matteo salvini gianni letta guido crosetto giorgia meloni

ALLA LEGA DOPO I PASTICCI CON PUTIN NESSUN MINISTERO "INTERNAZIONALE" (DIFESA E ESTERI) - PARTENZA IN SALITA PER LA MELONI: E' GUERRA SULLE POLTRONE - SALVINI E GIORGETTI RESTANO A SECCO - AL VIMINALE L'EX CAPO DI GABINETTO DEL CAPITONE PIANTEDOSI - ALL’ECONOMIA LA MELONI SOGNA FABIO PANETTA, MA SI DOVRA' ACCONTENTARE DI SINISCALCO - CRESCONO LE QUOTE DEL CAPO DEL DIS BELLONI AGLI ESTERI

Tommaso Labate per www.corriere.it

 

MATTEO SALVINI

Nella lista dei desideri sul prossimo governo compilata lunedì mattina nel quartier generale leghista di via Bellerio, a Milano, quando la dimensione del tracollo elettorale del Carroccio era già nota, il nome di Matteo Salvini c’era ancora. Non c’era il nome di Giancarlo Giorgetti, per esempio, ma quello del segretario federale sì.

 

Qualche ora dopo, a oltre cinquecento chilometri di distanza, quando nell’hotel romano trasformato da Fratelli d’Italia in una specie di quartier generale post elettorale i colonnelli hanno iniziato insieme a Giorgia Meloni a buttar giù un loro elenco di possibili ministri, ecco, il nome di Salvini non compariva. Ma compariva, in quota ovviamente Lega, il nome dell’avversario interno del «Capitano», Giancarlo Giorgetti.

GIANCARLO GIORGETTI ACQUISTA UNA TORTA TIPICA DELLA VALTELLINA

 

Basta questo piccolo incrocio di informazioni riservate, che viaggiano tra gli ufficiali di collegamento nella triangolazione Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia, per capire quanto spinosa può diventare la questione della composizione del governo se non gestita per tempo, con cura e col massimo della prudenza possibile.

 

E qualche piccolo passo in avanti dev’essere stato fatto se ieri pomeriggio, nell’ultima versione della «bozza» di governo a guida Meloni, il nome di Salvini comunque non è comparso; ma in compenso, cosa che avrà fatto piacere ai fedelissimi del segretario, è scomparso quello di Giorgetti, non si sa se provvisoriamente o per sempre.

 

berlusconi bidet

E quindi eccolo, il puzzle che lentamente prende forma, la bozza di progetto di quello che presto potrebbe diventare il governo Meloni I, con l’ipotesi, che si sta facendo strada, di due vicepremier, uno leghista, l’altro azzurro. Nei rapporti con FI si tiene conto del fatto che Silvio Berlusconi non ha ancora digerito «l’affronto» — il diretto interessato lo chiama proprio così — del governo Draghi, quando la selezione della delegazione azzurra era passata sopra la sua testa senza che potesse mettervi mano. E si è posto rimedio.

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

Nelle prime indicazioni arrivate da Arcore, ci sono i nomi di Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Andrea Mandelli, in campo per un dicastero «pesantissimo» e altri due di primissimo piano. L’ex presidente del Parlamento Ue è in corsa per diventare il prossimo ministro della Difesa, la capogruppo al Senato uscente è in pole position per il ministero dell’Istruzione mentre a Mandelli, ex vicepresidente della Camera rimasto fuori dal Parlamento, potrebbe toccare il cambio della guardia con Roberto Speranza al ministero della Salute.

 

andrea mandelli francesco lollobrigida foto di bacco

Più robusta, almeno come numero di presenze, la delegazione leghista. Nell’ultima bozza ci sono i nomi di Edoardo Rixi alle Infrastrutture, Gianmarco Centinaio alle Politiche agricole (si tratterebbe di un ritorno), Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione, Vannia Gava alla Transizione ecologica. Senza dimenticare che in conto alla Lega, se l’operazione andrà in porto, va computato il ministero dell’Interno, per cui è in pista il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini al Viminale.

 

gian marco centinaio con il playmobil al senato

Decisamente più agevole, per Meloni, combinare la formazione dei suoi. A Guido Crosetto, se la Difesa va a Tajani, potrebbe venir chiesto di andare alla Farnesina, anche se rimane in piedi l’ipotesi di portare il regista delle operazioni più delicate direttamente a Palazzo Chigi, coi galloni di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ruolo per cui si valuta anche Giovanbattista Fazzolari, che potrebbe incassare anche la delega per l’Attuazione del programma. Gli altri nomi? Francesco Lollobrigida ai Trasporti, l’ex cda Rai Giampaolo Rossi alla Cultura, Daniela Santanché al Turismo, Edmondo Cirielli al ministero del Sud e della Coesione territoriale, Raffaele Fitto alle Politiche europee.

 

CROSETTO MELONI

In questo quadro, due sarebbero i «tecnici»: il ministro dell’Economia, casella per la quale Meloni non ha smesso di sognare un sì di Fabio Panetta, nel board della Bce; e quello dello Sviluppo, per il quale l’identikit più gettonato nelle ultime ore è quello dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato.

 

fabio panetta foto di bacco

Annotazione: nessuno dei ministeri «internazionali» — né Esteri, né Difesa, né Politiche comunitarie — è stato per ora associato a un leghista. Ma il cammino è all’inizio. Anche se un pezzo di strada, parecchia strada, è stato fatto.

meme selfie tra sergio mattarella giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)