lotta continua

LOBBY CONTINUA – COME HA RIVELATO DAGOSPIA, LA PROIEZIONE AL TORINO FILM FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO DI TONY SACCUCCI SU “LOTTA CONTINUA” HA SCATENATO NON POCHE POLEMICHE. NON SOLO PER LA VISIONE PARZIALE CHE DÀ DEL MOVIMENTO DI ESTREMA SINISTRA (ERRI DE LUCA CONTINUA A DIRE CHE LA MILITANZA “ERA LA COSA GIUSTA”) MA ANCHE PER I TRASCORSI DEL DIRETTORE DEL FESTIVAL, STEVE DELLA CASA. MA D’ALTRONDE, SIAMO ABITUATI: GLI EX DI LOTTA CONTINUA DOPO GLI ANNI DI PIOMBO HANNO MONOPOLIZZATO IL GIORNALISMO, LA POLITICA E LA CULTURA…

 

 

lotta continua i ragazzi che volevano fare la rivoluzione documentario

Maurizio Caverzan per “la Verità”

 

Nostalgia della rivolta. Epica e sentimenti rivoluzionari. Orgoglio dell'appartenenza. Elogio della solidarietà ribellistica. Ci sono tutti questi elementi in Lotta continua - I ragazzi che volevano fare la rivoluzione, la docu-serie già visibile su Raiplay - e il 13 gennaio su Rai 3 - tratta da un libro dell'instancabile Aldo Cazzullo. «In quegli anni ho fatto la cosa giusta insieme alla maggioranza della mia generazione», scandisce Erri De Luca nell'incipit della storia. Ma dal suo volto rugoso non traspaiono accenni autocritici.

 

erri de luca nel documentario di tony saccucci su lotta continua

Al contrario, lo scrittore napoletano rivendica «piena lealtà nei confronti delle ragioni che ci misero insieme e che ci hanno fatto partecipare di quel movimento rivoluzionario». Posta all'inizio dei quattro episodi, la riflessione dell'ex dirigente del servizio d'ordine di Lotta continua fornisce la chiave di lettura del documentario diretto da Tony Saccucci.

 

Gli otto anni del movimento di cui fu leader Adriano Sofri sono raccontati da ex militanti, con la sola eccezione di Giampiero Mughini che, prima di allontanarsi da quel mondo, prestò la firma di giornalista professionista per rendere possibile la pubblicazione del quotidiano. È lui l'unico testimone critico della stagione che va dalle manifestazioni alla Fiat di Mirafiori del 1968 allo scioglimento del movimento al congresso di Rimini del 1976.

adriano sofri lotta continua

 

Il regista afferma di aver voluto fare un film «per i nostri figli». Tuttavia, se si prefiggeva non solo di celebrare, ma anche di tramandare la conoscenza di quegli accadimenti a chi non li ha vissuti, ricorrendo quasi esclusivamente a voci di dentro, esistenzialmente coinvolte e inevitabilmente indulgenti, bisogna dire che ha mancato il bersaglio.

 

tony saccucci

«Per me fu l'incontro con la felicità. C'era l'idea che il mondo non sarebbe stato più lo stesso», dice la sociologa Donatella Barazzetti. «Volevamo mettere al centro del mondo l'uomo. Non il profitto, le macchine, il commercio», testimonia Vincenzo De Girolamo, ristoratore. Nella maggior parte dei ricordi non c'è, né può esserci, la giusta distanza emotiva per dare ai fatti una prospettiva storica.

 

Così, nonostante l'impegno di Mughini, manca chi dica che le parole di De Luca, il più consultato insieme a Marco Boato, sono inesatte e presuntuose. È lontano dal vero che i giovani che militarono in Lotta continua e nei gruppi extraparlamentari fossero «la maggioranza» di quella generazione. Anche durante i formidabili anni c'erano ragazzi che non ambivano a «fare la rivoluzione».

aldo cazzullo i ragazzi che volevano cambiare il mondo

 

Che semplicemente studiavano e facevano sport. Che frequentavano gli oratori e i movimenti cattolici. O militavano in formazioni diversamente orientate. La presunzione per cui chi partecipò alle formazioni di estrema sinistra stava facendo «la cosa giusta» è invece un vizio tuttora in auge se, solo il primo agosto scorso, in occasione dell'ottantesimo compleanno di Sofri, Gad Lerner ne ha pubblicamente rimarcato la vita vissuta «dalla parte giusta».

 

Nei ricordi, del leader di Lc qualcuno rimarca «la prosopopea» e la sfrontatezza con la quale, nell'affollata aula magna della Normale di Pisa, chiese a Palmiro Togliatti «perché non avete fatto la rivoluzione?».

 

Testimonianza dopo testimonianza si coagula la storia della parte buona del movimento. «Loro erano i più vivi e vitali, altro che le litanie del Libretto rosso di Mao», ammette Mughini. Davanti ai cancelli di Mirafiori le proteste degli operai si saldano con quelle degli studenti. Ma poco alla volta l'utopia cede il passo alla necessità di «alzare il livello dello scontro».

lotta continua

 

Nel dicembre del 1969, dopo la strage di Piazza Fontana e la morte di Luigi Pinelli, la situazione precipita. Nasce il servizio d'ordine, una struttura parallela illegale. Si fa strada l'idea di ricorrere alla violenza. Nonostante De Luca parli di «anni di rame» prima dell'avvento degli anni di piombo, il 17 maggio 1972, a seguito di una lunga campagna denigratoria, viene ucciso il commissario Luigi Calabresi, assassinio che inaugura la stagione del terrorismo.

 

GAD LERNER AI TEMPI DI LOTTA CONTINUA

«Noi rifiutiamo l'idea che Lotta continua sia equiparabile a un'organizzazione terroristica», si difende Lerner. «Da Lotta continua nacque Prima linea. La violenza politica era il pane quotidiano di quegli anni e di quella gente», ribatte Mughini. Non sarà però il contrasto tra utopisti e fautori della lotta armata a portare alla fine di Lc.

 

«È stato il femminismo a sciogliere Lotta continua. È il titolo voluto da Sofri», riconosce Paolo Liguori. «Sempre meglio dell'altro: Lotta continua si divide tra chi vuole la lotta armata e chi no». Dopo, gli ex militanti sono diventati una lobby? «L'ideologo è finito in galera, il leader carismatico, Mauro Rostagno, è stato ucciso dalla mafia, il capo dell'ala ecologista, Alex Langer, si è impiccato a un albicocco in Toscana», replica Boato.

 

steve della casa

Prima di ammettere che, tra qualche decina di migliaia di militanti, alcuni di loro hanno conquistato ruoli di primo piano nel giornalismo, nella politica, nella cultura. I ragazzi che volevano fare la rivoluzione è stato proiettato al Torino film festival suscitando, come ha rivelato Dagospia, non poche polemiche.

 

Roberto Crescenzio

Steve Della Casa, direttore artistico della manifestazione, fu l'organizzatore del corteo di Lc che portò al rogo del bar Angelo azzurro nel quale morì Roberto Crescenzio, uno studente-lavoratore di 22 anni. Per quei fatti Della Casa fu condannato a due anni con la condizionale.

 

Ma se Torino, oltre a essere la città dove nacque e si sviluppò Lotta continua, è anche sede del Film festival, maggior cura si poteva chiedere alla Rai prima di proporre, dopo Esterno notte di Marco Bellocchio, un'altra opera contenente una visione parziale degli anni di piombo.

 

Articoli correlati

MA C'ERA PROPRIO BISOGNO CHE IL DIRETTORE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI TORINO, STEVE DELLA CASA...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

adriano sofri nella redazione di lotta continuaLA MORTE DI ROBERTO CRESCENZIOlotta continualotta continua 3manifesti politici lotta continuaI ragazzi che volevano fare la rivoluzione, 1968-1978: storia di Lotta ContinuaSTEVE DELLA CASA - TORINO FILM FESTIVAL 2022lotta continua calabresiDISEGNO DI PABLO ECHAURREN PER LOTTA CONTINUAlotta continua 2lotta continuaerri de luca nel documentario lotta continuagad lerner nel documentario lotta continuai ragazzi che volevano fare la rivoluzione, 1968 1978: storia di lotta continua aldo cazzullo 2adriano sofri - lotta continua

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."