

«La scelta di regalare il Paese alle destre l'ha fatta Enrico Letta quando si è seduto con Fratoianni e Bonelli, prima, e con Di Maio, poi, per costruire una coalizione che nessuno nell'orbe terracqueo può votare convintamente. E io penso che Letta si farà molto male».

 

Perciò ha deciso lo strappo traumatico

«Io ho fondato Azione quando il Pd si è alleato con il M5S, ora lascio il Pd mentre si riallea con 5 stelle che adesso si chiamano Sinistra italiana ma sono esattamente la stessa cosa. Io non potevo venire meno alla coerenza, alla serietà e, me lo lasci dire, anche a un po' di idealismo.

 

CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI

Nessuno riavvicinerà la politica ai giovani e agli astensionisti dicendo semplicemente che dall'altra parte ci sono i fascisti. Questa è una pia illusione. Gli italiani hanno sentito troppe volte queste affermazioni e hanno visto che quelli che prima si scontravano subito dopo si accordavano. Il Paese è davvero stanco di questo andazzo. Le ammucchiate non funzioneranno né a destra né a sinistra».

 

Ha avvisato Emma Bonino per tempo della sua intenzione di rompere con il Pd?

carlo calenda

«Con Emma abbiamo avuto lunghe discussioni su questo. Ne abbiamo parlato e riparlato, anche con Della Vedova. C'è stato un momento in cui io ho trovato un po' di confusione da quella parte, perché Bonino faceva interviste molto nette dicendo no a Fratoianni e Bonelli, spiegando di non volere in coalizione chi ha votato la sfiducia a Draghi e poi però non so cosa sia successo: ha maturato una decisione diversa. Io ho pieno rispetto per Emma, per le sue scelte, per quelle di Della Vedova, sono amici, abbiamo condiviso un pezzo di strada insieme, purtroppo a un certo punto non siamo più riusciti ad andare avanti».

 

carlo calenda emma bonino

Calenda, dopo questo strappo con il Partito democratico qual è la sua prossima mossa?

«Adesso il mio obiettivo principale è far partire la raccolta delle firme e contemporaneamente cercare di avere chiarezza sulla questione del logo, perché la legge prevede che se hai un eletto al Parlamento europeo non devi presentare le firme, tuttavia siccome è la prima volta che viene fatta una norma di questo tipo l'interpretazione è talmente ballerina che non si capisce niente. In ogni caso noi iniziamo oggi la raccolta delle firme».

 

CARLO CALENDA CON EMMA BONINO

Se si alleasse con Matteo Renzi non avrebbe bisogno di raccogliere le firme...

«No, se io andassi con Renzi non ne avrei bisogno».

 

È possibile che vi presentiate insieme in un'alleanza?

«Sicuramente ci incontreremo e parleremo».

 

A parte i vostri litigi, non dovrebbe essere difficile allearvi, lei è comunque politicamente più vicino a Renzi che a Fratoianni

«Assolutamente sì, su questo non c'è alcun dubbio».

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…