cambio delle rotte attraverso il canale di suez per le azioni degli houthi nel mar rosso ribelli houthi mar rosso canale di suez bab el mandeb

MORTACCI SUEZ! GLI ATTACCHI DELLE MILIZIE HOUTHI NEL MAR ROSSO ALLE NAVI COMMERCIALI STANNO STRAVOLGENDO LE ROTTE VIA MARE, LE TARIFFE COMMERCIALI E INTERE FILIERE PRODUTTIVE - L'EUROPA È LA REGIONE CHE STA PAGANDO IL PREZZO PIÙ ALTO. E POICHÉ SIAMO IL PAESE PIÙ BAGNATO DAL MEDITERRANEO, L'ITALIA È IL PAESE PIÙ ESPOSTO DI TUTTI. A RISCHIO EXPORT E CRESCITA - DICONO GLI ESPERTI: “PIÙ LUNGA SARÀ LA CRISI, PEGGIORI SARANNO LE CONSEGUENZE SULLA…

 

Alessandro Barbera e Francesco Semprini  per "La Stampa" - Estratti

 

La foto del battello CHE TRASPORTAVA ARMI IRANIANE AGLI HOUTHI

Dicono gli esperti: «Più lunga sarà la crisi, peggiori saranno le conseguenze sulla catena del valore globale». A minare la crescita non erano bastate le guerre in Ucraina e Medio Oriente. Gli attacchi delle milizie Houthi nel Mar Rosso alle navi commerciali stanno stravolgendo le rotte via mare, le tariffe commerciali e intere filiere produttive. Due numeri per capirci: il 90 per cento degli scambi globali avviene via mare. Prima della crisi - lo scrive l'ultima analisi di Confindustria - il 12 per cento transitava per lo stretto di Suez, l'imbuto che dalle coste yemenite porta dentro al Mediterraneo.

I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

 

Dopo i primi attacchi quasi tutte le compagnie di spedizioni internazionali e petrolifere hanno deviato le rotte a sud del Capo di Buona Speranza, in Sudafrica. Circa il 90 per cento delle spedizioni, secondo Kuehne, gigante dei trasporti con sede in Svizzera. Ciò significa nella migliore delle ipotesi, dieci giorni in più di navigazione.

 

Fra le tante: MSC, Maersk, Hapag-Lloyd, British Petroleum. A metà gennaio, il traffico di navi nel mar Rosso si è più che dimezzato e il costo di trasporto dei container dall'Asia all'Europa è aumentato del 92 per cento. Ami Daniel, co-fondatore di Windward - società specializzata in analisi dei traffici marittimi - prevede che se gli attacchi dovessero proseguire il calo complessivo del traffico da Suez potrebbe sfiorare il 40-50 per cento, più o meno quel che accadde nei mesi più difficili della pandemia.

i navy seals sequestrano missili e componenti iraniani destinati agli houthi

 

Stephen Schwartz, numero due di Wells Fargo Global Credits and Trade Finance, spiega che l'Europa è la regione che sta pagando il prezzo più alto. E poiché siamo il Paese più bagnato dal Mediterraneo, l'Italia è il Paese più esposto di tutti. Anche in questo caso ci sono di aiuto i numeri di Confindustria. Il 54% degli scambi commerciali italiani è via nave. 

 

Di questi, il 40 per cento avviene attraverso Suez. Via mare transitano soprattutto più del 90 per cento delle merci fra l'Italia e l'Oriente del mondo. Gli esperti della più grande associazione delle imprese italiane dicono che il problema non risparmia nessun settore. Gli scambi di petrolio e gas da Kuwait, Qatar, Emirati Arabi, Iraq, ad esempio. Si salva il petrolio dell'Arabia Saudita, perché imbarcato a nord dello stretto di Aden. E ancora: l'elettronica di consumo, i prodotti in pelle, i macchinari. Per i primi due le conseguenze sono anzitutto sull'import mentre i macchinari sono uno dei principali prodotti dell'export italiano verso la Cina.

CAMBIO DELLE ROTTE ATTRAVERSO IL CANALE Di suez per le azioni degli houthi nel mar rosso

 

Poi ci sono i guai - ancora più grandi - per l'economia egiziana. Secondo Andy Lipow di Lipow Oil - società specializzata in analisi sul mercato petrolifero - l'Autorità del canale di Suez perderà (nella migliore delle ipotesi) tra i cinque e i sette milioni di dollari di introiti, e solo per il mancato passaggio delle navi piene di greggio.

 

A queste perdite vanno aggiunte quelle per il mancato passaggio degli altri container che pagano mediamente fra i 500 e i 600mila dollari. Dopo i pericoli di inflazione, la faccenda che preoccupa di più Palazzo Chigi è questa: l'Egitto è uno dei Paesi nordafricani a maggior rischio di esodi di immigrati irregolari. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sentito al telefono il collega Sameh Hassan Shoukry a cui ha raccontato nel dettaglio il contributo italiano alla missione militare navale per fermare le milizie yemenite.

 

Poi ci sono le conseguenze sul traffico marittimo mondiale. «Le deviazioni iniziano a incidere anche sugli Stati Uniti», dice Schwartz. Le tariffe di trasporto per la costa orientale e il Golfo del Messico sono già cresciute. Per evitare ritardi e rincari, alcune società di logistica in partenza da Oriente prendono la direzione opposta, ovvero verso i porti della costa occidentale americana. Solo a Los Angeles a dicembre sono arrivati 747.335 container. 

 

I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

L'aumento del traffico va avanti da cinque mesi, ovvero ben prima del 7 ottobre, quando è esplosa la crisi in Medio Oriente. L'aumento di quella rotta non potrà andare avanti all'infinito: alcuni dei porti nordamericani non sono attrezzati per assorbire l'aumento degli arrivi. La situazione americana è peggiorata dalla siccità che da mesi colpisce il Canale di Panama

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