di maio salvini mattarella

“QUALCOSA HA IMPEDITO LA RIEDIZIONE DEL GOVERNO M5S-LEGA CON DI MAIO PREMIER” - NEL LIBRO “LADRI DI DEMOCRAZIA”, PAOLO BECCHI E GIUSEPPE PALMA SVELANO I RETROSCENA DELLA CRISI BALNEARE: “DOMENICA 25 AGOSTO SALVINI CHIAMA MATTARELLA PER  PROPORRE DI MAIO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. SE IL PRESIDENTE ABBIA INFORMATO DI MAIO NON LO SAPPIAMO. COSÌ COME NON SAPPIAMO SE ABBIA CHIAMATO ZINGARETTI O QUALCUNO VICINO AL SEGRETARIO DEM. FATTO STA CHE IL GIORNO DOPO IL PD APRE D'IMPROVVISO AL M5S SUL NOME DI CONTE COME PRESIDENTE DEL CONSIGLIO…”

Da “Libero quotidiano”

 

PAOLO BECCHI E GIUSEPPE PALMA - LADRI DI DEMOCRAZIA

Ladri di democrazia, questo il titolo del nuovo libro di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, edito da Giubilei Regnani. Il libro racconta la crisi di governo di questa estate con alcuni retroscena che nessuno ancora conosce. Per gentile concessione dell' editore pubblichiamo in anteprima un estratto di questa cronaca della crisi davvero avvincente.

 

Testo di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

 

«A luglio, tra il 22 e il 25, quando il rapporto tra Salvini e Di Maio si era interrotto, Becchi era riuscito a convincere entrambi a proseguire, ora però la situazione si è fatta molto più difficile, ma lavorando sottotraccia individua - attraverso diretti contatti con Di Maio e Salvini a partire dal 15 agosto - una soluzione che converrebbe a entrambi: Di Maio a Palazzo Chigi al posto di Conte, questi a Bruxelles come Commissario europeo e Salvini al ministero dell' Interno, con un leghista al ministero dell' Economia al posto di Tria.

PAOLO BECCHI

 

La soluzione può funzionare e conviene a Di Maio, ma anche a Salvini visto che piazzerebbe uno dei suoi - probabilmente Giorgetti - in Via XX Settembre. Il fatto è che Salvini e Di Maio riprendono il 22 agosto a dialogare attraverso la mediazione di Becchi iniziata il giorno di Ferragosto . Molti ritengono che una riedizione del governo giallo-verde, visto che la crisi l' ha aperta Salvini col deposito in Senato della mozione di censura, non sia praticabile. Ma non è così.

LA CRISI TRA DI MAIO E SALVINI BY OSHO

 

Tutte le crisi di governo del periodo repubblicano, se non sfociate nella decisione del capo dello Stato di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, si sono risolte sempre tra gli stessi partiti che componevano la maggioranza di governo, o quantomeno tra quelli più importanti. Becchi comunque insiste e le trattative proseguono. Di Maio con grande sofferenza segue quella col Pd - è una persona onesta e sa benissimo, in cuor suo, che sta tradendo Gianroberto Casaleggio, che lo aveva politicamente lanciato - e si dichiara disponibile a riprendere un percorso con Salvini, dopo un segnale di apertura di quest'ultimo con la proposta di sostenere il leader politico del Movimento come capo del nuovo esecutivo.

salvini conte

 

Appare chiaro che il contatto tra Salvini e Di Maio c'è. Di Maio chiede esplicitamente che Salvini si faccia avanti indicando al presidente della Repubblica le sue intenzioni, vale a dire Di Maio presidente del Consiglio del nuovo governo giallo-verde. (...). Domenica 25 agosto. Salvini telefona al presidente della Repubblica che però è in volo, di ritorno da Fivizzano (Massa Carrara) (...). Il capo dello Stato richiama Salvini, che gli comunica l'intenzione di voler proporre Di Maio presidente del Consiglio di un governo sostenuto dalla stessa maggioranza 5 Stelle-Lega. Siamo poco dopo le 17. La risposta di Mattarella è evasiva.

 

salvini conte di maio

Se il presidente abbia tenuto per sé la telefonata o abbia informato il diretto interessato (Di Maio), e cosa gli abbia detto, non lo sappiamo. Così come non sappiamo se, invece di chiamare Di Maio, abbia chiamato Zingaretti o qualcuno molto vicino al segretario Dem. Tutto ciò resterà senza risposte. Fatto sta che il giorno successivo, lunedì 26 agosto, il Pd apre d' improvviso al M5S sul nome di Conte come presidente del Consiglio, mentre ancora il giorno prima Zingaretti non era d' accordo sul nome di Conte perché non garantiva "discontinuità". (...) Tant' è vero che Repubblica lunedì 26 agosto apre col seguente titolo: "Fumata nera, futuro grigio". (...) Questi i fatti.

 

matteo salvini giuseppe conte luigi di maio

È successo qualcosa tra la sera di domenica e la mattinata di lunedì che ha impedito una riedizione del governo 5 Stelle-Lega con Di Maio premier, e l' apertura repentina del segretario Dem sul nome di Conte nella mattinata di lunedì lascia adito ad alcune perplessità sul ruolo che ha svolto il Colle in questa crisi di governo. Sin dall' inizio il presidente della Repubblica aveva scartato una riedizione del governo giallo-verde. Non era nei suoi piani: bisognava fare un nuovo centrosinistra e mettere paura alle forze politiche ventilando la possibilità di nuove elezioni che avrebbero favorito la vittoria della Lega.

salvini mattarella

 

Questo però significa fare politica attiva e non essere più neutrali. Mattarella doveva cercare una maggioranza, non necessariamente la maggioranza tra M5S e Pd, escludendo per principio l' altra possibilità, che per qualche giorno era diventata molto concreta. Ma in tutto questo, che ruolo ha svolto Giuseppe Conte?

 

Nessuno che abbia indagato veramente a fondo da dove sia saltato fuori questo personaggio: gode della protezione del Vaticano e dei poteri forti, sulla sua carriera accademica si è sorvolato, su quella professionale pure. Soprattutto non si è indagato sull' intreccio tra attività professionale e carriera accademica. (...) Ora nessuno parlerà più di vecchie storie concorsuali, è diventato un intoccabile, troppo bene accreditato tra i leader europei e gode del sostegno dell' amministrazione americana. Una tela che l' ex "avvocato del popolo" ha tessuto con pazienza alle spalle di Di Maio e Salvini, finiti per il momento all' angolo».

giuseppe conte nicola zingarettizingaretti di maio

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."