trump milley 27

“TRUMP POTEVA FARE LA CANAGLIA, HO AGITO IN BUONA FEDE” - IL GENERALE MILLEY, CAPO DI STATO MAGGIORE DEGLI STATI UNITI, SI DIFENDE DALLE ACCUSE DI TRADIMENTO PER AVER FATTO SORVEGLIARE TRUMP "PER PAURA DI UN ATTACCO NUCLEARE” - LE RIVELAZIONI NEL LIBRO DI ACOSTA E  WOODWARD. L'EX PRESIDENTE, NEGLI ULTIMI GIORNI DEL SUO MANDATO, SAREBBE STATO UN LEADER PSICOLOGICAMENTE INSTABILE MA CON UN POTERE TALE DA CAUSARE UN’EMERGENZA MILITARE (ANCHE PECHINO TEMEVA COLPI DI TESTA)

Da ilfattoquotidiano.it

 

milley

“Il presidente poteva fare la canaglia, ho agito in buona fede”. Dopo l’assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill lo scorso 6 gennaio, le cospirazioni sulle elezioni e la rabbia per una sconfitta difficile da accettare, Donald Trump poteva fare di tutto. A sostenerlo è Mark Milley, capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, finito al centro del fuoco politico dopo le rivelazioni contenute in “Peril“, il nuovo libro scritto dal commentatore politico del Washington PostRobert Acosta, e di Bob Woodward – che nel 1972, insieme a Carl Bernstein rivelò lo scandalo Watergate, contribuendo alle dimissioni di Richard Nixon.

 

Le rivelazioni del giornalista, ormai celebre, sembrano tornate a far tremare le alte cariche americane: le maggiori autorità militari del Paese, dietro consiglio di Milley e oltrepassando i loro poteri istituzionali, avrebbero infatti tentato di limitare le azioni di Trump nei suoi ultimi giorni alla Casa Bianca.

 

trump milley

“Non si sa mai a che punto possa arrivare un presidente”. Sarebbero state queste le parole di Milley allo staff del capo degli Stati Uniti: “Non importa cosa vi dicono. Fate quello che vi dico”. Donald Trump infatti era – secondo il Capo di stato maggiore – un leader psicologicamente instabile, ma con un potere tale da causare un’emergenza militare se lo avesse voluto.

 

Un attacco ingiustificato alla Cina e l’uso di armi nucleari erano i timori principali di Milley. Per questo avrebbe chiesto alle altre autorità militari, al capo della Cia e della National Security, il generale Nakasone, sorveglianza massima sulle azioni del presidente uscente. Nessuno doveva infatti accettare ordini riguardanti l’arsenale nucleare, senza che lo sapesse lo stesso Capo di stato maggiore. L’8 gennaio Milley – dopo aver consultato la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi, anche lei preoccupata dalle condizioni di Trump – avrebbe persino comunicato la decisione anche al suo omologo cinese, il generale Li Zuocheng. Anche Pechino temeva infatti colpi di testa da parte del magnate newyorkese.

trump milley 17

 

Ora la destra statunitense accusa Milley di tradimento per aver preso delle decisioni che non gli competevano. Senatori come Marco Rubio e Rand Paul chiedono il licenziamento con disonore e che il generale venga degradato. Mentre la Fox – rete televisiva marcatamente conservatrice – parla di insurrezione e invoca addirittura la corte marziale: un militare non eletto ha di fatto sostituito nel ruolo di comandante in capo il legittimo titolare di questa carica, cioè il presidente.

 

Secondo il sito Dayly Beast, il magnate newyorkese – intervistato nelle ultime ore dall’emittente Newsmax – avrebbe invitato i suoi sostenitori ad andare in televisione a sostenere la tesi del golpe militare. Allo stesso tempo però starebbe tentando di mettere in dubbio la veridicità delle rivelazioni contenute nel libro: “Le persone che hanno fabbricato questa storia sono malate e dementi, e quelle che l’hanno pubblicate sono della stessa risma”.

 

trump milley 27

La sinistra invece assolve Milley: anche se le sue azioni – al momento non ancora smentite – costituiscono un reato, sarebbero state commesse a fin di bene. Il Capo di stato maggiore – si legge nel libro – avrebbe infatti agito “per precauzione e in buona fede”, perché era spaventato dal “declino mentale di un uomo che ormai gridava contro tutti compresi i militari e costruiva nella sua mente realtà alternative a base di teorie cospirative sul voto”.

 

trump milley 19

A sorpresa però anche esponenti militari non vicini all’ex presidente disapprovano le azioni di Milley: “Se è vero, il generale Milley deve dimettersi – ha twittato Alexander Vindman, tenente colonnello a riposo che ha testimoniato contro Trump nel primo processo di impeachment – ha usurpato l’autorità civile, interrotto la catena di comando e violato il sacrosanto principio del controllo dei civili sui militari”.

 

         È vero però che Milley non godeva già da tempo di buoni rapporti con l’allora leader degli Stati Uniti: a giugno 2020 si era scusato pubblicamente in televisione per aver accompagnato a piedi Trump sul sagrato della chiesa di fronte alla Casa Bianca. Quello da cui aveva tenuto un discorso – ostentando una copia della Bibbia – di sfida alle manifestazioni per l’uccisione di George Floyd. 

peril cover

 

In quegli stessi giorni, il Capo di stato maggiore si era poi opposto all’intervento dell’esercito per reprimere i disordini. Il compito per legge spettava alle polizie, non alle forze armate.

Il generale Mark Milleydonald trump MARK MILLEYmilleyMARK MILLEY

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."