kamala harris washington

“TRUMP È INSTABILE E VUOLE IL POTERE ASSOLUTO” – KAMALA HARRIS, A UNA SETTIMANA DAL VOTO, ALZA I TONI. NEL COMIZIO A WASHINGTON CHE CHIUDE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE, DAVANTI A 50 MILA PERSONE, ATTACCA CON VIOLENZA IL TYCOON: “È UN MESCHINO TIRANNO” – LA VICEPRESIDENTE PRENDE LE DISTANZE DA SLEEPY JOE: "LA SUA PRESIDENZA SARÀ DIVERSA DA QUELLA DI BIDEN” – È TESTA A TESTA NEI SETTE STATI IN BILICO: I SONDAGGI

L'AFFONDO DI HARRIS, 'TRUMP VUOLE IL POTERE ASSOLUTO'

KAMALA HARRIS - COMIZIO A WASHINGTON

(di Benedetta Guerrera) (ANSA) - WASHINGTON, 29 OTT - "Donald Trump è instabile e vuole il potere assoluto": A una settimana dal voto negli Stati Uniti Kamala Harris lancia la sua requisitoria all'Ellipse, nel luogo simbolico di fronte al lato sud della Casa Bianca in cui l'avversario repubblicano quasi quattro anni fa, il 6 gennaio del 2021, radunò i suoi sostenitori e li invitò a "lottare come dannati", "fight like hell".

 

Un'esortazione che finì con l'assalto a Capitol Hill e la giornata più buia della democrazia americana. "E' il momento di una nuova generazione di leader in America. E io sono pronta", ha detto la vice presidente alla sua gente riunita nella capitale. Gli Stati Uniti non sono un luogo per "aspiranti dittatori": i manifestanti di Seneca Falls e dello Stonewall "non hanno lottato e dato al loro vita solo per vederci cedere le nostre libertà fondamentali. Non lo hanno fatto per vederci sottomettere alla volontà di un altro meschino tiranno", ha aggiunto.

 

KAMALA HARRIS - COMIZIO A WASHINGTON

Il "popolo di Kamala", raccolto nello stesso luogo dei trumpiani tre anni fa, non potrebbe essere più diverso dalla folla dalla quale sono usciti gli insurrezionisti violenti che hanno attaccato il Congresso. Composto, anche troppo secondo alcuni osservatori, quasi rassegnato ad una vittoria che sembra sempre più difficile, ma che comunque ha deciso di scendere in massa a dare il suo sostegno alla candidata democratica.

 

Oltre 52mila persone secondo la polizia della capitale, migliaia delle quali hanno atteso circa due ore e mezza in fila, pazientemente, e altre migliaia che nonostante la lunga coda non sono riuscite ad entrare nel perimetro dell'Ellipse e si sono assiepate sul grande prato di fronte, dove sorge l'obelisco dedicato a George Washington, un altro luogo iconico della capitale Usa.

 

KAMALA HARRIS - COMIZIO A WASHINGTON

Una folla che si vede così numerosa su quel prato forse solo in un'occasione: il 4 luglio, la festa dell'indipendenza americana. Una massa allegra ma non folkloristica come i sostenitori di The Donald, che lo venerano senza se e senza ma. Forse più consapevole, più critica anche nei confronti di una candidata che non appoggiano in tutto e per tutto, vedi ad esempio la guerra a Gaza, e tuttavia conscia dell'importanza di queste elezioni e spaventata dagli scenari prospettati dai democratici in caso di vittoria del repubblicano.

 

"Questo voto è una scelta fra il caos e la divisione o la liberta", ha avvertito la vice presidente. "Trump parlando da questo posto quattro anni fa, ha inviato una folla armata a ribaltare un'elezione libera e giusta. Un'elezione che aveva perso", ha attaccato Harris per poi passare ad una nota dolente della sua campagna, la crisi al confine sud degli Stati Uniti.

KAMALA HARRIS - COMIZIO A WASHINGTON

 

"Perseguiremo i cartelli del narco traffico e gli immigrati illegali, ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che siamo una nazione di migranti", ha affermato. Quindi la democratica ha affrontato un altro tema caldo, la continuità con Joe Biden.

 

"La mia presidenza sarà diversa", ha assicurato promettendo di continuare a lottare per l'aborto e i diritti riproduttivi delle donne. Harris ha anche promesso che non abbandonerà gli alleati degli Stati Uniti in tutto il mondo, altro argomento controverso con le minacce del tycoon di uscire dalla Nato e la sua vicinanza a figure autoritarie come Vladimir Putin e Kim Jon un. Harris ha anche promesso che "sarà la presidente di tutti gli americani, anche di chi non è d'accordo con lei".

 

KAMALA HARRIS - COMIZIO A WASHINGTON

"We are not going back!", hanno risposte donne nere e bianche, uomini, famiglie e centinaia di giovani, soprattutto studenti delle tante università di Washington. Qualcuno reggeva un cartello con la foto del tycoon con i baffi alla Hitler, qualcun altro protestava per il diritto all'aborto, alcuni per la difesa della comunità Lgtbq+.

 

"Io entrerò nello Studio Ovale con una lista di priorità per gli americani, Trump con una lista di nemici da punire", ha attaccato la vice presidente accolta dall'ovazione del pubblico. Se l'America fosse Washington, Harris avrebbe la vittoria in tasca. Ma la capitale per molti gli analisti, e forse non a torto, è una bolla lontana da quella pancia del Paese che sembra preferire Trump.

 

HARRIS E TRUMP TESTA A TESTA IN PENNSYLVANIA CON IL 49%

dibattito tra donald trump e kamala harris 8

(ANSA) - Kamala Harris s Donald Trump testa a testa in Pennsylvania, stato in bilico che ha 19 grandi elettori. Secondo un sondaggio di Cbs News-YouGov, Harris e Trump hanno ognuno il 49% dei consensi. 

 

HARRIS-TRUMP, TYCOON SEMPRE A +0,9% NEI 7 STATI IN BILICO

(ANSA) - WASHINGTON, 29 OTT - Kamala Harris e Donald Trump rimangono sempre testa a testa nei sette stati in bilico, con il tycoon avanti in tutti con una media dello 0,9% secondo RealClearPolitics, un vantaggio dentro il margine di errore. Ecco i risultati delle rilevazioni piu' recenti: *Pennsylvania: Trump in testa 48% a 47% (Insider Advantage) *Michigan: Trump guida 49% a 48% (Emerson) e 48% a 47% (Insider Advantage) ma per Susquehanna Harris ha 5 punti di vantaggio (52% a 47%)

 

dibattito tra donald trump e kamala harris 6

*Wisconsin: Trump avanti 49% a 48% (Insider Advantage) *Georgia: parita' 48% a 46% (Trafalgar Group) *North Carolina: Trump in testa 49% a 46% (Trafalgar Group) *Arizona: Trump avanti 48% a 46% (Trafalgar Group) ma per Cnn Harris guida 48% a 47% *Nevada: parita' 48% a 48% (Trafalgar Group).

donald trump kamala harris

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...