ledeen

MEMORIE DI UN ULTRA FALCO - IL LIBRO DI MICHAEL LEDEEN, “LA VERSIONE DI MICHAEL”, STORICO E CONSIGLIERE DELLA CASA BIANCA - IL RETROSCENA SULL'ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II NEL 1981 (“FU PIANIFICATO DAI SERVIZI SEGRETI MILITARI SOVIETICI. L'ORDINE FU IMPARTITO DA BREZNEV IN PERSONA”) - IL CONTROCANTO SU TANGENTOPOLI CHE “NON FU UN REGOLAMENTO DI CONTI CON CRAXI” DOPO LA VICENDA DI SIGONELLA PERCHE’…

Francesco Perfetti per “il Giornale”

 

IL LIBRO DI LEDEEN - LA VERSIONE DI MICHAEL

Michael Ledeen (Los Angeles, 1941) giunse in Italia negli anni '60. Era un giovane simpatico e cordiale, un ebreo americano discendente da una famiglia di origine russa trasferitasi in America nei primi del '900. Si era laureato con George Mosse, del quale era diventato collaboratore all'università del Wisconsin, ed era venuto nel nostro Paese con una borsa di studio per approfondire il ventennio fascista.

 

L’intelligenza vivace, la curiosità intellettuale e la simpatia umana gli fecero stringere, nell' ambiente non esclusivamente di storici che ruotava attorno a Renzo De Felice, molte amicizie. Anche per me, mi fa piacere ricordarlo per incidens, Michael Ledeen divenne un caro amico, anzi l'«amico americano».

 

MICHAEL LEDEEN

I suoi primi libri apparsi in Italia, L' internazionale fascista (1973) e D' Annunzio a Fiume (1975), furono ben accolti, soprattutto il secondo che rappresenta a mio parere un momento di svolta nella letteratura storiografica sull' impresa fiumana. Tuttavia il successo e la notorietà giunsero con l'Intervista sul fascismo (1975) a Renzo De Felice destinata a suscitare un vespaio e un linciaggio intellettuale contro De Felice.

 

A Roma Ledeen frequentava intellettuali, politici, giornalisti e inviava corrispondenze ad alcune testate americane. Nel 1976 scrisse, con la giornalista Claire Sterling un articolo sui finanziamenti sovietici al Pci che fece scalpore in Italia e in Urss e cominciò a far circolare la leggenda che egli fosse un agente della Cia utilizzato per screditare i comunisti. In seguito lavorò in importanti think tanks e ricoprì incarichi di rilievo presso la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, il Dipartimento della Difesa, il National Securuty Council diventando un ascoltato analista politico. Il tutto, sempre, con uno sguardo privilegiato rivolto all'Italia che considerava quasi una seconda patria.

 

MICHAEL LEDEEN

Un bilancio della sua intensa vita, di studioso ma anche di testimone e protagonista di alcune significative svolte della storia, Ledeen lo tenta oggi nel volume-intervista di Marco Cuzzi e Andrea Vento La versione di Michael. Un amerikano alla scoperta dell' Italia (Biblion) nel quale è ripercorso un quarantennio di storia italiana e internazionale: un periodo segnato da fatti come la recrudescenza della guerra fredda, la stagione del terrorismo, l' impatto epocale della caduta del muro di Berlino, la fine della prima repubblica in Italia e la nascita della seconda. Di molti di questi fatti Ledeen racconta verità sgradite o svela retroscena.

GIOVANNI PAOLO II

 

A proposito dell' attentato a Giovanni Paolo II nel 1981, Ledeen ribadisce con forza, per esempio, il fatto che esso fu pianificato dai servizi segreti militari sovietici come risposta all' attivismo politico del pontefice in Polonia. E aggiunge che l' ordine fu impartito da Leonid Breznev in persona: «In un sistema totalitario perfetto è il vertice che decide tutto. L' Urss era un totalitarismo perfetto. E Breznev ne era al vertice». Sul ruolo dei servizi segreti sovietici Ledeen ricorda che furono attivi in Italia già dagli anni '20, all' indomani della rivoluzione russa, e stabilirono legami organici con i capi del partito comunista italiano regolarmente convocati a Mosca per ricevere direttive e finanziamenti.

 

CRAXI REAGAN 1

La loro più importante operazione nell' Italia del secondo dopoguerra fu «quella di prendere possesso della cultura di massa e degli intellettuali, delle scuole, dei libri di testo, delle università» realizzando una gigantesca falsificazione della Storia «per motivi puramente politici, quelli di conquistare e dominare la cultura italiana».

 

La totale spregiudicatezza dei servizi sovietici emerse durante la stagione del terrorismo: essi «appoggiavano con una mano le Br e al contempo finanziavano anche il Pci» con un comportamento solo in apparenza ambiguo perché in realtà utilizzavano «i terroristi di estrema sinistra in Italia proprio per provare il patriottismo e la moderazione del Pci».

 

ronald reagan bettino craxi

Interessanti sono le considerazioni di Ledeen su Tangentopoli. A differenza di chi sostiene che l' inchiesta fu un regolamento di conti con Craxi dopo la vicenda di Sigonella, egli è categorico: «No. Craxi, lo so perché allora collaboravo con il Governo americano, era letteralmente adorato a Washington. Anche con tutta la faccenda di Sigonella e le altre cose! Craxi era il miglior alleato che l' America avesse potuti trovare in Italia in quegli anni. E ciò nonostante Craxi era il più filoarabo di tutti i tempi».

 

E ancora: «Il governo americano, sia alla Casa Bianca sia al Dipartimento di Stato amava Craxi. Craxi era il miglior primo ministro immaginabile per loro». Tuttavia Tangentopoli segnò la fine di Craxi e aprì la strada al periodo berlusconiano iniziato con la vittoria elettorale del 1994: una vittoria che Ledeen aveva allora ritenuto «improbabile come tutti quanti» e che era giunta a sorpresa anche per il governo americano che, però, in quel momento, non si era mostrato preoccupato dal possibile successo della «gioiosa macchina da guerra» di Achille Ochetto.

 

CRAXI REAGAN

Gli americani erano sereni sia perché ritenevano che l' Italia fosse diventata «periferica» dopo la caduta del muro di Berlino sia perché erano convinti che l' ascesa al potere del Pds non sarebbe stata «una minaccia per la Nato e per la nostra alleanza». Ledeen ricorda anche come molti intellettuali americani tifassero per la vittoria dei postcomunisti: «avevano sempre creduto che i comunisti al potere fossero una cosa buona per l' Italia». Del resto, anche prima del crollo del muro, tra gli anni '70 e '80, alcuni ambienti della Cia caldeggiavano una politica distensiva nei confronti di Mosca e dei Paesi del Patto di Varsavia e strizzavano l' occhio al Pci.

 

MICHAEL LEDEEN

Nell' intervista Ledeen ricostruisce fatti e retroscena della politica italiana e internazionale fino ai nostri giorni e si lascia andare, sui protagonisti, a giudizi lapidari: Andreotti è «un uomo affascinante, innanzitutto un uomo del Vaticano»; Putin «un classico zar russo»; Netanyahu «il più bravo leader occidentale»; Macron, il «solito arrogante francese». Ce n' è anche per Papa Francesco, «simpatico, ma troppo di sinistra», e persino per Giuseppe Conte, «uomo di transizione» che «certo non è un Napolitano». Il tutto nel quadro di una interpretazione che, come giustamente recita il titolo, è «la versione di Michael».

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)