carlo de benedetti otto e mezzo

“REPUBBLICA NON È PIÙ SUA, COI FIGLI HA LITIGATO, SCALFARI SE N’È ANDATO E LUI SI È RIDOTTO A TIFARE ELLY SCHLEIN” – RITRATTONE AL VELENO DI CARLO DE BENEDETTI BY "IL GIORNALE": "È LA FACCIA BOFONCHIANTE DEL CAPITALISMO ROSSO. VOLEVA ESSERE COME AGNELLI, E’ FINITO CON L’ASSOMIGLIARE A BERLUSCONI (SOLDI, POLITICA, DONNE E GIORNALI), SOLO MENO SIMPATICO E PIÙ DI SINISTRA" - I CENTO GIORNI IN FIAT. LUI SI GIUSTIFICÒ: “NON SI PUÒ COSTRUIRE AUTO CON DEI COGLIONI”. E UMBERTO AGNELLI: “L’UNICO SUO LASCITO È IL RISTORANTE PER I MANAGER, CHE ABBIAMO CHIAMATO IL RESTO DEL CARLINO”

Estratto dell'articolo di Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

carlo de benedetti otto e mezzo 4

Siamo un Paese di vecchi e malato di continuismo, per cambiare il quale occorre una nuova Radicalità, come da titolo del nuovo libro di Carlo De Benedetti, uno che va per i 90 ed è dagli anni ’70 il faccione bofonchiante di quella classe padronale dell’Italia capitalista che con il suo dilettantismo politico e l’avidità di ricchezza ha falcidiato l’Italia, facendo dell’intreccio malato tra finanza e informazione- ieri come oggi e Domani- la ricetta di un potere che ha scavalcato il secolo e due Repubbliche. Però dice che «Elly Schlein è giovane e ha tutte le doti per fare bene».

 

Che è il bacio della morte – offerto da un seducente Mefistofele - per la sinistra che sogna una grande Ztl eco -socialista, città 30 all’ora e turbo -liberismo, diritti individuali e doveri collettivi, pubbliche rivendicazioni e poi tutti nel board della banca privata dei Rothschild. Ah: il libro (giusto per dire gli attorcigliati sentieri politico -editoriali di quest’Italia di affari&consorterie) è pubblicato dalla Solferino di Urbano Cairo, uno che De Benedetti reputa un amico ma considera un coglione, e intanto però, per smarkettarlo in tv, fa il giro delLa7 chiese: Lilli, Giletti, Piazzapulita e la coscienza sporca di chi dice: «Pago le tasse in Svizzera ma faccio beneficenza in Italia».

CARLO DE BENEDETTI - RADICALITA

 

Italiano con due passaporti, residenza civile a Dogliani (Cuneo, perché siamo tutti uomini di mondo) e domicilio fiscale tra Lugano e Sankt Moritz (perché chi non ha uno chalet in Engadina?), case fra il Piemonte, Roma, buen retiro a Marbella e quartierino a Montecarlo, propaganda arcobaleno ma maggiordomi di colore, una sontuosa collezione di orologi, «soprattutto Patek Philippe e vecchi Rolex», come tutti i veri comunisti, Carlo De Benedetti è il vero showrunner della dynasty del capitalismo italiano colpito dalla sindrome di Buddenbrook, un infinito gioco d’azzardo, saltando dall’industria alla finanza e viceversa, senza mai un finale all’altezza del prologo. Sempre però difendendo la sacralità del lavoro, degli altri, e del profitto, il proprio.

 

(...)

 

eugenio scalfari e carlo de benedetti

Fiuto negli affari, gusto dell’azzardo, doppiogiochismi finanziari, anguillismo giudiziario e un debole per i poteri forti. Come dice chi lo conosce bene: quando «Attila» vede un affare lascia da parte qualsiasi forma di galateo e diventa un predatore. Carlito’s way, alla maniera di De Benedetti.

Domanda. Perché si danno alla politica tutte le colpe di questo debenedetto Bel Paese ma sulle responsabilità dei moschettieri del nostro capitalismo persevera invece una ruffiana reticenza?

 

(...)

 

Carlo De Benedetti ha sempre avuto un’ossessione: costruire - e distruggere - in una generazione quello che altri hanno creato in due, tre, quattro...

Ritenendosi successore di Adriano Olivetti senza esserlo.

Con l’ambizione di apparire il contraltare di Agnelli credendoci. E finendo con l’assomigliare a Berlusconi – soldi, politica, donne e giornali –, solo meno simpatico e più di sinistra.

 

CARLO AZEGLIO CIAMPI - CARLO DE BENEDETTI - MARIO MONTI

(...) Nel 1976 arriva come amministratore delegato in Fiat, dove lo chiamavano «Tigre» per l’aggressività e il licenziamento facile, ma resta cento giorni. Lui, a posteriori, si giustificò: «Non si può costruire auto con dei coglioni». E Umberto Agnelli rispose: «L’unico suo lascito è il ristorante per i manager, che abbiamo chiamato Il resto del Carlino».

 

carlo de benedetti

Il resto, è Storia. Arriva in Olivetti nel ’78 trasformandola da azienda meccanica in elettronica, evolvendola in Omnitel e uscendone nel ’97. Après nous, le déluge. La abbandona moribonda, e dietro di sé le macerie.

 

Poi trionfi e cadute. Lo schianto contro la Société Générale de Belgique. Il coinvolgimento nella bancarotta del Banco Ambrosiano. L’epica ed edipica guerra di Segrate per il controllo della Mondadori, persa. Lo scandalo di Poste italiane e la carcerazione-lampo per Mani Pulite. I giorni neri di Sorgenia e poi quelli rossi di Repubblica, il giornale-partito che guida la ventennale crociata antiberlusconiana; l’amore-odio con Eugenio Scalfari (del quale poi disse «Gli ho dato un pacco di miliardi, è un ingrato»), il gruppo Gedi regalato dai figli a John Elkann («Come editore è pessimo. Repubblica ormai è un giornale distrutto»), però poi fonda Domani, un Foglio per principianti, quando per l’intellighenzia cambiare Ezio Mauro con Stefano Feltri sarebbe stato più umiliante che passare da Draghi alla Meloni.

 

RODOLFO, CARLO, EDOARDO E MARCO DE BENEDETTI

Cose che Carlo De Benedetti detesta: la Meloni; i sindacati; la Consob; Mps; il ricordo di Cuccia, ma anche quello di Craxi; l’amianto (ma oggi adora il green); Prodi; il ragionier Colaninno; Marco Tronchetti Provera; le diseguaglianze sociali (no, dài: questa è una cazzata). Di sicuro, i tre figli.

Cose che Carlo De Benedetti adora: le privatizzazioni; le plusvalenze; giocare a Risiko, ma con le aziende invece che con i carri armatini; la pasta al dente Buitoni; i Baci Perugina («Buoniiii!»); la patrimoniale (stiamo scherzando, dài...); battere bandiera delle Cayman; la Sardegna, la fig*; raccontare barzellette sugli ebrei («Te l’ho detto che è un Berlusconi di sinistra»); la serie tv Succession; il Corviglia Ski Club di Sankt Moritz; la frase «Le élite hanno fallito»; i vigneti, da cui lo slogan «falce&Brunello»; farsi intervistare da Lilli.

CESARE ROMITI CARLO DE BENEDETTI

Marinaio (sullo yacht con cui ha fatto il giro del mondo due volte con la moglie, i Lerner, i Rampini, le Gruber, i lecchini e le madame milanesi), ex alpino (soldato semplice), scalatore (finanziario)... le auto, l’informatica, l’energia, i telefonini, il business immobiliare... quante cose, e come passa il tempo... L’Olivetti è sparita, Repubblica non è più sua, coi figli ha litigato, Scalfari se n’è andato (dopo che fece in tempo a dire che preferiva Berlusconi a Di Maio) e De Benedetti si è ridotto a tifare Elly Schlein. E potremmo continuare...

«Ah, no! Navuma basta».

carlo de benedetticarlo de benedettiCARLO DE BENEDETTICARLO DE BENEDETTICARLO DE BENEDETTI JOHN ELKANNezio mauro con matteo renzi e carlo de benedetticarlo de benedetti fedele confalonieri 3Carlo De Benedetti 55CARLO DE BENEDETTI AGNELLIcarlo de benedettiJOHN ELKANN CARLO DE BENEDETTI

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…